Parole

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Mi metto sulla soglia della porta e aspetto che lui noti la mia presenza, ma nulla. Yousef è completamente immerso nei suoi pensieri, quindi decido di farmi notare e dico: "Posso entrare?". Lui mi guarda un po' perso poi annuisce. Da quando Ethan se n'è andato, io e Yousef, non ci siamo più rivolti la parola.
Vado a sedermi sul letto vicino a lui ma ci troviamo immersi in un silenzio totale, quasi assordante, che pare non dare alcun fastidio a mio fratello; ma io non sono venuta qui per astenermi dal parlare, quindi inizio dicendo: "Credo di aver mancato di sensibilità e di delicatezza nei tuoi confronti: ti chiedo scusa. Mi dispiace". Lui mi guarda corrucciato, quasi come se faticasse a capire, come se stessi facendo un discorso incomprensibile. La sua reazione mi innervosisce e mi mette a disagio, così riprendo: "Be'... perché mi guardi così? Che c'è?". Lui si riscuote subito e mi risponde: "E' che è strano sentirti pronunciare queste parole. Tu non chiedi mai scusa". Io sbuffo dimostrando così un fastidio evidente.
"Comunque, apprezzo e accetto le tue scuse", dichiara lui infine. Io sorrido lievemente. Stiamo in silenzio ancora per un po' e nel frattempo mio fratello si alza in piedi e mi si mette davanti.  Caspita... è praticamente una montagna in confronto a me.
"Comunque non ho intenzione di ritornare con Mihrimah", dichiara ad un tratto.
"E allora cosa era quello che ho visto negli spogliatoi?", chiedo con calma, cercando di essere paziente.
"Senti, Daryn, io le voglio davvero bene. Non riesco a vederla in quelle condizioni standomene con le mani in tasca. Le voglio bene proprio come un padre vuole bene ai suoi figli e... okay, basta parlarne. Sappi solo che l'ho consolata e l'ho tratta così bene, perché mi dispiaceva. Ora direi che possiamo finirla qui con questa storia, siccome ci sono cose molto più importanti di cui dobbiamo parlare", conclude lui seccato. Io comprendo il suo disagio, così decido di lasciare stare l'argomento per un po'.
"Okay, ti ascolto: dimmi pure", rispondo. Mio fratello va a chiudere la porta della stanza e torna a sedersi sul letto vicino a me. Mi fissa il viso attentamente e io comincio mi sento l'ansia salire.
"Allora? Che c'è? Mi metti ansia così", dichiaro.
"Ho scoperto chi è la nuova ragazza con cui si sente Ceva", dichiara mio fratello piano. Io sbianco e subito dopo dico: "Non lo voglio sapere".
"Devi saperlo", ribatte mio fratello fissandomi ancora più intensamente.
"Non mi interessa. No, non sono minimamente interessata", affermo con la voce spezzata.
"Guarda che non è che perché la verità ci risulta spesso crudele e cattiva, allora vuol dire che dobbiamo astenerci dal conoscerla", ribadisce lui comprensivo. Io mi ritrovo a riflettere bene sulla sua frase e comprendo che ha completamente ragione.
"Chi è la ragazza?", sbotto preoccupata.
"La ragazza con cui si sente Ceva è Ilena", risponde lui secco.
Io sgrano gli occhi.

"Yousef, Io questo non lo accetto! Te lo scordi".
Le urla di mia madre mi svegliano all'improvviso e io rimango per un po' con gli occhi socchiusi, cercando di tornare nel mondo dei vivi.
"Non ti ho chiesto accettare, ti ho semplicemente informata", le risponde mio fratello con un tono freddo e ancora più alto del suo.
"Yousef, mi stai facendo arrabbiare!", urla mia madre e subito dopo si sente una sorta di colpo secco, un tonfo.
Sbatto più volte le palpebre e subito dopo mi ritrovo fuori dal letto. Scendo le scale di fretta ed entro subito in salotto per vedere cosa sta succedendo.
Vedo mio fratello con il capo chino e la guancia arrossata, così capisco cosa è successo: la mamma ha tirato uno schiaffo a Yousef.
Nessuno nota la mia presenza, perché il mondo sembra essere stato messo in pausa, quasi come se stesse per implodere da un momento all'altro.
Yousef alza la testa d'un tratto e intravedo nel suo sguardo un che di... minaccioso. Infatti due secondi dopo, sbatte il pugno così fortemente sul tavolo di vetro che lo manda totalmente in frantumi. Io indietreggio quando vedo il sangue colare dalle nocche e gocciolare per terra.
"Non è che perché sei una quarantenne fallita, allora devi sfogare la tua rabbia su di noi. Ma quanto puoi essere problematica...?!"
Yousef non fa in tempo a finire la frase che un secondo schiaffo gli arriva sull'altra guancia.
"Zitto, ingrato che non sei altro! Io ho dato la vita per voi. Ho fatto di tutto per te e tua sorella, dato che quel puttaniere di tuo padre ha mollato tutto e se n'è andato. Se non fosse stato per me, tu e quella, probabilmente sareste già finiti in strada. E invece guardate che vita che state facendo... cellulari di ultima generazione, vestiti sempre di marca, gioielli di lusso", dice guardando la collana d'oro che mio fratello porta al collo e il mio anello, "e persino un conto in banca a soli 17 e 18 anni. La vita che voi fate non se la sogna nessuno! Non penso di aver sbagliato qualcosa con voi, e in più il fatto di impedirti di adottare un bambino ora, solo perché non voglio che il tuo futuro venga rovinato, non fa di me una cattiva persona né tanto meno una pessima madre", gli urla lei tutto d'un fiato. Io provo a trattenere il persino e il pianto: ho paura che qualsiasi piccolo movimento possa, in un qualche modo, alimentare l'ira di qualcuno di loro due.
Un silenzio agghiacciante travolge la stanza e quindi comprendo subito che qualcosa di brutto sta per accadere da un momento all'altro. Questo è il momento di quiete prima della tempesta.
"Sai che ti dico, madre cara? Tieniti pure le tue cose e i tuoi soldi", dichiara ad un tratto Yousef con un tono molto calmo e ciò non promette assolutamente nulla di bene. Si toglie la collana d'oro, prende il telefono dalla tasca dei pantaloni, afferra la mano della mamma e posa tutto.
"Io me ne vado", dichiara lasciando la stanza.
Io mi reggo al muro, perché il tutto mi sembra intollerabile.

Ciao a tutti!
Come state? Come va questa quarantena? Spero bene.
Io onestamente mi sento stanchissima, ma allo stesso tempo piena di forze. Un paradosso? Be'... può darsi, eppure è da tanto ormai che il mio io oscilla tra queste due sensazioni totalmente discordi tra di loro.
Ma tutto sommato non intendo affatto lamentarmi. Va bene così.
Spero che voi non siate così tanto complicati quanto me hahahhahah.
A parte questo piccolo sfogo, come vi é sembrato questo capitolo? Cosa ne pensate della reazione di Yousef?
Fatemelo sapere!
A presto
-Malky

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora