Umana

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"Eccoli!", esclama una voce allegra alle nostre spalle. La riconosciamo immediatamente: è la professoressa Bricco.
Io e Ethan ci fermiamo e ci prepariamo ad una lunga conversazione.
"Salve, prof!", salutiamo all'unisono.
"Ciao, ragazzi. Cosa ci fate ancora qui?", chiede curiosamente e con uno sguardo indagatore.
"Stavamo studiando", rispondo io.
"Stavamo mangiando", risponde nello stesso istante Ethan.
"Cioè stavamo mangiando studiando", dichiara Ethan alla fine.
"Ethan, tesoro, puoi parlare piano e bene per amore del cielo?", chiede la Bricco ridendo della frase insensata pronunciata da Ethan. Lui, poverino, comincia a sentirsi in imbarazzo ma le sorride lo stesso.
"Che bel colorito che hai, Daryn!", si complimenta con me la prof in tono un po' ambiguo. "Cosa sono queste belle guance rosee?", chiede poi.
"È il mio nuovo blush prof...", balbetto imbarazzata, perché comprendo che lei ha capito.
"Si vabbé lallero... Mi vedi scritto "Gioconda" in faccia?", chiede la prof ridendo. "Dai ragazzi, tornate a casa. Buona giornata!", ci saluta infine quando capisce che siamo molto a disagio.
"Altrettanto, prof!", sussurro sorridendo cautamente.

"Allora ci vediamo domani?", chiede Ethan quando siamo ormai giunti davanti a casa mia.
"Sí, a domani allora!", dico salutandolo.
Non siamo ancora tornati insieme nonostante il chiarimento, visto che ci serve del tempo per riavvicinarci e per fare le scelte giuste, dato che nessuno dei due vuole soffrire. Non è stato un periodo facile, specie per me che ho sentito la mia anima essere risucchiata totalmente.
Attualmente sto cercando di riprendere peso, e di recuperare tutti gli argomenti che mi sono persa mentre ero in ospedale.
Però ora va bene. Anzi sembra che vada tutto bene, perché in fondo non va mai del tutto bene.
Entro in camera e poso lo zaino per terra per poi cominciare a levarmi il velo.
"Ciao, sore", inizia mio fratello entrando in camera mia.
"Ciao, fra", rispondo sorridendo.
"No ti prego "fra" no. Tu non usi mai la parola "fra". E poi a te sta male... boh evita", risponde arricciando il naso.
"Va bene, Yousef", dico sorridendo.
"Hai già pregato il pomeriggio?", chiede scrutandomi.
"Non ancora, sono appena tornata", rispondo togliendomi la cintura.
"Va bene dai, allora preghiamo insieme. Sempre che ti vada ovviamente", propone incerto.
"Certo, Yousef! Scherzi? È una bellissima cosa. Non lo facciamo praticamente da quando...". Mi blocco perché so che sto andando a toccare ricordi delicati.
"Da quando papà se ne è andato. Già...", finisce lui la frase. Segue un momento di silenzio. Probabilmente anche a lui tutte le immagini stanno scorrendo davanti agli occhi: maledetti ricordi!
"Be' comunque, vai pure a fare il wuduu. Io ti aspetto giù", dice alla fine.
"Va bene", mi limito a rispondere.
"Daryn...", mi chiama piano.
"Dimmi pure"
"Senti, sorellina, non vorrei dire qualcosa che ti potrebbe ferire o altro, ma penso che questi pantaloni siano un po' troppo stretti per la preghiera. Forse è il caso di mettere un qualcosa di più largo se vuoi pregare. Io vado a prendere anche per me un paio di pantaloni, dato che comunque non posso pregare in pantaloncini", dichiara piano.
"Certo, fratellone. Hai ragione", dico guardando i pantaloni attillati. 
Lui mi sorride ed esce dalla stanza.
Sono proprio queste le qualità che ho sempre apprezzato di mio fratello: la sensibilità, il rispetto e l'amore che ha sempre espresso nei miei confronti.

Mio fratello finisce di recitare l'ultima preghiera e poi si gira verso di me.
"Che fai questo pomeriggio?", chiede interessato.
"Cornelia viene qui alle 17:00, quindi la aspetto. Tu non vai in palestra?", chiedo preoccupata.
"Attualmente non me la sento ancora, Daryn", dichiara rassegnato.
"Yousef, il coach ha chiamato la mamma e ha chiesto la causa delle tue continue assenze. Anche in palestra si stanno preoccupando. Tu non salti mai gli allenamenti, You".
"Lo so, lo so, però davvero non me la sento oggi. Preferisco stare a casa", ribatte piano.
"Va bene, Yousef. Fai come vuoi", dico infine.

"Corny!", dico quando la vedo sulla soglia della porta di casa.
"Daryn Bella!", mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.
"Entra pure", la invito facendole cenno di andare in salotto.
"Prepariamo qualcosa da mangiare prima?", propone lei. Io guardo il suo pancione e sorrido. È palese che abbia sempre fame, d'altronde è incinta.
Cominciamo ad andare in cucina.
Lei si siede e io comincio a preparare la nostra "leggera" merendina.
"Cosa ci cucini di bello, giovane chef velata?", chiede Cornelia.
"Pensavo ad un po' di pane croccante, farcito con una crema leggera assieme a un saporito succo di mela", rispondo cercando di essere seria.
"Panino alla nutella e succo di mela?", chiede Corny sdrammatizzando.
"Dai, dovevi reggermi il gioco!", dico ridendo.
"Strano, la nutella in casa Hassan! Cos'é? Il mondo sta girando al contrario?", chiede Coryn incredula.
"Già... Io e mio fratello siamo depressi in questi giorni e quindi stiamo mangiando poco sano e come dei maiali", dichiaro mettendo poca nutella nel mio panino.
"Okay, tu non hai motivo di essere triste dato che il tuo belloccio è tornato, mentre.." . Cornelia si ferma siccome le faccio segno di stare zitta.
Mi avvicino a lei piano e le dico a bassa voce: "Taci, Cornelia, per favore. Mio fratello è a casa".
"Scusa", sussurra lei infine. Io finisco di preparare i panini e di versare il succo, così ci dirigiamo finalmente in salotto. Cornelia si siede e prende subito il piatto da tre panini e il bicchiere più grande. Comincia a mangiare tranquillamente e non sembra presentare alcun segno di preoccupazione. Io sono incerta da dove iniziare e onestamente mi sento a disagio.
"Ascolta, Cornelia, l'unica ragione per cui ti ho invitata oggi è perché finalmente abbiamo parlato con Ceva", inizio io piano.
"Intendi il papà di Coryn...", mi precisa allegramente. Sento il cuore andarmi a pezzi davanti a tutta quell'allegria e a tutte quelle aspettative che verranno, di lì a poco, deluse. Mi avvicino a lei, le prendo le mani tra le mie e la guardo negli occhi. Lei posa il succo e continua a sorridere tranquilla. "Ti ricordi cosa ti avevo detto su Ceva?", chiedo piano.
"Che dovevo dargli una possibilità e che non dovevo basarmi sui pregiudizi altrui, visto che lui poteva essere una brava persona, indipendentemente dalla reputazione che ha", ripete le mie stesse parole dette quasi uno o due mesi fa.
"Ecco io, ora, adesso, ti chiedo scusa e ti chiedo anche di cancellare tutto quello che ho detto sul suo conto. Intendo ritirare le mie parole, per la prima volta in vita mia. E intendo anche seguire i pregiudizi affermati su di lui, perché lui non è una brava persona e non lo sarà mai", dichiaro tristemente.
"In che senso? Non capisco...", chiede corrugando la fronte.
"Mihrimah gliene ha parlato e questo le è costato la sua relazione con mio fratello..."
"Aspetta un attimo, tuo fratello e la Gheddari si sono lasciati?!", domanda incredula.
"Sì, Cornelia. Ma non parliamo di questo ora, soprattutto in presenza di Yousef a casa", la ammonisco a bassa voce. Lei annuisce comprensiva. "Dicevo... quando Mariam gliene ha parlato, lui ha detto esplicitamente che non la ritiene sua figlia", continuo cercando di essere obbiettiva e di andare subito al punto, senza divulgare troppo. La sua prima reazione è il completo silenzio, poi lo sguardo perso che sta ad esprimere il suo totale smarrimento. Toglie le mani dalle mie e continua a stare zitta e questo inizia a preoccuparmi. Dovrebbe mostrare segni di dispiacere o di infelicità, ma ora sembra proprio un morto. Dopo qualche attimo finalmente parla e chiede: "Quindi mia figlia crescerà senza un padre...? Oddio ma come è possibile?!". Finalmente inizia a piangere. La mia è una situazione abbastanza imbarazzante e inoltre sono davvero incerta sul da farsi. Non saprei se consolarla o lasciarle dello spazio e del tempo per accettare quella che sarà la situazione.
"Non è vero che tua figlia nascerà e crescerà senza un padre". Mio fratello appare ad un tratto in salotto e da lì comprendo che lui abbia ascoltato tutta la conversazione. Cornelia alza lo sguardo e io rimango zitta. "Come puoi dire una cosa simile, Yousef? Non hai sentito ciò che Daryn ha detto? Mia figlia non avrà un padre. Oh... che...". La mia amica non riesce a finire la frase e si abbandona a un pianto silenzioso. Mio fratello sembra andare a pezzi alla vista di questo spettacolo per nulla piacevole: d'altronde vedere una persona così straziata è sempre addolorante. Yousef raggiunge Cornelia, che ora è in piedi con le spalle girate sia a me che a mio fratello, e la abbraccia piano. La scena è tanto commovente quanto umana.
"Un figlio non è di chi lo fa nascere o di chi partecipa al suo concepimento. Un figlio è di chi lo cresce. Accetteresti, tu, che sia io il padre di tua figlia?", chiede Yosef deciso.

CIAO, AMICI!

Che shock neh hahhahahha. Tranquilli, persino io mentre scrivevo, mi sono chiesta più volte: "Malky, ma ti sei bevuta il cervello? Sei sicura...?". Però poi a mio avviso, così ci stava molto di più. No, okay, è strano. Tanto strano. Vabbè oh adattatevi e accettate la situazione hahhahahhahah.

Fatemi pure sapere cosa ne pensate (su Instagram o nei commenti va sempre bene), perché a me fa sempre piacere sentirvi. Ci vediamo al prossimo capitolo! (manco fossimo in tv, cazzarola!!".

Malky

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora