Fragilità

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Fisso il testo della verifica davanti a me per l'ennesima volta, senza riuscire a mettere a fuoco neanche le parole. Sospiro piano e provo a prendere la matita per cercare almeno di tracciare una parabola decente, ma la mia mano si limita a tremare, così la poso di nuovo sul tavolo.
"Mancano dieci minuti alla fine dell'ora", dichiara la Kofler sorridendoci piano. Io fisso la prof e torno a guardare il foglio della verifica. Inutile riprovarci.
Sospiro, mi alzo in piedi e decido di consegnare la verifica in bianco. Quando metto il foglio a protocollo sulla cattedra, la prof. passa il suo sguardo da me alla verifica varie volte e rimane corrucciata. Io decido di ritornare al mio posto e nel frattempo tutti cominciano a consegnare.
La Kofler raccoglie tutte le sue cose, prima che la campanella suoni.
"Arrivederci, ragazzi", dice rivolgendosi ai miei compagni di classe, "Daryn, puoi venire fuori con me un momento?", mi chiede sorridendo. Io mi alzo senza obbiettare e la seguo. Ci fermiamo un attimo nell'atrio, fuori dalla classe, e la Prof posa la sua borsa per terra.
"Ascolta, Daryn, ho visto che hai consegnato praticamente in bianco, il che non è da te. Quindi, presumo che non sia proprio un buon periodo. Posso sapere che succede? Vuoi parlarne un attimino?", mi chiede la Kofler con occhi premurosi, come al solito. Io la fisso con lo sguardo un po' perso e lei capisce che non so nemmeno da dove iniziare. "E' successo qualcosa in casa?", mi chiede provando ad aiutarmi ad iniziare il discorso. "Yousef ha lasciato casa tre giorni fa", sbotto io sospirando.
"Posso chiedere il motivo?", domanda delicatamente, sapendo che l'argomento è abbastanza complicato da affrontare. "Ha litigato...", la voce mi inizia a tremare, "Ha litigato pesantemente con la mamma". Le lacrime cominciano a bagnarmi le guance, vorrei fermarle, vorrei non essere così debole o scossa, ma tutto quanto mi sembra tanto fragile. "Mi scusi è che è stato un momento un po' così", concludo cominciando a passarmi entrambe le mani sulle guance per asciugarle.

Provo a rileggere la stessa frase per la sedicesima volta di fila, ma faccio davvero fatica a comprendere il significato, dato che ho la mente altrove. Decido di chiudere il libro di storia, lascio la scrivania e mi sposto sul letto. Oggi la prof di matematica è stata davvero carina: ha cercato di consolarmi e di tranquillizzarmi in tutti i modi possibili, ma non penso che abbia funzionato.
La casa è immersa in un silenzio assordante. Io e la mamma non ci parliamo praticamente, ma comprendo che non sia un bel periodo nemmeno per lei. Siamo entrambe stravolte: ognuna di noi due è concentrata sul suo silenzio e sul suo dolore; e nessuna vuole fare un passo per consolare l'altra.
Continuo a guardare in giro per la stanza e il mio sguardo si sofferma su Pato. Mi alzo per prendere la mia piccola scimmietta e la stringo forte: incredibile come un semplice oggetto possa risvegliare così tanti ricordi e così tanta felicità.
Vengo interrotta da qualcuno che bussa alla porta. "Avanti", dico mentre tengo il mio piccolo Pato per la coda con la mano destra.
Mia madre entra in camera piano. I capelli neri e lunghi fino al fondoschiena le incorniciano gli zigomi e danno al resto del viso un aspetto molto fine e delicato. Noto subito le occhiaie evidenti sotto gli occhi e devo ammettere che mi preoccupano.
"Ho visto un bel 2 sul registro. Posso sapere cosa è successo?", chiede lei piano.
"Ho consegnato in bianco", mi limito a dire.
"Non avevi studiato?", chiede lei con calma, ma si può sentire una nota di rabbia benissimo nella voce.
"Sì, avevo studiato, ma è come se tutto quanto si fosse bloccato nella mia mente. Non riuscivo a tenere la matita nemmeno in mano e faticavo a ragionare, faticavo a percepire il tutto", provo a spiegare in modo educato. Lei fa un mezzo sorriso, poi mi guarda seriamente e dice: "Mi rifiuto di rimproverarti: tanto ormai mi posso aspettare di tutto da te. Tu ritieni di faticare a percepire il tutto, io invece fatico a non provare delusione ogni volta che ti guardo. Ogni tanto mi chiedo dove sia andata a finire la ragazza dalla perfetta carriera scolastica". Io rimango in silenzio davanti a quelle parole, ma dentro di me sento un grande frastuono: qualcosa si è rotto. Qualcosa è andato in frantumi.
"Vedere un voto simile sul tuo registro, mi ha lasciata senza parole. Sono tanto scioccata quanto incredula. Cerca di rimetterti in riga e di recuperare il più presto possibile. Io nel frattempo andrò a parlare con la tua prof per vedere cosa fare", conclude mentre fa per uscire dalla mia stanza.
"E' che si tratta di te, mamma", dichiaro fermandola sui suoi passi con voce spezzata. Lei si gira, mi guarda con tono interrogativo e aspetta che io continui.
"Tu dici che non vuoi buttarmi giù, ma tu lo fai. Tu mi butti giù, mamma", dichiaro tristemente. Lei al sentire tali parole, indietreggia come se io le avessi dato un colpo secco.
"Attualmente sto vivendo un periodo bassissimo. Talmente basso che oserei quasi definirlo l'inverno della mia vita", mi asciugo le lacrime con le mani, "e tu non fai altro che demoralizzarmi. Non fai altro se non soffocare i miei sogni e il mio io. Non respiro più, giuro".
Mia madre mi guarda corrucciata, come se faticasse a comprendere ciò che sto dicendo.
"E il fatto che Yousef se ne sia andato, mi ha praticamente sconvolta: non riesco a stare un'ora senza averlo attorno, figurati tre giorni di fila senza sentirlo. Penso che questa sia stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso", mi asciugo ancora le lacrime con la mano, "Scusa lo sfogo, ma se non avessi parlato, la tristezza mi avrebbero soffocato".
Mia madre assume un'espressione sbalordita e mi viene incontro, mi accarezza i capelli e mi abbraccia.

Ciao a tutti,
Come state? Spero bene. Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì. Personalmente lo ritengo uno dei capitoli più belli che io abbia mai scritto. Se devo essere sincera, raramente mi piace qualcosa, ma questo capitolo mi sta molto a cuore...
In particolare questa frase  "Io rimango in silenzio davanti a quelle parole, ma dentro di me sento un grande frastuono: qualcosa si è rotto. Qualcosa è andato in frantumi." mi è piaciuta molto.
A volte certe parole spezzano, rovinano. Boh... non capisco perché le persone non pensino mai prima di parlare, ma ovviamente la delicatezza e la sensibilità sono qualità di ben poche persone. E vabbé capita. Non facciamone un dramma, suvvia.
Scrivetemi e fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo (scrivetemi pure su Instagram, ma non siate pigri e mettete un commentino che male non mi fa).

Ps. Per chi non mi segue su IG (Malkyyy_04), avevo messo una storia molto importante. Raga, io vi ringrazio perché in una settimana sono salita dal ventunesimo posto in classifica al settimo posto. Attualmente sto "gareggiando" con altri sei libri molto letti, quindi sarà un poco una fatica superarli, ma io di certo non mi perdo d'animo!

-MALKY

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora