Loro

321 13 0
                                    

Apro gli occhi e li richiudo subito dato il mal di testa allucinante che mi viene. Provo a ricordare cosa è successo ma... nulla. Riprovo ad aprire gli occhi ancora una volta e fortunatamente riesco a vedere. Sono su un letto d'ospedale e c'è un'infermiera vicino a me, che sta sistemando qualcosa. Appena vede che ho aperto gli occhi mi sorride e si avvicina. "Ti sei svegliata alla fine, principessa!", comincia allegramente lei.
"Dove sono?", chiedo richiudendo gli occhi.
"Sei in ospedale, ti hanno salvata per un pelo. Stavi per morire..."
"Oh...", rispondo e nel frattempo cominciano a scorrermi davanti delle immagini...
Ora ricordo tutto: Nadia che esce distrutta dalla discoteca... Nadia che inizia a correre... io che urlo disperatamente e la rincorro... poi c'è la tangenziale e Nadia che si ferma in mezzo alla strada... io che corro in mezzo alla strada per spostarla...
Socchiudo gli occhi perché il mal di testa mi ritorna di nuovo.
"Comunque... tu dovresti essere la figlia della dottoressa Karma, giusto?!", chiede l'infermiera. "Sì...", rispondo preoccupata dato che solo ora mi ritorna in mente che mia madre mi aveva proibito di uscire di casa.
"Cavolo, le hai fatto prendere proprio un bel colpo neh. È rimasta vicino a te per tutto il tempo... piangeva così tanto... era disperata", dichiara l'infermiera sorridendomi con tenerezza.
Ad un certo punto la porta della stanza si apre e mia madre entra piano pensando che io stessi ancora dormendo. Appena mi vede con gli occhi aperti, sorride e corre vicino al mio letto.
Comincia a baciarmi la testa e i capelli mentre le lacrime le scorrono sulle guance, come le cascate del Niagara. "Oh Daryn... Oh vita mia... come hai potuto farmi ciò?! Ti rendi conto che mi hai ucciso dalla paura. Oh figlia mia, Allah ti ha protetto... Ma per l'amore del cielo che ti è preso?! Volevi forse suicidarti...?! Ma perché...?!", chiede mia madre in bilico tra la disperazione e la tristezza.
"Mamma... non mi volevo suicidare! Volevo semplicemente salvare la mia amica... senza di me adesso sarebbe morta, capisci ?!", chiedo provando a calmarla.
"Quindi volevate suicidarvi entrambe?!", chiede lei ancora piangendo.
"No, Mamma. Era Nadia che si voleva far investire, ma non io. Io no mamma... Io non butterei mai la mia vita all'aria così. Non potrei mai farlo, solo il pensiero mi urta", rispondo provando a calmarla.
"Oh...", si limita a dire, poi va a prendere una sedia e si siede vicino al mio letto.
"Povera...  deve essere proprio tormentata. Che problemi ha quella ragazza?", riprende dopo un po'.
"Ci parlerò dopo... a proposito dov'è?", chiedo preoccupata.
"È nella stanza numero diciassette. È stata portata in ospedale con te, ma a differenza tua non si è rotta nulla e non ha graffi sul viso. L'unica cosa è che non parla e non reagisce, si limita a fissare il vuoto", mi risponde questa volta l'infermiera.
"Oh... io cosa mi sono rotta?", chiedo piano.
"Il polso, mia cara... e per un pelo non ti sei rotta il cranio. Devi aver fatto proprio un bel volo", risponde l'infermiera.
"Oh Allah... grazie per aver salvato la mia unica figlia", dice mia madre in una sorte di preghiera.

Esito prima di entrare nella stanza diciassette ma poi mi decido e apro la porta.
Appena entro noto quanto l'aria sia inquietante in un certo senso.
Vedo Nadia distesa sul letto con gli occhi aperti, così mi avvicino a lei, prendo una sedia e mi accomodo. "Ciao, Nadia...", inizio io, ma lei non risponde. "Stai bene?", chiedo ancora. Questa volta attendo a lungo, ma non ottengo nessuna risposta. "Nadia, mia cara amica, cosa ti era saltato in mente? Avresti potuto... morire!", dico piano ma con un tono di rimprovero.
"Era questo l'obbiettivo, Daryn. Non lo avevi capito?", chiede lei sussurrando.
La guardo bene in faccia e noto che è proprio stanca. Ma nel vero senso della parola. Gli occhi sono bagnati di lacrime e intorno ad essi c'è una specie di colorito viola. Sembra che non abbia dormito per anni, è in condizioni pietose.
"Ma perché Nadia? Che succede? Cosa ti sta andando male?!", chiedo non capendo.
"Tutto Daryn. Tutto. La vita... le persone.... e tutto. Vorrei che tutto quanto si fermasse, anche solo per un secondo. Però che si fermi per favore. Mi scoppia la testa... io voglio morire. Non ha senso questa vita. Non ha senso questo mondo. Sono così infelice" , mi risponde sussurrando.
"Se tu morissi, mancheresti a tante persone", dichiaro io, provando a farla riflettere.
"A chi Daryn?! A chi mancherei ? Ai miei, sicuramente no, dato che si sono limitati a chiamarmi e non sono neanche venuti a trovarmi. Alle mie amiche? Non credo proprio. A te? Direi proprio di no, dato che mi odi e non ti biasimo per questo"
"Io non ti odio, Nadia. E se anche ti odiassi, credi davvero che mi sarei buttata davanti a una macchina per salvare la tua preziosa vita, che tu volevi tanto mandare a puttane?!", chiedo ancora provando a farla riflettere.
"Non mi odi? Allora ti darò le motivazioni per farlo: sapevo che tu ed Ethan eravate innamorati, eppure mi sono messa con lui lo stesso. L'ho baciato davanti ai tuoi occhi. Ti ho dato della zoccola. Vuoi che vada avanti?", chiede lei in preda alla rabbia.
"Non ti odio, Nadia. Io non ti odio. Vuoi che te lo dica in cinese così almeno lo capisci?", domando spazientita. "Perché?", chiede ancora ma io non rispondo. "Forse ho capito. Tu non sai odiare... non sei capace di farlo. L'odio, quello, non fa parte dei tuoi principi", sussurra lei dopo un po'.
"Secondo te cosa sbaglio?", chiede ancora lei dopo qualche minuto di silenzio.
"In che senso?"
"Nel senso che io tutto quello che faccio è praticamente sbagliato, di conseguenza io sono sempre quella sbagliata. Non vado mai bene e anche quando cerco di andare bene, vengo sempre tagliata fuori. Ho cercato di chiedere aiuto più volte, e non l'ho fatto verbalmente ma l'ho fatto con gli sguardi. I miei occhi, Daryn, li hai mai... visti? Hai mai cercato di capire se io, la tua amica, stavo bene o meno?! Non credo, perché se lo avessi fatto avresti notato tutto il dolore, la tristezza, la voglia di morire che mi tormenta ogni giorno", risponde lei girando la testa e facendo in modo che io non veda il suo pianto. D'un tratto mi sento una persona totalmente insensibile. Come ho fatto a non accorgermi del malessere di Nadia per tutto questo tempo?! Ero forse... accecata?! Mi accorgo che anche a me sono cominciate a scendere le lacrime e credo che chiunque, alla vista dello stato in cui si trova questa ragazza, piangerebbe ininterrottamente.
"Daryn non lo vedi?", chiede Nadia d'un tratto indicando la finestra. "Cosa?", chiedo corrucciata. "Ethan... è venuto a prendermi. Aiutami ad andare lì, portami da lui", mi ordina sorridendo tra le lacrime e provando ad alzare la testa dal cuscino. "Nadia stai ferma, così rischi di svenire!".
"Daryn, ti prego portami da lui", mi supplica piangendo ancora più forte. "Ma tesoro, non c'è nessuno davanti alla finestra!", provo a convincerla ma lei continua ad insistere, finché io decido di aiutarla ad arrivare dove vuole per assecondarla.
"Ti prego aiutami. Riprendimi perché io non so più come riprendermi.", sussurra Nadia.
"Ethan...? Daryn, perché non mi risponde?", chiede lei staccandosi da me e andando alla finestra. "Nadia, Ethan non è qui", le dico con tono fermo per cercare di farle capire che è tutta un'illusione. Nadia comincia a guardarsi intorno e pian piano comincia a tenersi la testa tra le mani, iniziando a piangere e a respirare affannosamente. "Daryn... che mi succede?! Digli di abbassare la voce, per favore. No, digli di andarsene", mi prega con tono tremante.
"Di chi stai parlando? Qui non c'è nessuno!", dico corrugando la fronte. "Non li vedi, Daryn?! Non vedi che mi stanno giudicando? Oddio... vogliono toccarmi. Oh Daryn... digli di stare lontani da me. Sento le loro mani addosso!", parla lei guardandosi attorno spaventata. "Nard, nessuno ti sta mettendo le mani addosso, visto che non c'è nessuno in questa stanza tranne me e te!", esclamo spazientita. Ma lei sembra non ascoltarmi e continua a guardarsi attorno, mentre cerca di "proteggersi" da... non so da che cosa. "Daryn, mandali via. Non vedi che  vogliono uccidermi?!" Nadia comincia a prendersi la testa tra le mani di nuovo, e si avvicina al muro. Credo che sia... impazzita, così provo a reggerle il gioco per cercare di calmarla. "Va Bene, va bene. Li mando via, ma tu stai calma", le dico provando a confortarla.
"Veloce, veloce prima che mi trovino!", mi sussurra lei con uno sguardo assorto.
"Via! Via! Andate via! Lasciatela in pace!", comincio a urlare per tutta la stanza e per un attimo credo di essere impazzita anche io.
Dopo un po' Nadia domanda: "Se ne sono andati?". "Sì, Nadia. Se ne sono andati, adesso stai calma", le sussurro andando a sedermi per terra vicino a lei e cominciando ad abbracciarla. "Oh Daryn... grazie mille! Adesso però devo rimanere qui perché magari torneranno.", mi dice guardandomi seriamente.
"Chi, Nadia? Chi sono loro ?", chiedo per cercare di mettere fine a questa pazzia.
"Le persone... sono le persone, Daryn. Loro mi fanno paura. I loro sguardi, le loro parole che mi feriscono, le loro mani sul mio corpo, i loro pregiudizi, il loro disinteresse nei miei confronti...", mi risponde mentre si accovaccia per terra posando la sua testa sul pavimento.
"Va Bene, adesso però stai calma. Io vado a prendere una cosa e arrivo subito, ma tu non ti muovere. Stai pure così", le ordino mentre comincio ad alzarmi.
Vado fuori dalla stanza e la chiudo piano, e comincio a cercare un medico nel corridoio.
"Salve, mi può dire chi è il medico che si prende cura della paziente che si trova nella stanza diciassette?", chiedo a un'infermiere.
"Sì, è il Dottor Franceschini", mi risponde lui.
"Abbiamo un'urgente bisogno di lui... Dove lo posso trovare?", chiedo in preda all'ansia.
"Se vuole glielo vado a chiamare...", propone l'infermiere. "Sì, grazie", rispondo per poi dirigermi subito verso la stanza di Nadia.
Appena entro mi trovo davanti uno spettacolo a dir poco raccapricciante. "Sono tornati! Hai visto?! Mi hanno messo le mani addosso."
Trovo Nadia con il viso tutto graffiato e sanguinante. Subito dopo capisco che si è graffiata il viso con le unghie. "Nadia, cosa hai fatto al tuo bellissimo viso...?", chiedo sussurrando. "Non sono stata io, ma loro.", mi risponde tornando ad accovacciarsi per terra.
Prima che io possa risponderle, la porta si apre e subito vedo entrare il dottore. "Ma che diavolo...", dice lui prima ancora di salutare.
Subito dopo alcuni infermieri entrano nella stanza e cominciano a far alzare Nadia. Prima che mi possano mandare fuori dalla stanza, sento Nadia chiamarmi e sussurrare: "Daryn, scusami. Per tutto".

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora