Arrivo in Calabria Saudita (Capitolo 19)

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Reggio Calabria, nel frattempo

In una villa bianca nell'Aspromonte, la quale lasciava intravedere il paesaggio dello Stretto di Messina, squillava un telefono. Un maggiordomo rispose e si recò poi verso il giardino della villa. "Signor Romeo" disse: "C'è una chiamata per voi".

Un uomo alto poco più di due metri, con dei capelli scuri ben curati ed una barba rasata si voltò verso il maggiordomo. Indossava dei pantaloni scuri con delle scarpe nere lucide; inoltre indossava una camicia bianca ed una cravatta rossa. In mano reggeva una mazza da golf e aveva posizionato una pallina davanti a lui. "Un attimo e arrivo" disse.

Prese la mira e colpì. La pallina volò alta nel cielo, superando l'atmosfera terrestre e colpendo un asteroide che, secondo i calcoli della NASA, sarebbe dovuto passare vicino al nostro pianeta in quei giorni. "Dove l'ho presa, Ambrogio?" domandò. Il maggiordomo, dopo aver dato un'occhiata con un telescopio, rispose: "In pieno centro signore". L'uomo fece un sorriso e poi riprese: "Chi era al telefono?". "Greco, signore. Ha detto che voleva vederla". L'energumeno annuì con la testa e indossò una giacca in finissima lana nera, abbottonandosela.

11 giugno

Erano le quattro del pomeriggio. Mida e Lucia erano appena arrivati in città. Una bambina dai capelli biondi fermò i due per chiedergli se potessero offrirle un gelato; avrà avuto tra i sette e gli otto anni. "Senti piccola, adesso non posso comprartelo il gelato, dobbiamo andare in hotel. Andrà per la prossima volta, va bene?" le rispose con voce stanca Mida, mentre teneva tra le mani i bagagli suoi e di Lucia.

La ragazza, invece, sorrise alla bambina: "Certo, andiamo a prenderlo?" le rispose. Mida ci rimase di sasso: "MA SE HAI CONTINUATO A DIRMI CHE DOVEVAMO ANDARE SUBITO IN HOTEL PER FARE IL CHECK-IN!" urlò. "Ah già" rispose Lucia, avvicinandosi e dandogli un'altra borsa: "Tu intanto fa' il check-in, noi andiamo a prendere un gelato". "EH?!" esclamò il ragazzo, venendo lasciato davanti alla stazione da solo e con i bagagli.

Dopo essersi fatto aiutare da un tassista, Mida arrivò in hotel e, dopo aver fatto il check-in, entrò in camera, appoggiò le borse a terra e andò a farsi una doccia. Uscito dal bagno, con un asciugamano che lo copriva dal bacino in giù, si sedette sul letto, guardando lo Stretto fuori dalla terrazza. Qualcuno bussò alla porta della stanza. Il ragazzo andò ad aprire: era Lucia. La ragazza lo salutò e andò a farsi anche lei una doccia.

Intanto, Romeo era seduto ad un tavolo insieme ad altri uomini vestiti elegantemente. "Allora Greco, perché mi volevi parlare?" chiese, accendendosi poi un sigaro. "Don Romeo. Sono venuto qua per chiedervi un favore" disse l'uomo: "L'altro giorno mio fratello era andato a riscuotere il mensile da Marino, chiddu co' u negozio into centro, vicino alla via Marina. Ecco, mio fratello ha provato con le buone maniere, solo che iddu non voleva pagare. Allora, sapete com'è m' frati; iddu si arrabbia subito". Romeo, intanto, continuava a fumare il suo sigaro, ascoltando il racconto dell'uomo.

"Iddu provau a prenderlo per il collo. Solo che chiddu gran figlio e 'na bottana... gli sparò 'nto stomaco. Quattro colpi Don Romeo. Quattro!". Uno degli uomini di Romeo passò a Greco un bicchiere con del whisky. "E da me cosa cerchi?" chiese l'energumeno. "Giustizia Don Romeo. Giustizia. Quel bastardo ha debiti in sospeso con me. Grossi debiti!". Romeo spense il sigaro e, dopo un paio di secondi, rispose: "Greco, tu sei sempre stato disponibile per noi. E noi lo siamo stati con te" si alzò dal tavolo: "Mi occuperò personalmente di quel figghio di bottana".

Greco uscì dalla stanza e Romeo fece una telefonata: "Chiama Rossi, domani mi serve l'auto".

Il giorno seguente

"Li vedo da qui. Che faccio, li attacco?" chiese una voce nascosta dietro un muro. "No, basta solo che li tieni d'occhio" rispose un'altra, proveniente da un cellulare. Mida e Lucia uscirono dall'hotel, entrambi vestiti da spiaggia. "Iniziamo le indagini oggi pomeriggio?" chiese Mida. "Iniziamo le indagini oggi pomeriggio" rispose Lucia. Arrivati in spiaggia, i due si tolsero i vestiti, rimanendo solo in costume.

Lo sguardo di Mida si soffermò sulla ragazza, la quale indossava un bikini color verde scuro, che esaltava le sue forme. "Va' pure in acqua se vuoi" disse: "Io rimango qui a prendere un po' di sole. Ah e non farti strane idee, non ti chiederò di mettermi la crema solare".

Più tardi, tornati in hotel, i due iniziarono a fare delle ricerche su Vincenzo Romeo. "Sembra che il nostro uomo faccia molte opere di beneficienza" commentò Lucia scrollando la sezione notizie: "Il Guardiano Romeo aiuta la costruzione di un asilo nel Foggiano. Latitante camorrista arrestato grazie all'aiuto del Guardiano Romeo". "Non facciamo prima ad indagare nel suo ufficio?" chiese Mida seduto sul letto, mentre indossava dei pantaloncini e un asciugamano sulle spalle. "Sì, ma dobbiamo stare attenti: Darian ha detto di non sfidarlo. E ti ho già detto ti metterti una maglietta!" rispose la ragazza, rimproverandolo.

Più tardi, i due ragazzi uscirono dall'hotel. Indossavano entrambi un paio di occhiali da sole. "Si stanno dirigendo verso l'Accademia" disse una voce nell'ombra: "Vado a fermarli".



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Chi è questa voce nascosta nell'ombra, un nemico? Vincenzo Romeo ha qualche collegamento con la Squadra Zubinov? Chi è Marino? I due ragazzi scopriranno qualcosa?

Nel prossimo capitolo: "Nemico sfuggente: Gordias"

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