Pregiudizi

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"Ieri sera, mentre tornavo dall'ospedale, ho visto Zayn uscire da casa nostra...", inizia mia mamma. Io e Yousef ci guardiamo, ma non rispondiamo e continuiamo a mangiare la nostra colazione.
"Quindi... cosa ci faceva il figlio di Gheddari qui?", chiede mia madre guardando sia Yousef che me. "Era venuto a trovarmi, mamma", interviene mio fratello e io lo ringrazio con lo sguardo. "Come mai?", chiede ancora lei.
"Ma nulla... voleva stare un po' con me. Insomma abbiamo parlato tutto qui"
"Ah bene. Però lo vedo molto cresciuto, è diventato proprio un bel ragazzo. Non trovi, Daryn?", chiede la mamma guardandomi.
Il cibo mi va di traverso e comincio a tossire fortemente. "Mamma... io devo fare ancora la visita all'ospedale eh", interviene ancora Yousef.
"Già... facciamo che vieni domani, dai", dice la mamma alzandosi e andando a mettere i suoi piatti nel lavandino.
"Mi devi un favore", sussurra mio fratello facendomi l'occhiolino. "Già...", dico io.
"Bene ragazzi, io vado a lavoro. Tornerò tardi oggi. Yousef, bada che tua sorella non esca di casa dato che è in castigo", dice mia madre prendendo la borsa per poi uscire di casa.
"Daryn, oggi devi venire alla partita con me", dichiara mio fratello non appena vede la macchina di mamma uscire dal garage.
"Yousef... ma tu ogni tanto ascolti le persone quando parlano ?", chiedo basita.
"Boh... sì... cazzo ne so. Ceh dipende dalle persone. In teoria non ascolto mai nessuno, tranne Kevin e Andrea e qualche volta anche Ethan.", risponde lui iniziando a scrivere dei numeri su un foglio.
"Immagino che loro dicano cose veramente utili..."
"Eh beh... infatti non a caso l'altra volta stavamo discutendo animatamente sull'esistenza delle sirene", risponde mentre continua a scrivere.
"Cosa?!"
"No, perché ti spiego: in tre sosteniamo che le sirene esistono per forza e abbiamo anche deciso che Ethan sposerà una sirena", parla senza guardarmi. Io rimango di sasso. So che è stupido, ma solo l'idea che una creatura immaginaria, figuriamoci un'altra ragazza, possa sposare o solo toccare Ethan, mi manda completamente fuori senno. Non potrei mai immaginarlo con nessuna, a meno che sia io.
"Molto interessante...", dico infine.
"Guarda che era un discorso molto serio. Forse il più serio che abbiamo mai fatto, ora che ci penso..."
"Va Bene, Yousef, lasciamo stare va. Comunque cosa stai scrivendo?", chiedo volendo chiudere il discorso.
"Le calorie che ho assunto. Secondo te, se aggiungessi altre diciotto calorie va bene ?"
"Sì, va bene. Vado su in camera, Yousef"
"Daryn, guarda che alle cinque c'è la mia partita. Non ti preoccupare per mamma, torneremo prima che lei arrivi.", dice lui sorridendomi teneramente.
"Grazie, fratellone", gli rispondo ricambiando il sorriso. "Ti dà fastidio se c'è anche Zayn?"
Ho raccontato a mio fratello tutto riguardo a me e a Zayn e fortunatamente non ha detto nulla e non mi ha neanche giudicata, come avrebbero fatto chiunque altro.
"Non credo. Al massimo me ne starò da qualche parte, lontana da lui", continuo, "posso chiederti una cosa?"
"Certo che puoi sorellina...", risponde alzandosi e venendo davanti a me.
"Perché non ti sei arrabbiato quando ti ho raccontato di Zayn? Nel senso... sai come la prendono i fratelli arabi quando scoprono, che la loro sorella è uscita con un tipo...", chiedo abbassando la testa.
"Perché non è giusto, Daryn. Davvero, non è giusto. Io ho fatto di tutto e di più nella mia vita e ho sempre avuto tutte le ragazze che volevo, quindi perché non potresti avere anche tu un po' di esperienza? Certo, non dico che devi andare in giro a farti tutti i ragazzi, perché sarebbe anche haram; però innamorarsi, quello, non è haram. In tanti parlano dell'amore e di quanto esso sia un sentimento molto nobile e... rispettoso. All'inizio io non ci credevo e credo anche che nessuno ci crede, non finché lo si prova, almeno. E quando lo provi, inizi a vivere davvero la tua vita. Ti accorgi che fino a quel momento stavi solo trattenendo il fiato e che non stavi respirando veramente. Daryn, amare è vivere. Se mai ti dovesse piacere veramente Zayn, io non vedo alcun motivo per il quale tu non dovresti uscire con lui", dichiara mio fratello prendendomi la testa fra le mani come è solito a fare.
"A me non piace, Yousef. Ma lui è super innamorato di me e questo mi spezza tanto il cuore", rispondo amareggiata al ricordo dei suoi occhi verdi che mi fissano.
"Non è colpa tua, Daryn. Semplicemente, il tuo cuore non guarda il suo cuore. Non ti piace, lo vedi solo come un amico, non ci puoi fare nulla. Però ti raccomando fortemente di non illuderlo, di non... prenderlo in giro. Perché nonostante tutto, se ci pensi bene, quello che prova nei tuoi confronti è nobile. Quindi rispetta i suoi sentimenti, Daryn", dice mio fratello sorridendo.
"Certo, fratellone. Ci mancherebbe" , continuo, "Posso farti una domanda, Yousef?"
"Certo...", risponde un po' riluttante.
"Il tuo cuore chi guarda ?"
Lui sospira, poi sorride poi si incupisce; e lì capisco quante emozioni lei riesce a fargli provare in un solo istante.
"Lo sai, Daryn."
"Ascolta... non gliene hai parlato?"
"Credo che le piaccia ancora Ceva, Daryn. Però inizierò a riprovarci"
"Beh adesso la situazione con Ceva, credo che si complicherà il doppio, dal momento che Cornelia ha deciso di tenere il bambino", dico socchiudendo gli occhi.
"Ha deciso di tenerlo neh?", chiede Yousef seriamente dispiaciuto.
"Sì, Yousef. Ha deciso di tenerlo", ripeto io.
"Povera ragazza e povera creatura, patiranno tantissimo entrambe. Sai cosa vuol dire svegliarsi ogni santo giorno con la coscienza di dover combattere per ogni minuto, contro i pregiudizi altrui? Forse non lo sai, ma fidati che è davvero stancante"
"Tu hai mai combattuto contro i pregiudizi degli altri?", chiedo d'un tratto.
"Sai Daryn, a volte non parlo troppo di ciò che mi accade o di ciò che ho passato, ma fidati che se mai mi dovessi leggere nella mente, piangeresti...", mormora sorridendo amaramente.
"In che senso?", domando non capendo.
"Sai cosa si prova a doversi svegliare ogni giorno con la certezza di dover convincere un'intera società, che la propria religione non incita all'odio? Sai che stanchezza, convincere ogni persona che non perché sei musulmano allora direttamente fai parte dell'Isis? Sai che fatica dover sempre spiegare che la donna, nella religione musulmana non è così oppressa e sottomessa, come la descrive il mondo occidentale? Ecco... non è facile, davvero non lo è. E io ci provo... ci provo così tanto, ma... la gente sembra non capire, più che altro sembra che non voglia capire e questo è ciò che rimpiango del mondo di oggi, Daryn. Sembra che le persone non facciano altro che giudicarsi, e lo fanno senza neanche conoscersi. Il nostro è davvero un mondo... raccapricciante", conclude lui mentre comincia a sistemare i piatti nel lavandino.
"Ti hanno mai giudicato o insultato?", chiedo io ancora.
"Sai non è bello sentire alle proprie spalle certe cose del tipo "scappate, adesso esplode tutto" oppure "oddio... c'è l'Isis". Ho provato spesso a cercare di capire se questi fossero commenti ironici o meno, anche se qui l'ironia è proprio pesante", risponde Yousef con una tranquillità sorprendente. "Yousef, tu sei forte", dichiaro con una certa ammirazione.
"Non sono forte, sono grande. È diverso sai"
"In che senso?", chiedo non capendo.
"Nel senso che, in un certo momento della mia vita, avevo finalmente capito che se fossi andato  avanti così non sarei vissuto a lungo. Avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a tirarmi fuori da questo abisso. Però in quel periodo, papà se ne era andato di casa. All'inizio pensai che fosse un male per tutti quanti, ma poi mi ricredetti, dal momento che divenni io l'uomo di casa. Ho dovuto imparare tutto daccapo, Daryn. Ma più di tutto, ho imparato come affrontare le situazioni difficili e soprattutto i... pregiudizi, perché quelli sono il vero veleno dell'anima. E questo è stato un lavoro duro, forse il più duro della mia vita".
Rimango di stucco davanti a una tale sincerità e una così grande forza. Yousef può apparire un ragazzo superficiale agli occhi di chi non lo conosce, eppure non lo è, neanche un po'...
"Vai a prendermi il borsone, zingara", mi ordina lui d'un tratto. " "Zingara" a chi, scusa?!", domando facendo l'arrabbiata.
"Eh fide... con quella camicia da notte sembri una zingara dell'Ottocento!", esclama lui ridendo. "Ma è bellissima! È così raffinata".
"Si sì, poi con le maniche a sbuffo... sembri un angelo. A parte gli scherzi, ti sta da Dio", dichiara lui finalmente serio.
"Grazie...", dico arrossendo.
"Fortunato chi ti avrà, mia cara sorella. Sarà un beato", dice lui baciandomi la fronte.
"A trovarlo però...", mormoro io ridendo.
"Ma guarda: hai a disposizione tutti gli uomini del mondo, ma non toccare i miei amici!", esclama ridendo. A me però si gela il sangue nelle vene, perché Ethan sta diventando tanto amico di mio fratello. "Perché non dovrei?", provo a ironizzare. "Perché sono miei amici. Di certo non mi piacerebbe che vadano in giro a parlare di te, come parlano delle altre ragazze", risponde facendosi serio d'un tratto. "E adesso preparati perché tra qualche ora c'è la partita", conclude lui infine.

Ciao a tutti! Cosa ne pensate di questo capitolo ?! Fatemelo sapere nei commenti, e ora come vi sembra Yousef? ❤️
-Malky

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