Hannah

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Quattro giorni. Sono passati quattro giorni da quando avevo visitato Nadia e da lì sono rinchiusa in casa; sia perché mi gira sempre la testa che per il polso.
Ethan è venuto un paio di volte a trovarmi, mentre mia madre sta facendo appello a tutta la sua pazienza per sopportarmi. Non parlo tanto e non mi esprimo neanche con i gesti. Sto provando un totale disinteresse per la mia vita quotidiana che a volte mi dimentico anche di bere e mangiare. Tutto quanto mi sembra così insensato e per un certo senso irrilevante. Non avevo mai visto, figuriamoci incontrato, il rischio di morire prima di allora. Ma dopo aver assistito al tentato suicidio e al ricovero di Nadia, qualcosa si è completamente spezzato dentro di me. Continuo, ogni giorno, a sentire un'irrefrenabile tristezza che a momenti ho la sensazione che mi stia per devastare. E di certo stare rinchiusa in casa non mi sta aiutando affatto. Così mi metto un velo a caso e scendo al piano di sotto.
"Dove vai Daryn?", chiede mio fratello una volta in cucina.
"Voglio fare un giro. Se stessi ancora tra quelle pareti probabilmente impazzirei"
"Era ora... comunque mi dispiace."
"Per cosa?"
"Per averti lasciata ritornare a casa con Ethan. Credo che se non lo avessi fatto, adesso, non saresti in queste condizioni", dice lui aggrottando la fronte.
"Se non lo avessi fatto, probabilmente, Nadia a quest'ora sarebbe morta. Le cose dovevano andare così, punto e basta"
"Okay... comunque mi dispiace lo stesso", dice lui.
"Va Bene. Ci vediamo dopo allora"
"Daryn...", mi chiama ancora lui.
"Sì, Yousef?"
"Cosa faccio con mamma? Voglio dire: non mi parla più da quando tu ti sei rotta il polso. E ha ragione eh. Non dovevi uscire di casa, ma io te l'ho permesso. Mi dà dell'irresponsabile eppure io non la biasimo perché sono consapevole del fatto che lei abbia completamente ragione"
"Tranquillo. Sistemerò tutto io. Adesso vai pure in palestra e non ti preoccupare", finisco uscendo di casa.
Il cielo è nuvoloso, probabilmente sta per piovere. Ottimo!
Mi guardo attorno non sapendo dove andare, poi noto la casa di Ethan e decido di andare da lui. Busso e mi apre. Alla sua vista mi rallegro subito e d'un tratto sento la felicità farsi strada nel mio cuore.
"Daryn... Stavo appunto venendo da te", dice lui invitandomi ad entrare.
"Ciao, Ethan. Scusami se ti disturbo, è che ero tanto triste. Se fossi stata ancora un minuto in più in quella casa, probabilmente sarei impazzita", rispondo entrando.
"Ethan..." Una voce femminile arriva dalla cucina e io guardo subito il mio ragazzo accigliato.
"Andiamo in cucina", dice lui alla fine.
Una volta entrati, troviamo una donna bellissima di circa quarantacinque anni. I capelli castani lunghi le incorniciano il viso tondo. I suoi lineamenti sono talmente fini e delicati da farla sembrare una bambola di porcellana. Gli occhi, quelli, li riconosco subito perché sono gli stessi di Ethan. Quel verde smeraldo... come potrei dimenticarlo ? Lo riconoscerei anche tra mille occhi. "Daryn, lei è mia madre Hannah", inizia Ethan presentandomi a quella donna raffinata.
"Mamma, lei è Daryn, la mia ragazza".
A quella frase io arrossisco, visto che sono pronta per conoscere i suoi genitori...
"Oh... finalmente ti ho conosciuta! Ethan parla così tanto di te... Ovviamente sapevo come eri fatta fisicamente, dati i ritratti che lui fa in continuazione, però non ti ha mai portata a casa in mia presenza", dice lei venendo ad abbracciarmi.
"Piacere mio signora...", rispondo io imbarazzata ma ricambiando quell'affetto improvviso.
"Be' devo dire che mio figlio non si sbaglia mai sulle ragazze. Complimenti, Ethan. Bella scelta!", dice Hannah facendo l'occhiolino al figlio. Io arrossisco ancora di più e guardo Ethan sorridendo.
"Ragazzi, andate pure in giardino. Io vado a preparare il tè per tutti noi.", dice Hannah infine.
Una volta in giardino ci sediamo e cominciamo a parlare del più e del meno.
"Daryn, quando avresti intenzione di tornare a scuola? La sospensione è finita e tutti stanno chiedendo di te anche la preside ha chiesto se stessi bene", domanda Ethan guardandomi negli occhi preoccupato.
"Non lo so, Ethan. Io per ora non me la sento di mettere piede in quella scuola soprattutto dopo il tentato suicidio di Nadia...", rispondo con un tono triste. Lui sta zitto per un po' e in quegli istanti mi sembra che stia riflettendo, poi dice: "Mi sento un sacco in colpa. Credo di essere stato io la causa di questi problemi: non dovevo mettermi con lei solo per un litigio avvenuto tra noi due. Guarda come l'ho ridotta..." .
"Non credo sia solo colpa tua, Ethan. Abbiamo sbagliato tutti nei confronti di questa ragazza e l'abbiamo ridotta in questo stato. Se le è stata diagnosticata la depressione delirante non credo sia a causa di una sola persona", dico cercando di tranquillizzarlo.
"Che tipo di depressione è quella delirante ?", chiede lui dopo un attimo di silenzio.
"È una depressione tanto grave che si presenta con le allucinazioni, che ovviamente possono anche portare al tentato suicidio, come nel caso di Nadia. Per curarla serve un lungo periodo di terapia che deve essere affiancato anche con i farmaci e i sonniferi, come mi ha detto il medico". Lui sospira per poi fissare un punto nel vuoto. Per un attimo, mi sembra di non riconoscerlo più. Il ragazzo che sta davanti a me è... triste; e Ethan non è mai triste.
"Non ti affliggere così tanto. Lei starà bene. Magari non adesso, ma forse tra un po'. Ora abbiamo la certezza che non si farà più del male", dico io prendendogli le mani tra le mie per cercare di confortarlo.
"Il dolore Daryn... il fottuto senso di colpa, quello, sembra uccidermi dentro".
"È inutile stare a rimpiangere i propri errori. Non guardare mai dietro di te, osserva la strada che hai davanti. Non credo che stare qui a piangersi addosso, possa aiutare Nadia. Potremmo invece pensare a come starle vicino", propongo io sorridendo.
"Già... ho pensato varie volte che sarebbe stato carino se fossimo andati a trovarla, però non so fino a che punto la mia presenza la possa urtare".
"Effettivamente hai ragione. Facciamo una cosa: nei prossimi giorni andrò io a trovarla poi quando vedrò che le sue condizioni stanno migliorando, ci andremo assieme."
Qualche istante dopo, entra Hannah con un vassoio, lo posa sul tavolo e si siede con noi.
"Allora Daryn? Come va la vita?", chiede lei sorridendomi.
"Bene, signora e lei come sta?", chiedo provando ancora quella sorta di imbarazzo ed angoscia. "Ti prego, chiamami pure Hannah e dammi anche del tu, grazie".
"Va Bene, Hannah", le rispondo sorridendo.
"Bene dai, qui è proprio bello. L'Italia è un paese stupendo, finalmente sono riuscita a far avverare il mio sogno!".
"Il tuo sogno era quello di vivere in Italia?", chiedo incuriosita.
"Be' diciamo che volevo ritornare nella terra dei miei nonni. Così, ho deciso di studiare letteratura italiana per poi venire a insegnare qui all'università", dice lei con una felicità contagiosa negli occhi.
"Che bello!", esclamo io sincera.
"Già anche se ci ho impiegato un po' per trovare il posto, ma devo dire che ne è valsa la pena", dice lei dando una carezza sia a me che al figlio.
"Se mi posso permettere, devo dire che hai un accento totalmente italiano", dico io ripensando all'accento di Ethan che è totalmente americano.
"Già... che soddisfazione!", mi risponde lei contentissima.
"Daryn, guarda che nel fine settimana c'è il ballo di metà anno neh", interviene Ethan.
"Qui fanno le feste a metà anno?", chiede poi la madre.
"Sì, mamma. Infatti avevo intenzione di accompagnare Daryn", dichiara lui guardandomi sorridendo .
"Hai già scelto il vestito, cara?", chiede Hannah corrugando la fronte.
"No, purtroppo no. Anche perché nei giorni scorsi ho avuto altro da fare", dichiaro io alzando il polso ingessato. "Già... Ethan me lo ha raccontato. Mi ha detto che sei caduta, ora stai meglio?", chiede lei sorridendomi.
"Sì, sto molto meglio.", rispondo guardando Ethan sospettosa, ma comprendo subito che non ha raccontato nulla alla madre per quanto riguarda Nadia. "Quando torni a scuola, cara? La sospensione per voi due è già finita!", chiede lei. "Sì, hai ragione. Probabilmente o domani o dopodomani anche perché ormai sono gli ultimi giorni e vorrei rivedere un po' tutti i miei compagni di classe, in più devo concludere alcune faccende d'istituto"
"In che senso "faccende d'istituto" ?", chiede lei corrucciata. "Mamma, Daryn è la rappresentante d'istituto, inoltre, è anche la rappresentate di classe e la dirigente del giornalino scolastico", le risponde Ethan con un tono di fierezza nella voce. "Che brava! Complimenti, cara. Comunque per quanto riguarda il vestito, non ti preoccupare. Dopodomani andiamo a comprarlo assieme, sarai perfetta per quel ballo!", esclama lei dandomi un bacio delicato sulla guancia.
"Grazie mille, Hannah!", dico io sorridendole con gratitudine.

Ciao! Come vi va?! Come sta andando questa quarantena...? Io personalmente non faccio altro che scrivere e leggere (vabbè oltre alle videolezioni ovviamente 🙄!)
Tenente duro neh, mi raccomando.
Ps come vi sembra il capitolo ?

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora