Distrazioni

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"La prossima volta, paperotti, portate la Divaina: scateneremo l'inferno", dichiara la prof chiudendo il libro. "Divaina" sta per "Divina commedia": la nostra prof di italiano ha un modo tutto suo di chiamare le opere e di definire le persone.
La campanella fortunatamente suona e tutti si catapultano fuori dall'aula, come se l'atrio fosse la loro unica salvezza. Cornelia esce senza salutarmi: probabilmente è arrabbiata con me, dal momento che sono contraria all'adozione di sua figlia da parte di Yousef.
"Daryn, si può sapere che hai?", chiede Ethan vedendomi intenta a mettere i libri nel mio zaino, che però mi cadono goffamente per terra. Ethan li raccoglie da terra e me li porge gentilmente.
"Sì... sì, io sto bene", rispondo distratta.
"Ma insomma, Daryn, svegliati un po'. Ma quanto puoi essere distratta oggi?", domanda di nuovo quando vede che sto mettendo il mio astuccio nel suo zaino. Io mi fermo un attimo, fisso il mio sguardo su di lui, poi dico: "Ethan, oggi ci siamo solo io e mio fratello a casa. Ti va di venire a pranzo con noi?".
"Va bene, basta che durante il tragitto mi dici che hai", mi risponde infine accettando l'invito.

Apro la porta di casa piano e vengo subito ospitata da una fetore incredibile: mi sembra che sia morto qualcuno o forse qualcosa è... bruciato.
"Ciao, capitano!", inizia Ethan appena vede mio fratello uscire dalla cucina.
"Ciao, Ethan", lo saluta mio fratello con un sorriso caloroso.
"Come mai manchi agli allenamenti? E poi in palestra non ti vedo più da secoli praticamente", chiede Ethan, nonostante sappia benissimo il motivo per cui mio fratello continua ad assentarsi dalla vita reale in generale.
"Non sono nel mood, ecco tutto", risponde semplicemente Yousef non volendo entrare nel dettaglio.
"Ti sei forse lasciato con Mihrimah?", azzarda Ethan piano.
Mio fratello mi fulmina con lo sguardo e poi torna a rivolgersi a suo amico, dicendo: "Tra tutte le sorelle, la mi è sicuramente la più pettegola. Vedo che le notizie girano in fretta. Comunque sì, ci siamo lasciati".
"Oh... mi dispiace davvero tanto", si limita a dire Ethan.
"Be' andate a posare gli zaini e raggiungetemi in cucina, perché ho preparato da mangiare per tutti", dice volendo concludere subito il discorso.
Io e Ethan saliamo le scale, andiamo in camera mia, posiamo gli zaini per terra e ci sediamo un attimo. Io sul letto e lui sulla poltrona vicino alla finestra.
"Ascolta, Ethan, dobbiamo trattare con lui questo argomento con tanta sensibilità e altrettanta delicatezza. Capito?", inizio io.
"Sì, Daryn, ho capito, ma non è questo il punto. Non è questo il problema. Lo sai vero che lui tecnicamente un'adozione la può fare tranquillamente?", mi chiede Ethan calmo.
"Sì, lo so, ma non è l'età e non è nemmeno il momento. Questo non può succedere, non cui, non adesso. Lui è tanto buono, ma è anche tanto sciocco. Ti rendi conto che sta buttando all'aria tutto il suo futuro, perché vuole assumersi delle responsabilità che non sono nemmeno sue?!", chiedo basita, siccome la situazione mi sembra abbastanza surreale.
"Sì, lo so però, come ha già detto, la decisone è solo sua e non di nessuna altro", mi risponde Ethan corrucciato. Io sospiro rassegnata. "Ciò non toglie che noi possiamo consigliarlo. Insomma possiamo provarci, ma non ti assicuro nulla", riprende infine. Io continuo a guardarlo preoccupata, così  lui si alza e viene a sedersi vicino a me sul letto e mi dice: "Andrà tutto bene. Vedrai".
Io cerco di sorridergli, nonostante la mia preoccupazione.

"Allora? Cosa ne pensate della pasta che ho preparato?", ci chiede mio fratello tutto felice. Io mando giù a fatica il terzo boccone e guardo il povero Ethan che sta cercando di finire il piatto per non creare alcun dispiacere al suo amico. "Buonissima", gli rispondo sorridendo.
"Lo sapevo che la mia pasta vi sarebbe piaciuta!", esclama Yousef fiero del suo orribile lavoro. "L'ho preparata tutta io, sia l'impasto che il sugo", riprende continuando a fissare con amore il suo piatto di pasta.
"Abbiamo notato", diciamo all'unisono io e Ethan.
"Sì, l'avevo fatta a forma di cuoricini piccoli, ma non so perché è uscita a forma di triangolo scaleno", dichiara mio fratello un po' deluso.
"Vabbé ma la forma non ha molta importanza, l'importante è il sapore", prova a consolarlo Ethan. Io cerco di trattenermi dal ridere, ma è praticamente impossibile.
"Sì, hai ragione. Comunque ha qualche difetto, ma è perfetta", gli risponde mio fratello convintissimo.
"Ha qualche difetto, ma è perfetta"... ogni tanto mi chiedo da dove tira fuori queste perle mio fratello.
"Concordo", affermo io per farlo felice.
"Cucinavo sempre per Mihrimah", dichiaro lui ad un tratto tristemente.
Ora capisco perché la povera ragazza è scappata, penso tra me e me malignamente.
"Vado a prendere il cellulare di sù, perché mi sa che sta squillando", dice subito dopo, cambiando così argomento.
Appena Yousef se ne va dalla cucina, Ethan dice: "Ma tuo fratello cosa ha cucinato? I sassi o le pietre?". Io lo guardo imbarazzata, ma deve capire che dobbiamo assecondare Yousef come se fosse un bambino, se vogliamo che esca fuori dalla sua depressione.
"Effettivamente la pasta è davvero dura... mi dispiace, Ethan, ma sai che mio fratello è un po' tardo", gli rispondo prendendo il mio e il suo piatto e versandone il contenuto nella spazzatura, perché la pasta è davvero immangiabile e quando dico "immangiabile", lo intendo davvero.
"Allora, miei cari bombon, avete finito la pasta?", chiede You rientrando in cucina. Io e Ethan evitiamo di rispondere. "Se volete ce n'è ancora un po'", continua lui.
Io e Ethan ci guardiamo preoccupati, così intervengo subito: "Be' io direi che è meglio passare al secondo". Mio fratello annuisce.
"Vi ho preparato della carne buonissima", dice mettendo un piatto con delle fette strane bruciacchiate sul tavolo.
"Quella è carne?", chiede Ethan sgranando gli occhi. Io invece comprendo che la puzza allucinante che avevamo sentito appena entrati a casa era la carne che, mio fratello era intento a cucinare. Yousef ignora la domanda di Ethan e comincia a tagliare, ma non ci riesce.
"Yousef, credo sia meglio passare al dolce", concludo infine sperando che il dolce sia davvero dolce e non salato.

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora