Rabbia e vendetta (Capitolo 7)

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Partenone di Atene, Grecia, 20:34

"Uffa, ma non possiamo venire qui domani? Non ho voglia di vedere quel maniaco e poi dobbiamo portare il piccolo Simone al Pronto Soccorso... guarda com'è ridotto il suo povero braccio sinistro" disse Ikram a Vladimir con voce persuasiva. "Se qualcuno non avesse mandato a monte il piano, non saremmo costretti a venire fin qui" le rispose freddamente il russo, riferito a Simone.

Quest'ultimo, sentendosi in colpa, chinò la testa nei confronti di Vladimir, come per chiedere perdono. "Ti prometto che diventerò più forte e la prossima volta farò fuori sia Mida che Darian, perdonami Vladimir!" si scusò. "Oh, ma che carino" disse la ragazza, passandogli la mano per i capelli, nello stesso modo con cui si fa ai cani.

"No, tu non lo puoi battere." rispose Vladimir con la sua solita freddezza: "Al momento, arrivi precisamente allo 0,03% della forza di Darian, ovvero servirebbero quasi tremila copie e mezzo uguali a te, ma non è comunque detto che tu riesca a batterlo. Per quanto riguarda quel Mida, lui arriva ad uno 0,01%. Sarai tre volte più forte di lui, è vero, ma lui ha una percentuale di miglioramento superiore alla tua; gli basterebbe allenarsi ancora per qualche settimana e ti supererebbe nettamente" concluse.

I tre si diressero verso l'interno del Partenone. Non c'erano turisti e le strade erano deserte. L'atmosfera era tenebrosa e inquietante. Vladimir, per far luce, accese delle fiaccole.

"Sua Eccellenza Ares ha detto che dobbiamo essere tutti presenti, quindi torna subito qui, Ikram" disse senza nemmeno voltarsi, aveva già intuito che la ragazza avrebbe tentato di svignarsela. Quando Ikram sentì quella frase, sbiadì. Sapeva bene che Vladimir non avrebbe avuto problemi a metterle le mani addosso, quindi ritornò insieme agli altri due.
D'un tratto, i tre smisero di camminare e si inginocchiarono.

Dinnanzi a loro, seduto sulla statua della dea Athena, c'era Ares, il quale sembrava li stesse aspettando non da molto. Era alto circa due metri, aveva una lunga chioma bionda e dei muscoli non molto definiti perché, come già visto in precedenza, non tende a combattere con la forza fisica, bensì con l'uso delle Emozioni.
"Deduco che la missione non è andata a buon fine. Ho ragione Vladimir?" chiese il greco, tenendo appoggiata la testa al pugno della mano sinistra.

"Esatto. Sono mortificato Sua Eccellenza. Mi assicurerò che non succeda più" Vladimir stava per pugnalarsi allo stomaco, quando Ares lo fermò: "Ohi ohi ohi, non siamo mica in Giappone, non serve fare harakiri. Piuttosto, ragazzino, raccontami cos'è successo." Disse rivolto a Simone. Il quale gli raccontò tutto quello che era successo con voce tremante, Ares lo metteva in soggezione.

Una volta finito il racconto, il greco scese dalla statua e si avvicinò a Simone: "Quindi è stato Sartori a romperti il braccio..." disse pensieroso, poi mise una mano sulla testa di Simone. All'improvviso il dolore alla mascella era sparito ed il suo braccio non era più rotto. "Ti ho appena restituito le energie di cui avevi bisogno e te ne ho aggiunto delle altre. Mi incuriosisce quel Mida, voglio che tu ed Ikram me lo portiate, possibilmente vivo" continuò: "Vladimir, non serve che tu vada con loro stavolta, saresti sprecato. Non ho altro da aggiungere, potete pure andarvene." concluse e svanì nell'ombra.
Prima di andarsene anche lui, Vladimir si raccomandò a Ikram e Simone: "Vedete di non mandare tutto a monte stavolta" e con un balzo volò in cielo. Dentro di sé, Simone sentiva una grandissima forza, come mai prima di allora. Si sentiva invincibile. Stavolta l'avrebbe fatta pagare a Mida.

Padova, 10 marzo, 16:18

Mida stava facendo la sua corsa di routine. Era una giornata nuvolosa, ma non sembrava stesse per piovere. La sua vita, rispetto a qualche settimana prima, era decisamente migliorata. Oltre ad una situazione scolastica decisamente migliore, si era aggiunto un gran margine di miglioramento nella sua forza fisica e nel controllo delle Emozioni.

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