Sollievo

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"Scusi il ritardo, prof", dico io entrando nella classe della Kofler.
"Non ti preoccupare, cara. Però mi sembra strano, non è da te", mi risponde lei con un sorriso premuroso.
"Sì, prof. Mi scusi", dico io andando al mio posto. Comincio a tirare fuori il libro di matematica, ma capisco che lei sta per ridistribuendo le verifiche, così mi prendo un po' di tempo per riposare. "Come mai in ritardo?", chiede Ethan senza guardarmi. Rivaluto l'idea di dirgli che è tutta colpa sua e del suo stupido ritratto, se non sono in tempo, visto che ho passato tutta la notte ad accarezzare con gli occhi quel disegno, ma evito.
"La sveglia è suonata in ritardo", mi limito a dire. Nel frattempo la prof. passa tra i banchi e continua a distribuire. Finora i voti sono tutti tra il cinque e il sette. "Ethan, complimenti. Hai preso un bel nove e mezzo.  Sei stato bravo e anche tu, Daryn, sei stata brava", dichiara la prof mentre ci consegna le verifiche. Entrambi abbiamo preso nove e mezzo. Sì, devo ammettere che sono contenta di come è andata la verifica, ma mi fa strano vedere qualcuno prendere il mio stesso voto. Prima dell'arrivo di Ethan ero io ad eccellere in tutto... Se devo essere completamente sincera, dopo il suo arrivo, tutta la mia vita è cambiata. Non so ancora se in meglio o in peggio, questo lo devo ancora capire, ma diciamo che lui ha reso le cose molto più interessanti.
"Complimenti, Daryn. E grazie... dell'aiuto, intendo", dice Ethan guardandomi negli occhi. "Di niente, caro. Quando vuoi", rispondo semplicemente.
I nostri compagni di classe cominciano ad alzarsi dai propri posti per confrontarsi sugli errori fatti in verifica. Cornelia, Daria e Ilena vengono da me. "Allora ragazze, come è andata?", chiedo io. "Mah... bene. Io e Daria abbiamo preso sei e mezzo e Cornelia ha preso otto", mi risponde Ilena. "Brave ragazze, complimenti!", dichiaro io felicemente. "Ma tu sei la più secchiona di tutte", dichiara Daria scherzando. Noto che in tutto questo, Cornelia sta zitta e mi guarda in modo strano. Daria e Ilena vengono chiamate da Daniele, un nostro compagno di classe, e vanno da lui. Così, rimaniamo solo io e  Cornelia. "Allora Corny, come va?", chiedo io per spezzare il silenzio. "Come vuoi che vada?", risponde lei guardando altrove. "Cornelia, va tutto bene? Te lo chiedo per l'ennesima volta".
"Daryn, ieri c'era la partita di tuo fratello e tu ci sei andata, perché non mi hai invitato ?", chiede corrucciata.
Non riesco a risponderle, non trovo le parole, ma anche se le trovassi non riuscirei a tirarle fuori. "Cavolo... Daryn, era un'occasione per me quella. Potevo passare del tempo con Yousef, potevo parlare con lui, potevo... Cazzo, Daryn", mi biasima amareggiata. Cornelia è molto nervosa e, per la prima volta dopo sei anni che la conosco, mi sembra davvero arrabbiata con me. "Corny... lo so che ho sbagliato ma, sinceramente, non sono sicura che tu piaccia a Yousef. Non perdere troppo tempo con una persona che non ti considera nemmeno", provo a consigliarle, cercando di essere delicata.
Cornelia mi guarda con disprezzo per poi dire: "Cazzo, Daryn... Sei proprio un'egoista. Non è vero che non gli piaccio. Lui mi ha detto che sono bellissima e mi ha detto anche che ci avremmo provato. Sei solo una bugiarda, una stronza, una bambina che cerca solo di attirare l'attenzione degli altri. Ecco cosa sei. E sei gelosa, perché io piaccio a tuo fratello mentre tu non piaci a nessuno. E vuoi sapere perché non piaci a nessuno? Perché sei antipatica e non fai altro che vantarti. Tiratela di meno, tesoro, che alla fine non vali niente".
Davanti a quel fiume di parole, non riesco a provare nulla se non pura rabbia. 
"Smettila, Cornelia! Non ti permettere più di rivolgerti a me in questo modo. Ti sto solo dicendo la verità. So che è brutto da sentire, ma le cose stanno così. Svegliati dal tuo sonnellino principessa e apri gli occhi. E poi scusa, quand'é che t'ha detto che sei bellissima e che ci avrebbe provato con te? O è anche questo uno dei tuoi sogni?", chiedo io con un tono abbastanza alto. Fortuna che la classe è movimentata e che nessuno sta notando nulla di quello che sta succedendo.
"Me lo ha detto la sera del gioco, quando io sono uscita di casa", dice lei con le lacrime agli occhi. Mi alzo e mi metto composta in piedi, così siamo l'una davanti all'altra, testa a testa.
"Intendi, quando sei uscita di casa perché lui ti ha umiliata?"
Non lo sento arrivare e non faccio in tempo a difendermi, che percepisco l'impatto della sua mano sul mio visto. Tutto il mio corpo sussulta e comincio a tremare. Lo schiaffo non ha fatto male, ma mi sento male al pensiero che sia stata la mia migliore amica ad avermelo dato. Non le dico nulla e mi guardo attorno per cercare la prof che, a quanto pare, non è in classe. I nostri compagni hanno visto la scena e rimangono fermi, immobili. L'aria è pesante e mi sembra di aver smesso di respirare.
Ora sono io a sentirmi umiliata. Lascio il mio posto in silenzio ed esco fuori dalla classe. Trovo la Kofler in corridoio che sta parlando con la nostra insegnante di italiano. "Prof, scusi posso andare in bagno?", chiedo io a bassissima voce.
"Certo, cara. Come mai sei così pallida? E perché hai la guancia così rossa?", chiede l'insegnante. "No, niente prof. Credo solo di stare un po' male", rispondo io. Comincio ad andare in bagno e, per tutto il tragitto, mi concedo di piangere per qualche secondo. Arrivata in bagno, però, poggio delicatamente la schiena sul muro e piango per davvero.
Scivolo piano piano sul pavimento, chiudo gli occhi e cerco di mettere in pausa il mondo. Dopo qualche minuto, sento qualcuno posare la mano sulla mia spalla e sedersi vicino a me. Capisco che è Ethan.
Continuo a tenere gli occhi chiusi, perché non voglio che lui mi veda piangere, nel frattempo, sento tutto il suo braccio attorno alle mie spalle. "Va tutto bene, Daryn".
Provo a sgranare gli occhi, ma non riesco. Così, comincio ad analizzare la situazione in cui mi trovo: sono nel bagno delle ragazze con un ragazzo, siamo seduti per terra, e lui mi sta abbracciando. Decido che forse è il caso di rimettermi in sesto. Guardo Ethan con gli occhi pieni di lacrime, e lui mi guarda con compassione. "Daryn, non ti preoccupare. Insomma... gliene ho dette quattro a quella. Stai tranquilla", dichiara  tenendomi stretta e continuando ad abbracciarmi. Vorrei divincolarmi dalla sua stretta, ma non riesco perché così mi sento proprio al sicuro. "Mi ha umiliato, Ethan. Mi ha dato uno schiaffo davanti a tutti i nostri compagni di classe. Io volevo solo proteggerla... Io..." Non riesco a dire altro perché la gola mi si serra e inizio di nuovo a piangere di nuovo. "Va tutto bene... Adesso sei al sicuro", sussurra lui con calma.
Ha ragione, adesso sono al sicuro. Qui, tra le sue braccia. "Stai tranquilla. Non mi piace vederti piangere", mi rassicura lui di nuovo. Ad un certo punto sentiamo dei passi piuttosto veloci. Ethan mi fa segno di tacere, mi fa alzare e ci chiudiamo in una cabina. Trattengo il fiato e lui mi tiene la mano sulla bocca. "È occupato ?", chiede la ragazza bussando. Ethan mi toglie subito la mano dalla bocca. "Sì, è occupato", rispondo io in fretta. Allora sento la ragazza entrare nella cabina affianco.
Così, io esco e faccio cenno ad Ethan di uscire fuori, appena vedo che non c'è più nessuno. Usciamo completamente dal bagno delle ragazze ed entrambi tiriamo un gran sospiro di sollievo. Lui mi guarda e sorride, poi tende la mano sul mio viso e mi asciuga le lacrime. "Queste lacrime non meritano di essere versate per persone che meriterebbero di annegarci", dichiara sussurrando. Io gli sorrido e non dico altro, perché so che ha ragione.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora