La mia mossa vale doppio (Capitolo 24)

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*QUESTO CAPITOLO CONTIENE UMORISMO NERO. SE SIETE SENSIBILI, VI CHIEDO GENTILMENTE DI PASSARE AL PROSSIMO CAPITOLO SENZA SEGNALARE. BUONA LETTURA*

Reggio Calabria, Italia

Un muro viene sfondato. Mida, steso a terra, tossisce del sangue. Riccardo Romeo, invece, si teneva appoggiato alle proprie ginocchia ed aveva il fiatone. "*Anf anf* Questa deve averti sistemato..." borbottò, mentre una striscia di sangue che partiva dalla fronte gli scivolava sul volto.

Mida non si muoveva affatto: aveva varie ferite su tutto il corpo, dalle quali usciva ininterrottamente sangue. Lucia provò a pulirgli le ferite con un fazzoletto. Il ragazzo le chiese di aiutarlo a rialzarsi, dato che non gli erano rimaste molte forze. La ragazza lo prese, mettendo il suo braccio destro sulle spalle, aiutandolo a reggersi in piedi.

Una volta rialzato, il ragazzo disse: "Ti cedo il mio turno". Lucia ed il fratello di V. Romeo rimasero stupiti dalla sua scelta. "Sei impazzito? Se gli cedi il tuo turno rischi di lasciarci le penne!" esclamò Lucia. "Tranquilla" rispose Mida, ridacchiando: "Gli cedo il mio turno perché so che la mia prossima mossa varrà per due!".

"Se lo dici tu..." rispose l'uomo, ansimando e rimettendosi in piedi. "La sua mossa varrà per due? Ma che vuol dire?" pensò. Romeo 2 si avvicinò ai due ragazzi, tirando qualcosa fuori dalla tasca. Era la foto di un bambino; probabilmente dal terzo mondo, come suggerivano i vestiti. "Si chiama Omar" disse l'uomo: "Lavora più di dieci ore al giorno e viene pagato circa un'€ ogni ora. Volevo chiedervi se potreste fare una piccola donazione per lui, così potremo comprare una frusta per farlo lavorare di più".

Mida non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere a crepapelle. Una decina di colpi, lanciati con la stessa potenza e velocità di un mitra, lo investirono improvvisamente. Sputò a terra del sangue. Le gambe gli barcollavano e non si reggeva in piedi autonomamente. "Ehi, ce la fai?" domandò Lucia preoccupata.

Il ragazzo fece un sorrisino: "Eheh, non preoccuparti per me... *coff coff* piuttosto, dovrai prepararti a contattare l'ospedale". Alzò lentamente il braccio bionico e puntò il dito verso Riccardo Romeo: "Questa sarà la mia mossa, quella che metterà fine al nostro scontro!". L'uomo lo guardò pensieroso: stava cercando di capire cos'avesse escogitato.

"Se le tue battute avessero uno spessore... " disse Mida: "Sarebbe lo stesso del culo di tua madre!". Lucia rimase perplessa. "Ma hai insultato sua madre, non hai fatto nessuna battuta" sussurrò all'orecchio del ragazzo. Nessuna reazione. All'improvviso era calato il silenzio. "Mida, la tua mossa non ha avuto nessun effetto, al massimo si innervosirà e ti attaccherà con ancora più cattiveria. Hai sprecato il tuo turno per nulla!" continuava a dirgli la ragazza all'orecchio.

Dopo aver visto che quest'ultimo non le dava retta, Lucia voleva capire cosa stesse guardando il ragazzo. Romeo 2 aveva iniziato a sudare freddo. Mida aveva lo sguardo di qualcuno che è riuscito a fare centro. L'uomo s'inginocchiò e si mise le mani tra i capelli. "Adesso è nel mezzo di un complesso" disse il ragazzo. "Che intendi?" chiese Lucia.

"Nel caso in cui pensasse che le natiche della madre non siano spesse, sarebbe come pensare che le sue battute sono di scarsa qualità. Al contrario, nel caso pensasse che le sue battute siano di ottima qualità, equivarrebbe a dire che la madre ha un fondoschiena enorme" spiegò Mida, con voce soddisfatta. La ragazza aveva una faccia che mostrava un po' di disgusto e confusione: "Ma non ha un minimo di senso...".

Il fratello di don Romeo aveva il cuore che batteva a mille e gli arti iniziavano a tremargli. Dopo pochi secondi, una parte dell'avambraccio sinistro esplose. L'uomo urlò dal dolore, mentre anche l'altro avambraccio saltò in aria. Il busto, invece, venne trapassato da decine di colpi, come proiettili, che gli perforarono il polmone destro. Dopo aver sputato sangue, cadde a terra disteso, ma respirava ancora.

Mida, sorretto da Lucia, aveva preso in mano il cellulare per chiamare il 118. "Non chiamarla per me" disse l'uomo a fatica: "*Coff coff*... sarebbe una mancanza di rispetto nei tuoi confronti non morire per il tuo attacco *coff*... *coff*...". Il suo sguardo sembrava spegnersi e ogni tanto sputava del sangue: "Dovete assolutamente fermare mio fratello *coff coff*... dopo quello che ci è successo più di trent'anni fa *coff coff*... cazzo, questo polmone perforato è una rottura di palle. È accecato dalla rabbia e dalla vendetta... dovete impedire che prenda il controllo della città. Ti prego, Mida, ferma mio fratello per me e per la gente dei dintorni!".

Il sangue continuava ad uscire ininterrottamente, ma Riccardo Romeo continuò lo stesso: "Mph, morire per mano della tua furbizia sarà un onore". La sua mano cadde a terra, il suo sguardo si spense nel vuoto e la sua pelle assunse un colorito più pallido. Mida si accucciò e con la mano gli chiuse le palpebre. "Certo, te lo prometto" disse il ragazzo con aria decisa. Nel frattempo, era arrivata l'ambulanza. Il ragazzo svenne per via dello scontro e venne trasportato in ospedale.

Quella sera

In ospedale, Mida stava finendo gli ultimi controlli prima di venir dimesso. "Ma com'è possibile che sia guarito da tutte queste fratture in sole sei ore?!" esclamò un dottore, osservando la sua cartella clinica. Delle varie ferite subite durante la battaglia, rimaneva solo qualche taglietto. Il ragazzo finì le ultime visite e uscì dal pronto soccorso, erano le 22 circa.

Pochi minuti prima, a casa di Vincenzo Romeo, un uomo entrò nella sua stanza per portargli un messaggio. Un cappello di feltro bianco gli copriva la testa, indossava una giacca grigia con delle sottili linee bianche perché si sa, non si poteva visitare don Romeo vestiti in modo informale. Dopo aver aspettato un paio di minuti in entrata, salì le scale e si sedette su un divanetto a fianco della porta dell'ufficio di don Romeo, che era chiusa.

Dalla stanza uscirono il Guardiano ed un altro uomo, quest'ultimo scese le scale e andò fuori dall'edificio. "Oh De Luca, sei tu" disse l'energumeno: "Che notizie mi devi portare?". L'uomo si guardò intorno, le donne delle pulizie stavano pulendo il corridoio e questo sembrava infastidirlo: "Preferirei parlarne in privato, don Romeo". I due entrarono nello studio, chiudendo la porta.

L'uomo si accomodò su una poltroncina, davanti ad una scrivania piena di carte. "Cosa mi devi dire di così importante?" chiese l'energumeno, accendendosi un sigaro. De Luca si tolse il cappello bianco, mostrando dei corti capelli castano scuri. "Don Romeo, pochi minuti fa mi è arrivata la notizia che vostro fratello..." si asciugò il sudore con un fazzoletto di stoffa.

"Mio fratello cosa?" domandò Vincenzo Romeo, dopo una tirata di sigaro. "Vostro fratello è morto oggi pomeriggio" sospirò l'uomo: "Vi faccio le mie condoglianze don Romeo, mi dispiace". Il sigaro cadde a terra. Vincenzo Romeo era paralizzato da ciò che aveva sentito. All'improvviso sollevò di peso De Luca e lo sbatté al muro. "TI SEMBRANO COSE SU CUI SCHERZARE?!" urlò il Guardiano, alzando il pugno destro.

"Don Romeo non mi permetterei mai, so benissimo che Voi sulla famiglia non scherzate!" disse De Luca mentre stava soffocando. Vincenzo Romeo lasciò la presa e rimise a terra l'uomo, che si sistemò la giacca. "Dove si trova adesso?" chiese, voltando le spalle a De Luca. "All'obitorio, se volete andarci ho l'autista qua fuori" rispose l'uomo. "Aspettami fuori casa" disse con tono serio il Guardiano.

Appena De Luca uscì dallo studio, si sentirono varie cose che sbattevano rompendosi e, ogni tanto, qualche urlo. Una donna delle pulizie provò ad entrare nella stanza, ma l'uomo le fece segno con la testa di non farlo.

Circa un'ora dopo, tornato dall'obitorio, Vincenzo Romeo si chiuse nella sua stanza per tutta la notte, senza chiudere occhio e pensando a suo fratello, piangendo.

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La perdita del fratello è stato un duro colpo per Vincenzo Romeo. Come reagirà il Guardiano?

Cosa faranno Mida e Lucia adesso, abbandoneranno la missione o proveranno lo stesso a sfidarlo?

Nel prossimo capitolo: "Intrusione"

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