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~Misaki pov~
Erano passati giorni dall'ultima volta che ero riuscita a rilassarmi nella pausa pranzo con Shinso, e fortunatamente oggi potevo godermi la splendida giornata.

<<come va al dormitorio?>> mi chiese il ragazzo dai capelli viola.

<<tralasciando Mineta che cerca di rubarsi l'intimo di noi ragazze quando è a lavare...direi bene>> scherzai.

<<quel tipo è strano>> borbottò lui grattandosi la nuca. <<fortunatamente non ho soggetti del genere nella mia classe>>

<<guarda, è simpatico quando non fa il pervertito maniaco>> sospirai.

<<mi dispiace per voi ragazze>>

Mi scappò una lieve risata seguita da uno sbadiglio, Shinso sembrò essersene accorto e si allentò di poco il nodo alla cravatta.

<<vuoi dormire un po'? Ti sveglio prima del suono della campanella>> propose lui.

Scossi la testa e la portai all'indietro, quando sentii il tronco dell'albero chiusi gli occhi e lasciai che il venticello mi accarezzasse il viso.

<<ti vedo molto strana in questo periodo, sei sicura di star bene?>> borbottò lui voltando il busto nella mia direzione.

<<si tranquillo>> ridacchiai aprendo un occhio per guardarlo.

Devo tornare in classe adesso, Hitoshi non si arrenderà finché non parlerò.

Appena lo vidi corrugare la fronte mi alzai, levai con le mani i filetti d'erba sulla gonna e senza voltarmi verso di lui pensai a una scusa.

<<devo tornare prima in classe oggi, ci vediamo dopo>> farfugliai.

Feci pochi passi prima di sentire la sua mano afferrarmi il polso, deglutii e mi voltai verso di lui, aveva l'espressione accigliata e quasi tremai a causa del timore che mi stavano mettendo i suoi occhi.

<<non scappare>> schernì lui. <<se non te la senti di dirmelo va bene, non ti obbligherò, ma non scappare>>

<<non sto scappando>> mormorai. <<te l'ho detto, sto bene, non ho nulla da nasconderti>>

La sua mano era ancora intorno al mio polso, mi strattonò di poco facendomi fare un passo per avvicinarmi a lui e a causa della differenza dall'altezza dovetti alzare la testa per guardarlo negli occhi.

<<tu hai detto che avrei dovuto chiamarti se mai avessi avuto bisogno di parlare, perché questo non vale anche per te?>>

Sta continuando ad insistere, sapevo che sarebbe finita così.

<<è che...non è nulla di importante, sto bene>> sorrisi.

<<Misaki, pensi davvero che io possa crederti con quel sorriso falso?>>

Abbassai lo sguardo sulle mie scarpe, lui allentò la presa esercitata sul mio polso fino a lasciarmi libera.

<<c'è qualcosa che ti preoccupa ma non vuoi parlarne con nessuno, è diverso dal non avere nulla di importante>> continuò.

Ormai avevo lo sguardo perso nel vuoto, non sapevo più come evitare di parlarli, ma se avessi continuato a scappare si sarebbe così tanto insospettito che avrebbe utilizzato la sua unicità su di me, anche se mi aveva promesso di non farlo.

Afferrai una delle mie ciocche chiare fra le dita e sospirai prima di parlare, ormai mi ero arresa, Shinso sapeva essere convincente.

<<sono solo preoccupata per mia sorella>> mormorai. <<il giorno in cui All Might si è scontrato con All for One, mia sorella era in quella zona a casa di un'amica, è rimasta coinvolta nello scontro, il palazzo è ceduto mentre erano in casa>>

<<e tua sorella...>> sussurrò lui.

<<era in coma, si è svegliata da poco>> sorrisi. <<ma anche se non me lo dice per non farmi preoccupare so che non sta bene>>

Shinso allungò una mano verso la ciocca che continuavo a rigirare fra le mani, sembrava quasi incantato, come se stesse pensando a qualcosa, poi sospirò.

<<dimmi un po'...pensi che sia colpa tua?>>

Sembrava quasi arrabbiato dal tono della voce, non mi aveva mai messo tanto in soggezione come ora.

Avevo abbassato lo sguardo ma lui, posando le mani sulle mie spalle, era riuscito a catturare nuovamente la mia attenzione.

<<non potevi sapere che proprio il palazzo in cui lei si trovava sarebbe ceduto>> continuò rigirando fra le dita la ciocca dei miei capelli. <<sono sicuro che lei non ce l'abbia con te, ti stai stressando inutilmente>>

<<mi ha detto le stesse cose>> sussurai.

<<perché è la verità>> sentenziò.

Riportò la mia ciocca dietro l'orecchio e sbuffò sonoramente, fece anche una lieve pressione sulle mie spalle, ma non mi fece male.

<<quando stai male o semplicemente vuoi sfogarti... fallo con me, siamo...siamo amici, no? Anche io voglio aiutarti>>

È cambiato così tanto dalla prima volta che ci siamo parlati.

<<permettimi di ascoltarti>> sentenziò lui.

Non gli volevo raccontare niente solo perché non volevo metterli miei problemi sulle spalle, e poi quando ci siamo conosciuti avevo promesso che sarei stata li ad ascoltarlo.

Eppure ora è lui quello che sta aiutando me, quello che mi sta lasciando sfogare.

<<mi dispiace>> mormorai posando la testa sulla sua spalla e stringendo la sua camicia con la mano destra. <<non voglio farti preoccupare, ma davvero sto bene, sono solo stanca>>

<<se c'è qualcosa che io possa fare per aiutarti dimmelo>> continuò portando entrambe le mani sulle mie spalle.

Non era un abbraccio, o almeno non lo sembrava da fuori, ma Shinso non è mai stato un ragazzo davvero tanto affettuoso, questo era il suo massimo e a me andava bene.

Trattenni le lacrime, non volevo piangere ne lì ne davanti a lui, presi un bel respiro per calmarmi facendo apparire un piccolo sorriso e staccandomi da lui.

<<va bene così, mi basta che tu continui ad essere te stesso, non voglio essere trattata con pietà o cose simili>> schernii.

<<non potrei mai>> borbottò. <<è grazie a te se ora sono un po' più aperto, non potrei mai trattarti come se tu mi facessi pena>>

<<grazie>> sorrisi. <<torniamo in classe?>>

Lui annuì e percorremmo la mensa in silenzio, ci salutammo proprio quando arrivammo al corridoio che ci divideva e io mi affrettai a raggiungere la mia classe.

Rimasi sulla soglia immobile, fin troppo persa nei miei pensieri che riguardavano le parole di Shinso.

A risvegliarmi fu una mano sulla mia spalla e quando voltai la testa nella direzione di chi mi avesse richiamato sobbalzai.

<<ti vuoi spostare dalla porta o ti devo portare al tuo banco con la forza?>> disse sarcasticamente Bakugou.

Trattenni una risata e andammo insieme a sederci ai nostri posti. <<non mi sarebbe dispiaciuto>>

Lui sbuffò e poco dopo suonò la campanella annunciando l'inizio della lezione di matematica.

I'll never forget you || Bakugou Katsuki Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora