Il padre di Darian e Tien Tsu ripresero a scontrarsi, con una netta supremazia da parte del cinese. Dopo esser stato colpito allo stomaco, Gabriele perse conoscenza per qualche istante. La sua vista si offuscò e le sue orecchie iniziarono a fischiare. Colpendolo con un sinistro al volto, Tien Tsu lo stese, facendolo cadere a terra mentre sputava del sangue.
Sara, da dietro, colpì violentemente la testa dell'asiatico con un colpo a mani unite. Da lì, continuò ad attaccarlo, dandogli disperatamente pugni e calci. L'uomo provò a sferrare un destro, ma la donna lo schivò e lo colpì con una scossa elettrica. Il Tecno Shock. Era la sua tecnica per eccellenza. L'uomo tentò di contrattaccare, ma Gabriele si ancorò a lui, rendendogli impossibile difendersi.
Tien Tsu si liberò facilmente, dandogli una gomitata sui reni. Lo sguardo di Gabriele sembrava ormai spegnersi. Tien Tsu lo prese per il collo, con l'intenzione di strangolarlo, ma Sara gli scagliò un Colpo dei 100 tori precisamente dove l'aveva già colpito il marito. "*Bleah*... maledetti..." borbottò l'asiatico, sputando del sangue. Sara controllò il battito del marito, era molto debole e respirava a fatica. Anche lei era messa male: il sangue le grondava da tutto il viso ed il suo fisico non poteva reggere ulteriori sforzi.
Darian era scioccato dalla scena, vedere i suoi genitori ridotti in quel modo e non poter far nulla lo faceva sentire impotente e colpevole della situazione. "Direi che basta così, Tien Tsu" disse una voce provenire dall'altro: quella di Zubinov.
La sua sagoma scese a terra, coperta da un mantello scuro. I due amici di Darian, vedendo il volto dell'uomo, inconsciamente corsero fuori dal capanno, in cerca di una via di fuga. Zubinov li vide e, con l'indice destro li puntò. Dal suo dito, fuoriuscirono due colpi d'energia che trafissero il petto dei due ragazzi, che caddero a terra privi di vita. Darian rimase a bocca aperta davanti a tale scena: i suoi due migliori amici non c'erano più e lui non aveva fatto nulla per impedirlo. Ripensò al giorno in cui avevano giurato che ci sarebbero stati l'uno per l'altro.
Sara lo vide, ma non riusciva muoversi, le sue ferite non glielo permettevano. Darian, incrociando il suo sguardo, riuscì ad esclamare solo una parola: "Mamma!". La donna, raccogliendo le ultime forze che le rimanevano, disse: "D-Dari... an... s-sca... ppa!". Zubinov vide il ragazzo, che era scioccato. Sorrise e prese Sara per la testa, la sollevò da terra: dai suoi occhi colavano lacrime e sangue.
Con un sorriso diabolico, l'uomo la scagliò a terra, distruggendo il pavimento in cemento. Darian prese un colpo: "FERMATI!" urlò, singhiozzando dal pianto. L'uomo fece finta di non averlo sentito e continuò a sbattere la testa di Sara al suolo. Dopo un po' la rimise in piedi: si reggeva a malapena, il suo volto era sfigurato e pieno di sangue. Con le ultime forze che gli rimanevano, Gabriele provò a fermare l'energumeno, afferrandosi alla sua gamba. Quest'ultimo lo calciò via e, col piede destro, gli schiacciò il cranio, uccidendolo.
"PAPA'!" urlò Darian, in preda ad un disperato pianto. Zubinov, compiaciuto, lo guardò negli occhi e continuò a infierire sulla madre, prendendola violentemente a pugni. Il ragazzino s'inginocchiò a terra: "TI PREGO, BASTA! FERMATI!" urlò, singhiozzando. Il russo prese le spalle di Sara con le mani e gliele distrusse; la donna lanciò un grido di dolore. Dopo di che, la lanciò verso Darian, che si precipitò subito a soccorrerla.
"D...Da-ri...an" sussurrò la donna. "RESISTI MAMMA!" la pregò il ragazzo: "Adesso ti porto all'ospedale e torneremo a vivere come prima!". Sara gli accarezzò il volto con la mano sinistra: "De...vi s...cappare... ti pre...go...". Il figlio le rispose: "NO! NON POSSO LASCIARVI COSI'! NON VOGLIO PERDERVI! VIENI MAM-"
In quell'istante, Zubinov sparò un colpo col suo dito mirando al cranio di Sara, uccidendola. Col sangue di sua madre sul volto, Darian lanciò un urlo di disperazione, distruggendosi quasi le corde vocali. Dall'altra parte, l'energumeno rise della scena, prendendosi gioco del ragazzino. Quest'ultimo, terminate le lacrime, rimase lì, immobile, col cadavere di sua madre davanti agli occhi.
Zubinov decise di eliminare anche Darian. Alzò l'indice, prendendo la mira e caricò il colpo. Qualcosa però lo colpì: qualcuno gli diede una ginocchiata sulla testa. "Immaginavo saresti arrivato a rovinarmi il divertimento, Paoletti!". Insieme all'uomo, arrivò un Furlan ventiseienne. "Paolo, prendi il ragazzino e portalo via, oggi metterò fine alle sofferenze dei deboli" ordinò Paoletti, togliendosi il cappotto. "Parli come un eroe, te ne sei reso conto?" rispose Zubinov, facendo scrocchiare il collo.
Furlan prese Darian in braccio e se ne andò. Il ragazzino provò ad andarsene per aiutare la madre. Riprese a piangere, chiamando a sé la ormai defunta mamma, che purtroppo sapeva non avrebbe più visto. Furlan venne colpito dalle lacrime e dalla disperazione di Darian, ma continuò lo stesso ad andare avanti, senza fermarsi.
7 giugno 2004
Dopo i tre giorni e le tre notti di scontro con Zubinov, Paoletti ne uscì vincitore. A causa delle ferite subite durante la battaglia, l'uomo fu costretto a stare in ospedale per due settimane.
Quel giorno, Paoletti doveva recarsi al palazzo del Quirinale. Era stato convocato per ricevere un'onorificenza dal Presidente della Repubblica, per aver difeso la patria da una minaccia a livello mondiale. Darian era lì: il suo sguardo era spento, le sue occhiaie facevano notare la mancanza di sonno. I suoi vestititi erano sporchi e stropicciati. In un momento di distrazione di una guardia, il ragazzino entrò nella struttura.
A metà della cerimonia, quando l'allora presidente Ciampi stava per consegnare la medaglia d'oro a Paoletti, Darian irruppe nella stanza. Con le lacrime che gli scorrevano sul volto, si lanciò verso l'uomo. Due poliziotti in borghese lo bloccarono prendendolo per le braccia. "Per colpa tua i miei genitori sono morti!" singhiozzò il ragazzino: "Perché non sei venuto prima?".
"Lasciatelo" disse Paoletti ai due agenti. L'uomo si inginocchiò e mise le mani sulle spalle di Darian: "Credimi, dispiace anche a me dispiace il fatto che i tuoi genitori non ce l'abbiano fatta" disse :"Vedi, ho lavorato per anni con loro e ci conoscevamo bene. Detto questo, voglio solo dirti che la loro morte non è stata vana. Sacrificandosi, sono riusciti a proteggerti". Il ragazzino abbassò lo sguardo e continuò a piangere.
Paoletti si girò verso Furlan: "Paolo" disse "So che non è il momento adatto, ma voglio che tu ti prenda cura di questo ragazzino". Si scusò con tutti per l'inconveniente e continuarono con la cerimonia.
Da quel giorno, Darian iniziò a frequentare l'Accademia di Padova. Si allenò privatamente con Furlan, conoscendo Mark ed il Grande Nano, con cui divenne presto amico. Mentre aspettava l'inizio delle lezioni, sfogliava sempre un'enciclopedia che parlava di animali. Da lì, infatti, derivano poi i nomi delle sue tecniche.
Nel 2008, all'età di 16 anni, conobbe Ikram e Vladimir. Entrambi venivano da una situazione familiare difficile. Paoletti stesso li addestrò, perché in loro vide il futuro dei Guardiani. Darian divenne loro amico, nonostante le continue battute sull'aspetto "da nerd" di Ikram. Con Vladimir, invece, c'era come un rapporto da rivali: spesso si sfidavano in battaglia e finiva sempre con un pareggio.
Nel 2010, poco dopo aver compiuto diciott'anni, venne a conoscenza di una tremenda notizia. Vladimir ed Ikram erano scomparsi, si diceva per l'esplosione di un arsenale di armi in Africa. Il ragazzo si sentì abbandonato per una seconda volta; i suoi migliori amici se n'erano andati e, anche stavolta, lui non aveva potuto far nulla per impedirlo.
Questa volta però, si riprese prima, prese la licenza da Maestro e iniziò ad allenare all'Accademia. Varie volte gli proposero di salire a grado di Guardiano, ma lui rifiutava sempre. "È noioso. Starei tutto il giorno a firmare carte e non potrei allenare i ragazzi" diceva sempre. Date però la sua notevole forza ed il ruolo che ricoprivano i suoi genitori, fu sempre convocato alle riunioni dei Guardiani, anche controvoglia.
Infine, quasi diciassette anni dopo quel tragico giorno, mentre si stava allenando sott'acqua, qualcosa cadde sul suo piede. Scagliandolo via, scoprì trattarsi di un ragazzino che aveva tentato di farla finita. Mida. I due erano ignari di ciò, ma quell'incontro avrebbe cambiato la vita di entrambi.
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Mentre Mida e Lucia continuano ad allenarsi, in Antartide sta succedendo qualcosa d'imprevisto. Cosa succederà all'interno del penitenziario di massima sicurezza?
Nel prossimo capitolo: "Intrusi"
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Emotion
AdventureMida è un ragazzo 15enne normale. Un giorno incontra Darian che, dopo avergli salvato la vita, gli farà scoprire il potere generato dalle emozioni. Saranno raccontate le loro avventure ed i loro scontri con la Squadra Zubinov, un'organizzazione che...