La partita

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"Non andartene, ti prego. Non puoi lasciarci soli. Siamo la tua famiglia. Abbiamo bisogno di te, Mohamed.... io ho bisogno di te"
"Karma... mi dispiace. Io non ti amo più e questo, in un modo o nell'altro, lo devi accettare. Per favore non complicare le cose. Prenditi cura dei tuoi figli"
Mia madre rimane un attimo sbalordita e poi dice: " Cosa vorresti dire con "prenditi cura dei TUOI figli"? Scusa, non sono anche TUOI di FIGLI?! "
"Ora non più. Io da questo momento non ho più figli. Voglio ricominciare tutto da capo. E quel tutto sarà con la donna che io amo. Addio", dice mio padre sbattendosi la porta alle spalle.
Mia madre cade per terra e comincia ad urlare. È un dolore così intenso che nemmeno lei può sopportare. "Daryn... che succede? Mamma perché piangi? Dov'è papà?", chiede mio fratello sedendosi per terra vicino a mia madre cercando di calmarla. D'un tratto sento le ginocchia tremarmi e così anche io cado per terra. "Daryn, rispondimi! Dov'è papà ?", chiede di nuovo mio fratello urlando. "Papà se ne è andato, Yousef. Papà ci ha rinnegato", sussurro io prima di svenire.

Apro gli occhi e respiro affannosamente. Ancora quell'incubo. Quel sogno si ripete da quattro anni e io non ce la faccio a riviverlo ogni maledetta sera. Ogni volta che vedo mia madre urlare e piangere in quel modo, mi sento semplicemente morire dentro. Come ha potuto mio padre lasciare mia madre e rinnegare noi, che siamo suoi figli?! Dopo quattro anni, ancora non ho la risposta a tutte queste domande.
Guardo la sveglia vicino al comodino. Sono le 5:30 di mattina. Oggi non avevo scuola quindi avrei potuto dormire di più, ma so che dopo quell'incubo è impossibile. Apro la porta di camera mia e scendo giù. Vado in cucina e trovo mio fratello seduto a fare colazione.
Non abbiamo ancora parlato di quello che era successo ieri con Cornelia, perché lui e Ethan sono rimasti svegli fino a tardi, così Corny è tornata a casa e io sono andata a letto.
"Buongiorno", inizio io.
"Buongiorno, Daryn. Siediti a fare colazione con me", mi invita lui.
Io mi siedo e prendo un po' di biscotti e del té.
"Allora? Dormito bene", chiede lui per spezzare il silenzio.
"Non proprio... ho sognato di nuovo papà. Insomma, sai com'é". Mio fratello d'un tratto smette di mangiare e mi guarda attentamente.
"Fanno male?"
"Che cosa?", chiedo io piano.
"I ricordi"
"Sì... sono come ferite che non se ne vogliono andare"
"Mi dispiace. Sappi, però, che neanche per me è stato facile. Io prima papà lo vedevo come un eroe. Adesso, beh... adesso è solo adesso", confessa mio fratello.
"Ne abbiamo passate tante in questi quattro anni", dico io provando a sorridere.
"Già. Ma siamo anche cresciuti più di quanto mi immaginassi", dichiara mio fratello prima di addentare un biscotto.
"Hai gli allenamenti di prima mattina?", chiudo io notando il borsone sportivo.
"Sì. A proposito, oggi alle cinque c'è una partita. Vieni a vederci ? La nostra squadra giocherà contro il Fanfulla. È una partita importante. Insomma... voglio dire, mi farebbe piacere se tu fossi presente"
Che carino. Però dobbiamo ancora parlare della faccenda di ieri sera.
"Ci sarò. Oggi non dovrei avere niente da fare. Porterò anche Cornelia", butto lì la frase per vedere come reagirà.
"Fai come vuoi"
"Yousef, facciamola finita una volta per tutte con questa storia. Perché continui a trattare Corny in questo modo?! A volte sembra che ti interessi e altre volte invece la tratti da schifo. Non ho ancora capito se ti piace o no ?", dico io alzando un po' il tono della voce. Yousef continua a mangiare come se nulla fosse e questo mi fa arrabbiare ancora di più.
"Senti, io ti sto chiedendo una cosa, quindi  guardami negli occhi e rispondimi!"
"Daryn... cosa vuoi che ti dica? La tua amica è carina e tutto ma... è una ragazza qualunque, una normale come tutte le altre con cui sono stato. Potrei farmela facilmente, ma non lo faccio perché è la tua migliore amica, non mi interessa. Non mi piace. Digliele pure ste cose. E se proprio vuoi, dille anche di rimanere lontana da me, perché potrei rovinarla come ho già fatto con tante altre ragazze"
"Yousef.... Haram. Lo sai che Dio non ha detto di prendersi gioco delle donne. Ha detto di rispettarle. Come fai a dire e a fare certe cose sapendo che sono proibite nella religione?!" , chiedo io sbalordita.
"Non lo so nemmeno io sorellina. So solo che ti invidio un botto", confessa lui.
"Mi invidi ? Ma per cosa?", chiede io non capendo.
"Sei una brava persona. Credi davvero in Dio, fai di tutto per accontentarLo. Non mostri interesse per nessun ragazzo. Insomma... guardati, sei fighissima. Potresti farti qualsiasi ragazzo ti piace eppure non lo fai. Sei una donna rispettabile e sei preziosa. Continua  così", dice mio fratello dandomi un lungo bacio  sulla fronte.
Le sue parole mi rendono orgogliosa e allo stesso tempo contenta. Ha ragione, io non mi sono mai concessa a nessun ragazzo. Non ho mai permesso a me stessa di innamorarmi e non lo farò mai finché non realizzerò il mio sogno.
Detto questo mio fratello esce di casa e io rimango da sola abbandonata a me stessa.

Sono le quattro del pomeriggio, tra poco Yousef dovrebbe giocare. Ho deciso di andare alla partita, ma non ci porterò Cornelia. Ok sarà un po' noioso ma... insomma è inutile illudere una persona, sapendo che non avrà alcuna possibilità. Mio fratello mi ha detto chiaramente che Corny non gli piace e io farò il possibile per allontanarla da lui. So quanto mio fratello possa essere pericoloso e non voglio che le faccia del male.
Scendo giù in sala perché sento la porta di casa che si apre. Probabilmente è mamma.
"Ciao, tesoro. Tutto bene? Sono appena tornata dall'ospedale, caspita se sono stanca!" , dice mia madre mentre si sta togliendo le scarpe.
"Ciao, Mamma. Hai avuto tanti pazienti oggi ?"
"Eh già. Tu invece come stai ? Cosa hai combinato di bello? Oggi non avevi scuola"
"Ma... ho studiato un po' e ho fatto i compiti.
Tu lo sai vero che oggi c'è la partita di Yousef?", chiedo io sedendomi sul divano. Lei viene subito a sedersi di fianco a me.
"Ah... già è vero. Cacchio!"
"Te ne eri dimenticata ,vero?" Strano... è la prima volta che mamma dimentica le partite di Yousef.
"Scusami ,tesoro. È che oramai non ci vedo più nulla in questi giorni. Devo lavorare tanto e... sono così stanca", sussurra mia madre chiudendo gli occhi. Per la prima volta, da quando sono nata, sento dire mia madre che è stanca. Rimango in silenzio dal momento che non so cosa dire.
"A che ora è la partita?", interrompe il silenzio mia madre.
"È tra mezz'ora. Alle cinque", dico io.
"No... Daryn, non ce la faccio a venire. Per favore vai tu", dice mia madre rassegnata.
"Va Bene... tanto ci sarei andata lo stesso"
Mia madre si alza dal divano e va in camera sua e per la prima volta capisco che ha davvero bisogno di noi, così la seguo in camera sua e mi fermo sulla soglia della porta.
"Mamma... va tutto bene?"
"Si si Daryn. Sono solo stanca", dice lei a bassa voce. Avrei giurato di averle visto le lacrime agli occhi.
Vado a sedermi vicino a lei suo letto.
"Sai che... è la prima volta che ti sento pronunciare la parola "stanca" da quando sono nata?"
Lei fa un respiro profondo ma non dice nulla.
"Mamma... sei davvero una grandissima donna. Ci hai cresciuti da sola... e non hai mai chiesto aiuto a nessuno, nemmeno per le cose piccolissime. Sei stata sia una madre che un padre per noi. Io... se devo essere sincera non ti ho mai considerato una madre, ma più che altro un'amica. Sì... ok a volte hai un po' la mania del controlla, ma.... noi ti vogliamo bene lo stesso mamma. So che hai tanto da lavorare in questo periodo e non ti biasimo, perché alla fine lo fai solo per noi. Ammettere per una volta che sei stanca o che hai bisogno di aiuto, non è un peccato. Insomma... anche tu sei un essere umano e come tutti hai un limite. Chiedici aiuto quando hai bisogno, parla con noi quando hai bisogno; non siamo più piccoli. E se ti senti in colpa perché ti sei dimenticata della partita di Yousef, non fa nulla. A parte che non ti aveva invitato, ha invitato a malapena me, solo perché gliel'ho chiesto. Quindi... non ti preoccupare. Dai su adesso riposati, io devo proprio andare", concludo io dandole un bacio fugace sulla guancia,
"Grazie, amore. Non so cosa avrei fatto senza di voi. Siete la mia vita", dice mia madre abbracciandomi forte.

Mi siedo assieme agli spettatori e aspetto che la partita cominci. Premetto che è davvero noioso starmene da soli a guardare una partita, ma non potevo invitare Cornelia se volevo allontanarla da Yousef. A volte mi chiedo se è possibile essere così perdutamente innamorati di una persona. Il fatto è che io quell'amore non l'ho mai sentito... non l'ho mai toccato o nemmeno provato. Sento sempre la gente parlare di quell'amore ma difatti io non ho mai capito come si possa sentire una persona innamorata.
I giocatori scendono in capo e io riesco a vedere tutti dato che sono in prima fila.
Intravedo mio fratello ridere con i suoi compagni di squadre, ad un certo punto però si ferma a parlare con qualcuno. Mi porgo in avanti per vedere chi sia. Lo riconosco dai capelli lunghi ed è proprio lui. Ethan. D'un tratto sento la temperatura del mio corpo aumentare di almeno dieci gradi. La vista di quel ragazzo mi provoca una sensazione strana che finora non ho ancora capito il perché.
Lui d'un tratto si gira e i nostri sguardi si incrociano, così lui mi saluta con la mano e mi sorride. Mio fratello subito dopo mi nota e così mi manda un bacino, io faccio finta di afferrarlo e rido. In tutto questo, Ethan mi sta ancora osservando.
L'arbitro li richiama e così la partita comincia.

Ciao a tutti. Scusate se non pubblico da tanto tempo, ma la scuola è cominciata e avevo tantissimo da studiare (frequento il liceo scientifico). Voi invece che scuola fate? Fatemelo sapere nei commenti.
Spero che io capitolo vi sia piaciuto, votatelo per favore.
~Malky

Amore proibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora