Ragione di vita

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L'aria entra nei polmoni a tutta velocità e io per un attimo mi sento completamente fuori dal mondo. Rimango abbracciata alla schiena di Ethan per evitare di cadere dalla moto.
Questa sensazione è un qualcosa di fantastico, direi... eccezionale. Prima di adesso non avevo mai provato ad andare in moto, ma come dicono tutti: c'è sempre una prima volta.
Dopo qualche chilometro, Ethan comincia a rallentare e poi si ferma. Io scendo dalla moto e mi tolgo il casco per poi aggiustare bene il velo dato che tutti i capelli ne fuoriescono.
Ethan nel frattempo mi guarda e sembra del tutto assorto nei suoi pensieri.
"Perché lo porti?", chiede, "il velo, intendo".
"Perché è importante per la donna musulmana", dico io continuando a sistemarmelo. "Ma ti piace?", chiede ancora lui un po' scettico. "Certo che mi piace", rispondo sorridendo.
"Ma non ti fa sentire oppressa o robe simili?"
"Ethan... il velo non mi ha mai fatto sentire oppressa né "fuori posto". Credo semplicemente che il velo sia un grande vantaggio per la donna"
"In che senso? Spiegati", mi ordina d'un tratto lui. "Il velo mi permette, per esempio, di evitare sguardi indesiderati. Penso che il mio corpo sia fin troppo prezioso, quindi non mi piace che lo possano guardare tutti.... Non so se mi spiego... comunque è una visione diversa del corpo della donna", continuo, "Penso che il velo, se non è imposto da qualcuno, può essere anche un simbolo femminista", dichiaro sorridendo.
"Questo è un bel pensiero... Mi piace, è innovativo!"
"Già...", mi limito a dire.
"Comunque, posso farti una domanda un po' scomoda?", domanda lui imbarazzato.
Io mi preparo psicologicamente per la conversazione, ma nel frattempo mi limito ad annuire.
"Ma io se ti vedo senza velo, tuo fratello mi manderà i sicari arabi in casa per uccidermi?", domanda lui a bassa voce
Io lo fisso negli occhi per cercare di capire se stia scherzando o meno, ma poi mi accorgo che è serissimo.
Io sospiro e poi dico: "Ti ricordi quando sei venuto la prima volta a casa nostra e io ho fatto irruzione in camera di Yousef?"
"Sì, me lo ricordo"
"Ecco, quella volta tu mi hai visto senza velo. Ricordi?"
"Sì, eri bellissima", dichiara lui. Io gli lancio subito un'occhiataccia. "Scusami..."
"Ecco, bravo, torniamo al discorso. Non penso che dopo che io ero uscita, mio fratello ti abbia preso a sberle..."
"Effettivamente no... anzi, non ci ha fatto nemmeno caso", dichiara lui corrucciato.
"Non ci ha fatto caso perché è una mia decisione. E' una mia scelta e nessuno deve interferire. Se devo essere del tutto sincera, Yousef non voleva nemmeno che io mi mettessi il velo", dichiaro rabbuiandomi.
"Perché?", domanda senza capire.
"Perché aveva paura che mi prendessero in giro a scuola. Aveva paura che io venissi discriminata", rispondo, mentre i ricordi mi tornano alla mente.
"Yousef è proprio bravo sai..."
"Sì, molto", confermo io sorridendo.
"A me lui piace tantissimo. Mi ha fatto sentire subito a mio agio, appena sono entrato nella squadra. Mi ha trattato subito come se fossi suo amico".
"Se per questo, a me ha detto che ti considera uno dei suoi migliori amici", dichiaro ridendo. "Davvero?", domanda lui incredulo.
"Dai andiamo, non fare il romantico anche in amicizia, ti prego", dico io ignorando la sua domanda. Così, io e Ethan passiamo su un ponte di legno per poi scendere davanti al fiume. Solo in quell'istante capisco che siamo sulla riva destra della Muzza. Non ci ero mai stata prima, eppure... è un posto bellissimo. L'acqua è pulita e i raggi di sole si riflettono su di essa.
Ethan stende un lenzuolo per terra e mi invita a sedere. Sembra di essere all'interno di una scena di un film girato ad Hollywood.
L'acqua, il sole, l'aria fresca e... lui: tutto questo, messo assieme, mi fa stare maledettamente bene.
"Incredibile vero?", chiede lui guardandomi dritto negli occhi. "Cosa precisamente?"
"Io, te, e questo bellissimo panorama. Sembriamo una di quelle coppie super innamorate che si vedono sempre nei film, non credi?", chiede sorridendo. "L'ho pensato anche io, sai..."
"Peccato che noi non siamo ancora una coppia"
"Già", mi limito a dire.
"Però potremmo diventarlo. È semplice sai", dichiara facendosi più allegro. "Non credo sia possibile, date le circostanze in cui ci troviamo entrambi", parlo mentre penso al bacio tra lui e Nadia nel corridoio. "Che circostanze?", chiede lui. "Tu stai con Nadia. Io sto con Zayn. Non è fattibile una cosa simile"
"Io e Nadia ci siamo lasciati", dichiara lui incupendosi. "Come? Perché ?", chiedo non capendo. "Daryn... Nadia non è la persona che voglio. Lei è una persona troppo... vogliosa. Capisci?", domanda lui imbarazzato. "No, a dir la verità non capisco. Spiegami".
"È imbarazzante da dire... non credi?", chiede coprendosi la faccia con la mano. "Tesoro... come faccio a saperlo se non me lo dici?", domando divertita.
"Ma è imbarazzante, Daryn!", ribatte lui coprendosi ancora di più la faccia. "Ma dimmelo!" Ethan gira la testa dall'altra parte per poi dire: "Vedi... Nadia è una che vuole sempre fare... sesso" Io comincio a ridere come una matta, metre lui si finge offeso. "Eh vabbè... vuol dire che le piace, insomma", dichiaro io infine, ritornando seria.
"Sì, ma Daryn a me non piace così. Insomma io sono molto riservato su questo ambito", dichiara lui serio. "Non si direbbe, visto come la baciavi lo scorso giorno, sai...."
"Daryn... quello è un bacio. Ed è ben diverso dal sesso. Si può baciare chiunque, ma il sesso, quello, va intrapreso con una persona che si ama veramente"
"E tu Nadia non la ami veramente?", chiedo temendo la risposta. "Daryn, mettiti il cuore in pace. Io non ho mai amato Nadia, non mi piace neanche un po' ora che ci ripenso", continua, "Come ti avevo già detto una volta, lei era la mia ancora di salvezza quando tu mi avevi chiesto di..." Ethan smette di parlare e va avanti a guardare il corso d'acqua come se stesse pensando a qualcosa. "Andartene", finisco la frase io. "Già", si limita a dire.
"Mi dispiace, Ethan. Ma come ti avevo già detto: tu mi stavi chiedendo di denunciare mia madre. È una follia... una pazzia, direi"
"Beh come va adesso con lei?",chiede lui cambiando argomento.
"Ci ho litigato ieri sera"
"Come mai?"
"Vedi... lei è sempre stata una maniaca del controllo, soprattutto da quando papà ci ha lasciati", dichiaro io piano.
"Vostro padre vi ha lasciati?"
"Ci ha rinnegato più che altro...", sussurro mentre vengo sommersa dalla tristezza. "Mi dispiace..."
"Già... Ci ha lasciati per un'altra donna. E da lì mia madre ci tiene molto stretti a sé, però capisci che così io soffoco?"
"Beh... insomma guarda come ti aveva ridotto la faccia...", dice lui indicando la mia faccia. "Già... è proprio a causa di questo che abbiamo discusso e anche a causa di altro..."
"Cioé?", chiede lui tornando a guardarmi.
"Beh... mia madre oltre ad avermi ridotta così, mi aveva cacciata via di casa e sono andata a stare dai Gheddari e questo lo sai. Ma per farmi ritornare a casa, mi ha obbligata a fare una specie di visita, in ospedale, per verificare se non fossi davvero incinta", confesso abbassando la testa. Noto lo sguardo inorridito di Ethan e la sua mascella che si contrae. "È una cosa... umiliante!", esclama lui arrabbiato. "Già... a chi lo dici. Comunque... sta di fatto che le ho detto che appena compiuti i diciott'anni me ne sarei andata di casa e lei si è inviperita. E così ha promesso di non darmi più un soldo", finisco io. Ethan sta in silenzio per un poco e tra di noi comincia a regnare una quiete stranamente piacevole.
"Fai bene ad andartene. Quella donna mi sembra il dittatore della Korea", riprende dopo un po'. "Lo so, Ethan. Così non funziona più... io in quella casa, con lei, non riesco più a starci. Lei vuole controllare tutto. Voglio andarmene, voglio realizzare il mio sogno, voglio fare ciò che mi piace veramente... Voglio trovare la me stessa che non è mai esistita."
"Cosa ti piace veramente?", chiede Ethan.
"Io... Io voglio fare la scrittrice. Sì, voglio fare la scrittrice, Ethan. È il mio sogno... È la mia unica opportunità per poter essere felice per tutta la mia vita". Mi accorgo di avere le lacrime agli occhi, così giro la testa dall'altra parte. "Pensavo volessi fare il medico", sussurra piano.
"Mia madre vuole che io faccia il medico, ma non lo voglio io. C'è differenza sai... nel senso... io non sono mia madre. Okay, avrei voluto essere come lei, avrei voluto essere all'altezza delle sue aspettative, avrei voluto realizzare il suo sogno, di vedere me e mio fratello delle persone di successo, ma capisci che non è il mio sogno?"
"Mi ricordi mio padre, sai...", dichiara dopo un po'. "Anche lui un dittatore della Korea?", ironizzo per alleggerire l'aria. "Peggio", dichiara sorridendo tristemente. "In che senso?"
"Mio padre ha una grandissima azienda in America. Vedi... lui vuole che siamo io e mio fratello a dirigerla in futuro. Quindi siamo obbligati a studiare economia per fare ciò. Jared ha già cominciato a studiare economia all'università, mentre a me mancano ancora due anni circa, ma sono sicuro che farò la sua stessa fine, ovvero: studiare e fare qualcosa che non mi piace, per tutta la vita."
"Bene... siamo sulla stessa barca allora"
"Siamo molto più simili di quanto tu ti possa immaginare", dichiara lui ad una certa.
Cerco di dare un senso compiuto alle parole di Ethan, ma non ci riesco. Io e lui non siamo "simili" né nient'altro o forse sono io che ancora non riesco ad accettare l'idea che io e lui siamo destinati a stare insieme. Perché alla fine, io mi ritrovo sempre a pensare a lui. E ora che ci ripenso e lo riguardo bene negli occhi, capisco che io penso perennemente a lui.
In tanti parlano di amore, e lo collocano sempre al centro dell'universo, come se fosse l'unica ragione di vita di tutte le persone. Io, all'inizio, non ci credevo. Non davo neanche importanza a questa parola, perché per me l'unica cosa importante era quella di realizzare un sogno, che non era, e che  non sarà mai, il mio. Poi, un giorno è arrivato Ethan, così dal nulla. Sembrava che Dio lo avesse catapultato apposta nella mia vita, solo per risvegliarmi e per... darmi vita.
Ora che ci ripenso bene, dopo tanto tempo, finalmente ho trovato anche io la mia ragione di vita.
Ethan.
Ethan è la mia ragione di vita.

Ciao a tutti, come va? Spero bene. Come vi è sembrato questo capitolo, che in teoria è solo una lunghissima conversazione tra Ethan e Daryn. Spero che vi piaccia. Fatemelo sapere nei commenti❤️

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora