Black humor (Capitolo 23)

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*Questo capitolo conterrà umorismo nero. Se siete suscettibili o non vi piace, vi chiedo di passare al prossimo capitolo. Grazie mille e buona lettura*


"Non credere che sarà così facile battermi, ragazzino" disse Riccardo Romeo. Mida, dopo aver pulito una piccola striscia di sangue sul proprio labbro inferiore, disse: "Non preoccuparti, non l'ho mai pensato. Piuttosto, adesso è il mio turno. Un uomo entra in un bar e ordina un caffè. Ad un certo punto, il barista gli dice: 'Ao, se non t'o bevi perde l'aroma!'. L'uomo gli risponde: "E a me che me frega? Tanto so' da a Lazio!'". Il fratello di don Romeo lasciò andare una risatina e ricevette un colpo al fianco sinistro.

L'uomo, dopo essersi rimesso in piedi, fece finta di controllare qualcosa sul telefono: "Oh, hanno lanciato una nuova lavatrice sul mercato". Mida fece una faccia smarrita. L'uomo continuò: "Ci sono stati tre feriti". Il ragazzo venne colpito sul fianco sinistro anche lui dopo aver fatto scappare una piccola risata.

"Tsk! Devo stare attento, questo qui è pericoloso!" pensò. Il fratello di don Romeo controllò l'orologio: "Oh, è già ora di pranzo" disse: "Vi dispiace se rinviamo la fine dello scontro più tardi?" chiese. Mida e Lucia, un po' sbigottiti, annuirono con la testa. "Ritroviamoci qui alle 14 in punto" disse l'uomo, che se ne andò spensierato con le mani in tasca.

Mida e Lucia, ancora confusi, andarono a cercare un ristorante nelle vicinanze. "Non è un po' strano quel tipo?" domandò la ragazza. "Sì..." rispose il ragazzo, mentre osservava l'uomo andarsene.

13:55, vicino al luogo dello scontro tra Mida e Riccardo Romeo

"Non ti sembra di aver esagerato prima?" chiese Lucia, guardando Mida con uno sguardo stranito: "Hai mangiato pesce per tre persone...". "Nah, sento che mi sono tornate le forze. Solo che mi fa ancora male il fianco..." rispose il ragazzo. "A proposito" continuò: "Che ore sono?". "Sono quasi le 14 e quel tipo non è qui, non è che ci ha fregati?" sbuffò la ragazza. "No, anche se è un nostro avversario, sento che mi posso fidare di lui" disse Mida con tono serio.

Appena finirono la discussione, l'uomo arrivò, reggendosi la pancia, suggerendo il fatto che si fosse abbuffato anche lui poco prima. "Vedo che siete qui, bene. Se non vi foste presentati, il sigillo che hai stampato sul petto ti avrebbe causato un malore che ti avrebbe portato alla morte". "Non preoccuparti, non mi tiro indietro davanti ad una sfida!" rispose Mida.

"Mi fa piacere" rispose Riccardo Romeo: "Se non ti dispiace, volevo cambiare categoria di umorismo". Il ragazzo rispose tranquillamente: "Per me non c'è problema. Scegli pure tu, non ho nulla in contrario". L'uomo lo ringraziò e, dopo averci pensato per un paio di minuti, decise: "BLACK HUMOR. Ti va bene?". "Certo, adoro il black humor!" rispose Mida.

"Poco fa ho sentito che in Africa hanno buttato via centinaia di scatole piene di medicinali" disse l'uomo: "Perché andavano prese tutte dopo i pasti". Mida sputò dell'acqua che stava sorseggiando, ridendo. Pochi istanti dopo, una raffica di colpi al petto e al volto lo investì, facendolo cadere a terra. Il ragazzo, disteso a terra, sembrava avesse perso i sensi. Lucia si avvicinò a lui, per vedere come stesse.

Dopo essersi rialzato, Mida borbottò: "Vuoi che ti presenti un mio amico mussulmano molto simpatico? È una bomba". Il fratello di don Romeo non ebbe una gran reazione, fece solo uscire dell'aria dal naso e ciò gli procurò solo un piccolo taglio sul volto, come successo prima a Mida. "Questa volta sarà più dura" pensò il ragazzo.

"Sai perché non puoi sfidare uno statunitense ad una partita di scacchi?" domandò l'uomo, mettendo la mano destra in tasca: "Perché non hanno le torri". Mida non ebbe nessuna reazione, ma pochi secondi dopo averla capita, ridacchiò e ricevette un fortissimo colpo alla bocca dello stomaco, che gli bloccò la respirazione. Sputò del sangue e si accasciò a terra. Aveva il fiatone e aveva iniziato a sudare.

Heraklion, Grecia, nel frattempo

Tien Tsu, che nei giorni dopo l'evasione era riuscito ad accorciarsi la barba e a legarsi i capelli, stava leggendo un libro, quando qualcosa lo interruppe. La spilletta che aveva addosso iniziò a squillare. L'uomo l'avvicinò a sé: "Sì?". Una voce femminile rispose: "Ho trovato i polmoni che ci servivano, Sua Eccellenza".

"Ah Ikram, sei tu" disse l'uomo: "Ci hai messo meno di quel che pensassi. Sai, mi dispiace averti chiesto di prendere proprio quelli di tuo padre". Ci fu qualche istante di silenzio e poi la ragazza rispose: "Se lo meritava. Dove devo lasciare la borsa frigo?". Tien Tsu tirò fuori una cartina geografica e la aprì. Dopo averla ispezionata per una ventina di secondi, rispose: "Lasciala pure al porto di Al Jadida. Quelli che fanno da sicurezza si aspetteranno un nostro movimento a Rabat o Casablanca, non possiamo ancora dare nell'occhio".

La chiamata terminò e Tien Tsu si rivolse a Vladimir: "Ikram ha preso in prestito i polmoni del padre, tu invece?". Il russo, appoggiando una borsa frigo a terra, rispose: "Due litri di sangue del gruppo 0 neutro. Non è stato facile trovarlo". "È difficile da trovare perché è presente solo nei Guardiani o individui con poteri come i nostri. Ciò comporta ad uno sviluppo fisico centinaia di volte superiore a quello di una persona media. Un esempio può essere una forza sovraumana come la tua".

Vladimir prese in mano la borsa frigo e si diresse verso un laboratorio, dove vi era una capsula al cui interno il cadavere di Zubinov galleggiava in un liquido giallastro. Un'equipe di scienziati e medici continuavano a fare calcoli e aumentavano o diminuivano la quantità di vitamine, proteine ed altri enzimi vari.

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Cosa sta succedendo nel laboratorio? Vogliono riportare in vita Zubinov? Mida è stato messo fuorigioco dal fratello di Vincenzo Romeo?

Nel prossimo capitolo: "La mia mossa vale doppio"

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