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~Misaki pov~
Prima o poi avrei dovuto affrontare Shinso, e anche Kirishima, come Mina, mi aveva spronato ad andarci subito.

La verità è che vederlo così arrabbiato come quella volta nei sotterranei mi aveva intimorita.

Aveva detto di non essere arrabbiato, ma se lo fosse stato davvero non l'avrei di certo biasimato.

Ed eccomi qua, all'alba del mio secondo giorno a scuola, proprio a pochi metri da lui.

Era sotto al solito albero che utilizzavamo per ripararci dal caldo dell'estate, anche se ora all'ombra percepivi un leggero venticello freddo.

Il giorno prima avevo mandato un messaggio al ragazzo dai capelli viola, gli avevo chiesto di vederci per l'ora di pranzo nel giardino, e per quanto fossi felice di averlo qui davanti a me, ora ero entrata nel panico.

Accennai un piccolo saluto per attirare la sua attenzione, ma la solita espressione apatica non mi aiutava per niente a calmarmi.

In più aveva le braccia conserte e mi guardava come se stesse aspettando che io iniziassi a parlare.

Ieri mi ero preparata un discorso di scuse, eppure ora ero completamente in silenzio e avevo dimenticato tutto.

<<di cosa volevi parlarmi?>> chiese lui per rompere il ghiaccio.

<<io...mi dispiace>> mormorai.

Ecco, questo era la conclusione di tutto quel magnifico discorso che mi ero preparata, ho saltato tutta la parte importante.

<<ho continuato a fingere di non ricordarmi di voi perché mi vergognavo di me stessa>> continuai abbassando lo sguardo. <<come potevo guardarvi in faccia e dirvi di aver recuperato la memoria? Come potevo dopo avervi traditi tutti così?>>

Alzai lo sguardo su di lui cercando di trattenere le lacrime, anche se sapevo di avere gli occhi lucidi, e aspettai che lui dicesse qualcosa.

<<perché ti sei fatta cancellare i ricordi? Avevi intenzione di dimenticarci?>> chiese in modo calmo.

<<l'ho fatto perché altrimenti mi sarei sentita ancora più in colpa ad avervi tradito!>> esclamai. <<non volevo dimenticarvi di voi, ma credevo che così il dolore si sarebbe alleviato>>

<<sei una completa idiota, ne sei consapevole,
vero?>> sbottò lui. <<quella sera non dovevi scappare via. Se volevi sfogarti saresti dovuta tornare da me>>

<<lo so, e mi pento di non averlo fatto>> mormorai.

<<mi hai sempre ripetuto di confidarmi con te quando le mie paranoie si facevano vive, allora perché tu, con tutto quello che hai e stai affrontando, non sei mai venuta da me?>>

Vorrei avere una risposta anche io a questa domanda.

<<se io mi confido con te, devi farlo anche tu con me. Si chiama fiducia, e io credo che tu non ti fidi abbastanza di me da potermi dire cosa c'è che non va>> schernì lui.

<<non è così! Io mi fido di te, completamente. Lo sai quanto per me tu sia importante>> dissi facendo un passo in avanti, verso di lui. <<proprio perché sei importante per me non voglio annoiarti con i miei problemi>>

<<ma siamo amici, cazzo>> sbottò lui. <<non potresti mai annoiarmi con i tuoi problemi! Come tu vuoi aiutare me, io voglio aiutare te!>>

Il fatto che avesse usato un linguaggio inappropriato alla sua persona mi fece sussultare così tanto che le sue parole mi colpirono.

<<smettila di fare le cose da sola! Se hai bisogno di aiuto, dillo! Chiedilo! Hai tanti amici che sono disposti ad aiutarti, perché ti ostini a voler fare le cose da sola?>>

<<non voglio causare problemi a nessuno>> mormorai stringendo i pugni lungo i fianchi.

<<non causi nessun problema, idiota!>>

Rimasi in silenzio e mi torturai i palmi delle mani, stavo affondando le unghie nella pelle, sentivo dolore ma non mi importava al momento.

Shinso, anche lui rimasto in silenzio, prese un bel respiro, poi sentii le sue mani posarsi sulle mie spalle.

<<ascolta, se ti dico queste cose è perché ti voglio bene, davvero tanto anche. E lo sai quanto è difficile per me aprirmi in questo modo>> borbottò lui guardandomi negli occhi. <<ma mi sto aprendo con te per farti capire quanto tu sia importante per me, sei importante tanto quanto i tuoi problemi. Voglio aiutarti perché lo voglio, non solo perché siamo amici, non devi sentirti un peso>>

Forse saranno state le sue parole, o forse il fatto che mi stessi trattenendo da quando ci siamo visti, ma ora non riuscivo più a reprimere le lacrime.

Pian piano sentii le guance inumidirsi, il viso di Shinso assunse un'espressione dolce, aveva accennato un piccolo sorriso e pian piano aveva fatto scivolare le mani intorno al mio corpo.

Mi stava abbracciando, e nel mentre io non riuscivo a smettere di piangere.

Ben presto ricambiai la stretta e mi lasciai andare mentre lui mi accarezzava i capelli per calmarmi.

<<dai smettila di piangere>> mormorò lui spostandomi i capelli dal viso. <<te l'ho detto un sacco di volte, non sono arrabbiato con te, perciò non hai nulla di cui scusarti ancora>>

Fra un si ghiozzo e l'altro continuavo a chiedere scusa, stringevo la sua camicia nei pugni delle mani e pian piano cercai di staccarmi da lui.

Rimasi con le mani sulle sue spalle e lui con le sue mani intorno ai miei fianchi, una mano però era ancora sul mio viso e cercava di levarmi i capelli, che si erano inumiditi per il pianto, dalla fronte.

<<va tutto bene ora>> schernì lui abbozzando un piccolo sorriso. <<amici come prima, d'accordo?>>

<<d'accordo>> farfugliai tirando su con il naso. <<grazie Hitoshi, per tutto quello che mi hai detto. Adesso mi sento davvero bene>>

Il ragazzo dai capelli viola annuì lievemente, poi portò entrambe le mani sul mio viso e schiacciò con una leggera forza le mie guance.

<<promettimi che non farai mai più una cosa così affrettata>> ammonì.

Annuii ripetutamente e posai le mani sulle sue per levarle dal mio viso, poi accennai anche io un piccolo sorriso.

<<ti prometto che d'ora in avanti mi confiderò con te quando avrò delle paranoie>> ridacchiai.

<<ecco, credo tu abbia capito finalmente>> sorrise lui, poi guardò l'ora sul suo telefono. <<è tardi, dovremmo rientrare in classe>>

Mi asciugai velocemente le lacrime, poi tirai per un polso Shinso dentro la scuola e percorremmo la strada insieme, o almeno fino al corridoio che divideva le nostre classi.

Mi salutò un'ultima volta con tanto di sorriso, mi scompigliò addirittura i capelli e la cosa non poteva che rendermi felice.

Me ne aveva dette tante, sia nei sotterranei, sia qualche minuto fa, mi aveva fatto proprio una ramanzina con i fiocchi.

Onestamente mi sarei aspettata qualcosa di meno emotivo, ma a quanto pare nelle sue parole si nascondeva la tristezza che provava perché io non mi confidavo con lui.

Ma ormai, dopo aver parlato con lui e con il resto della classe, avevo capito il mio obbiettivo.

Si, avevo chiesto scusa a tutti, ma non era abbastanza, sapevo che mi tenevano tutti d'occhio, dai professori ai miei compagni.

Dovevo agire per far capire loro che mi dispiaceva, dovevo trovare il modo di sistemare tutto una volta per tutte.

I'll never forget you || Bakugou Katsuki Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora