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I miei genitori, l'indomani, mi passarono a prendere nella mattinata e senza dire niente ci dirigemmo in ospedale.

Erano venti minuti che facevo avanti e indietro nella sala d'attesa e iniziavo a innervosirmi, volevo vedere mia sorella.

Un dottore uscì dalla sua stanza con lo sguardo basso sulla cartelletta che aveva fra le mani. <<siete voi la famiglia di Shimizu Asami?>>

Mio padre annuì e il dottore chiese ai miei genitori di seguirlo nel suo studio, nel frattempo mi diede il permesso di entrare a vedere Asami.

Aprii la porta con gli occhi chiusi, troppo impaurita per scoprire cosa stesse succedendo, richiusi la porta alle mie spalle facendo un'enorme sospiro.

<<sono così messa male da farti tenere gli occhi chiusi?>> ridacchiò una voce femminile.

Spalancai gli occhi e rimasi a guardare mia sorella seduta sul letto, con ancora la testa fasciata e che mi sorrideva debolmente.

<<sei...s-sei sveglia...>> balbettai avvicinandomi a lei. <<tu...sei viva>>

Asami aggrottò la fronte e spostò il mio dito, con il quale tastavo la sua guancia, dalla sua faccia. <<preferiresti che non lo fossi?>>

Mi gettai al suo collo stando a tenta a non farle male, la strinsi forte e cercai di trattenere le lacrime.

<<non dirlo nemmeno per scherzo>> mormorai.

Presi un bel respiro e feci apparire un sorriso sul mio volto prima di staccarmi da lei.

<<stai bene ora?>> domandai.

<<si, almeno credo>> borbottò toccandosi la testa. <<cioè non lo so, io credo di si, i dottori non mi hanno detto niente ancora, volevano prima parlarne con mamma e papà>>

Sospirai e passai una mano fra i suoi capelli, o comunque la parte non coperta dalla fasciatura, per poi fermarmi a guardarla sorridere.

<<sono felice che tu stia bene>> mormorai. <<quel giorno io ero nei paraggi, ma non credevo che tu fossi li...se solo l'avessi saputo prima sarei venuta ad aiutarti>>

<<sta tranquilla, non è colpa tua>> ridacchiò. <<e poi anche la mia amica e la sua famiglia è salva, stiamo bene, non preoccuparti di nulla>>

Abbassai lo sguardo e feci scivolare le mani sul suo materasso per poi far giocare fra di loro i miei pollici.

<<ero così presa dal salvare Bakugou che non mi ero minimamente preoccupata del resto, ti chiedo scusa>>

<<ti ho detto che non è colpa tua, e smettila>> borbottò lei. <<sto bene, sono viva, un po' ammaccata ma sono viva>>

<<lo so ma come posso non pensarci? Non sono riuscita ad aiutarti e pretendo di diventare un hero in futuro?>> continuai.

Asami mi tirò per un braccio verso di lei e con la mano libera mi tappò la bocca, il contatto con la benda che le fasciava il palmo mi fece ritornare lucida e riuscii a vedere il suo sguardo serio, forse fin troppo.

<<la smetti di fartene una colpa? Tu non sapevi dove io fossi, non sapevi che sarei rimasta coinvolta con tutto quel casino, e non lo sapevo nemmeno io, come il resto delle persone! Non potevi aiutarmi perché non lo sapevi e stavi aiutando Bakugou, non perché sei debole o robe simili>>

Levò la sua mano dalla mia bocca ma senza annullare il contatto visivo, io avrei voluto spostare lo sguardo, ma ero ipnotizzata.

I'll never forget you || Bakugou Katsuki Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora