Rozsalia si addormentò tra le lacrime, e in lacrime raggiunse Solean, in un sogno.
L'uomo la strinse in un abbraccio, prima di chiederle il motivo di quel pianto tanto disperato. Le diede il tempo di cui aveva bisogno per sfogarsi, accarezzando la sua schiena, e rimanendo in silenzio.
Tirò a sé le coperte, in modo da riparare dal freddo entrambi.
«Loura...» cominciò a balbettare Rozsalia, ma Solean non fece domande. La strinse più forte, lasciando che fosse lei stessa ad aprirsi.
«Il libro del destino...» mormorò ancora. «Loura lo sapeva. Kerol—» Scoppiò in lacrime, perché non riusciva a odiarla. Neanche per aver ucciso sua sorella. Neanche per essere destinata a condurre Larenc alla rovina.
«E il bambino!» riprese Rozsalia. «Chi se ne occuperà, adesso?»
Solean cercò di tranquillizzarla. Non aveva idea di che cosa stesse parlando.
Con pazienza, dopo una decina di minuti, riuscì a farle raccontare la vicenda dall'inizio. Rozsalia aveva appena terminato la lettura del libro del destino. Aveva scoperto della morte della sorella, e della nascita di suo figlio.
Suo nipote, rifletté Rozsalia. Era l'unica famiglia che le fosse rimasta. L'unico legame di sangue.
E si sentiva in colpa, per aver scoperto di quel futuro in ritardo. Per quanto paradossale potesse sembrare.
Il libro del destino terminava il quattro ottobre. Da allora in poi, non avrebbero più avuto indicazioni riguardanti il futuro. Sarebbero stati ad armi pari, contro i Tesrat.
Più combattevano per gli Yksan, più Solean e Rozsalia capivano perché valesse la pena combattere. Gli Yksan non erano malvagi – i Tesrat lo erano. Gli Yksan erano semplicemente gli esclusi, gli emarginati, coloro che erano considerati deboli, e per questo espulsi dall'Impero di Zena.
Il loro compito era quello di farli rinascere. Risorgere era il compito di Rozsalia, la Djabel della Fenice.
«Vorrei solo distrarmi da tutto questo» continuò lei. «Vorrei riuscire ad andare avanti. Vorrei dimenticare.»
«No, Rozsa» si oppose Solean, tirandosi a sedere con la schiena contro la testiera del letto, mentre ancora stringeva la giovane donna a sé, ma la guardava ora dall'alto. «Non devi dirlo neanche per scherzo. Dimenticare...» Scosse la testa. «È la cosa peggiore che ti possa succedere.»
Rozsalia comprendeva il suo punto di vista, ma ancora non lo condivideva. «Perché?» si chiese, alzando le spalle. «Se dimenticassi soltanto questo, se potessi continuare a vivere pensando che Loura è viva, sana e salva, a Neza, anche se fosse soltanto un'illusione, io la preferirei a questo dolore.»
«E se quell'illusione crollasse, che cosa faresti?» la mise alla prova Solean. «Saresti sommersa dal dolore, ancora. E se venissi a scoprire la verità di nuovo, soffriresti come la prima volta, e vorresti dimenticare ancora. E se il tuo desiderio si avverasse un'altra volta, e poi un'altra, e poi un'altra ancora, nei tuoi ricordi non rimarrebbe la minima traccia di Loura. Nemmeno un'ombra. E io so che tu non vuoi questo.»
Rozsalia scosse la testa, per poi posarla sul petto di lui.
«Il modo migliore per superare un dolore non è combatterlo, né scappare da esso. Nel primo caso è impossibile, nel secondo è inutile» spiegò Solean. «Bisogna solo imparare a conviverci. E non dimenticare. È il nostro dolore a renderci ciò che siamo.» Accarezzò la sua guancia, e le alzò il viso. «E il dolore ti renderà in grado di combattere, Rozsa. Ti permetterà di vincere questa guerra.»
La giovane sembrò illuminarsi, come se avesse appena ricordato qualcosa. «La prossima battaglia» cominciò a dire. «Ora che il libro del destino è prossimo alla conclusione, nessun Ember sa che cosa possa accadere. Anche se Loura avesse rivelato tutto ciò che sapeva a Larenc, non possono immaginare che cosa li attenda. Non conoscono gli esiti delle battaglie» ragionò.
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Ember
Science Fiction[Fantascientifico/Distopico] 🏆VINCITRICE WATTYS 2021🏆 Serie "Ember" - Libro 1 Ember è il nuovo nome che l'umanità ha assegnato a se stessa, dopo la Grande Catastrofe, ed è stata sua la scelta di sottomettersi all'Alto Imperatore, un essere onnisci...