Pazienza

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Mi siedo davanti al portone e cerco di calmarmi. Tengo i pugni stretti e cerco di respirare piano, ma nulla. Le mie mani continuano a tremare: non ho mai provato così tanta rabbia prima di adesso.
Prendo il telefono e chiamo Yousef.
"Daryn?", inizia lui dall'altra parte del telefono.
"Yousef, sono davanti a casa di Ilena. Vienimi a prendere, per favore", dico andando dritta al punto.
"Okay...", continua, "ma va tutto bene?".
"Vieni e basta", dico prima di riattaccare.

"Te lo avevo detto che era lei che si sentiva con Ceva", dichiara Yousef alla fine dopo aver sentito il mio discorso.
"Speravo che tu stessi dicendo una sciocchezza e cercavo di convincermi che tutto questo era solo uno scherzo di pessimo gusto. Essere piazzata così, in questo modo, davanti alla realtà fa male. Capisci?", dico guardando il fiume davanti a me.
"Sí, comprendo", fa una pausa, "Ma ora cosa avresti intenzione di fare?", chiede infine. Io rifletto un po' e mi ritrovo senza risposta.
"Non lo so. Io non lo so", dichiaro infine.
"Hai intenzione di dirlo a Cornelia e alle altre?", chiede perplesso.
"No. Per ora no", rispondo sicura.
"E quando lo dirai? Va che le voci girano molto in fretta e se Cornelia e le altre vengono a saperlo da fuori, si arrabbiano con te poi. Rischi di perdere tutte le tue amiche se nascondi loro una realtà simile".
"Hai ragione pure tu. Anche questo è vero, però adesso non voglio dire nulla. Penso che sia il momento meno adatto, dal momento che mancano pochi mesi alla nascita della bambina e non voglio turbare Cornelia", dichiaro riflettendo bene.
"Già...", si limita a dire e io noto una sorta di inquietudine nella sua voce.
"Sei preoccupato, paparino?", chiedo con un mezzo sorriso.
"Sí, sono preoccupato ma sono anche commosso. Tra meno di due mesi avrò un figlio.... Fatico ancora a crederci, Daryn", dichiaro sospirando.
"Andrà tutto bene. Vedrai! Ti darò una mano", lo incoraggio mentre sorrido.
"Certo, zia Daryn", dice sorridendomi a sua volta.
Io rido divertita e lui mi bacia la fronte.
Che realtà strana... Chi lo avrebbe mai detto che Yousef, mio fratello, avrebbe avuto un figlio a soli diciott'anni?

"Comunque ho preso un sacco di tutine per la bambina, magari dopo vi mando le foto", dichiara Cornelia accarezzandosi la pancia.
"Va bene, Corny", dichiara Daria sorridendole.
Ilena guarda altrove e non dice nulla, mentre io e Cornelia non ci parliamo tanto.
"Corny, ti va di accompagnarmi in bagno?", le chiedo siccome vorrei chiarire con lei la situazione.
"Sí...", risponde un poco titubante, mentre comincia a seguirmi.
Quando arriviamo in bagno lei mi fissa con uno sguardo interrogativo, così io dico: "Ho visto che in questi ultimi giorni non mi hai più parlato o meglio non mi parli più come prima. Va tutto bene?".
"Sí... va alla grande!", mi risponde cercando di essere il più entusiasta possibile.
"Guarda che io ti conosco, Corny. So quando ti va bene e quando ti va male, quindi ora dimmi che hai", rispondo con tono perentorio.
"Daryn, perché non ti fa piacere che tuo fratello adotti la mia bambina?", chiede lei direttamente ed io intravedo una traccia di rimprovero nel suo sguardo.
"Non è che non mi faccia piacere, Cornelia. Non è questo il punto. Semplicemente si tratta del suo futuro: io non voglio che mio fratello si distragga", rispondo ricercando la massima sensibilità.
Faccio una pausa, poi riprendo: "Lo sappiamo tutti che Yousef ha una buona carriera scolastica e anche sportiva, e io non voglio che lui rinunci né ad una né all'altra", continuo, "Crescere un bambino è una delle sfide più complicate che una persona possa affrontare nella sua vita e... e io non so se Yousef sia davvero pronto ad affrontare tale sfida".
"Oh... non ci avevo mai pensato a questo", si limita a dire pensierosa.
"Già...", affermo piano.
"Yousef non deve adottare questo bambino", dichiara lei dopo qualche minuto di silenzio.
Io le sorrido piano, prendo le sue mani tra le mie e dico: "Ora va tutto bene, Corny. Non puoi vietargli una cosa simile, quando finalmente ha convinto la mamma. Non complicare le cose ora che sono diventate più facili!".
"Ma Daryn..."
"Niente "ma"! Attualmente sono prontissima a diventare zia, quindi non farmi tornare sui miei passi", la interrompo sorridendo. Lei finalmente si mostra felice regalandomi così il sorriso più bello di sempre.
"Sarai una brava zia, suppongo", dichiara lei commossa.
"E tu una brava mamma", finisco io abbracciandola.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora