"Gli ultimi due minuti" (Capitolo 32)

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"Allora? *Anf anf* Che ti succede ragazzino, sei senza forze?" ridacchiò il Guardiano, respirando affannosamente. Anche Mida aveva il fiatone; il non essere abituato a quella forma gli si stava ritorcendo contro. "Maledizione! Qui è pieno di gente e devo dosare la mia forza!" pensò.

Dalle mani di Vincenzo Romeo si creò una piccola sfera di energia viola, che si allargò fino a raggiungere un diametro di un paio di metri. La stessa che Tien Tsu aveva usato contro Lupo che corre. Una volta caricata, l'uomo la scagliò contro Mida, che venne colpito in pieno. Il ragazzo cercava di tener fermo il colpo con tutte le sue forze. Dallo sforzo, si ingrossarono varie vene.

"È inutile. La mia sete di vendetta è troppo potente per un pivellino come te!" disse il calabrese, ridendo di gusto. "Vendetta?" pensò Mida, quando gli tornarono in mente le parole di Riccardo Romeo: "Mio fratello è accecato dalla vendetta!". Poco dopo, la sfera esplose, prendendo in pieno il ragazzo.

"Sistemato" disse con tono fiero Vincenzo Romeo, dando le spalle all'esplosione ed iniziando ad andarsene via camminando. Qualcosa lo fermò, facendogli spalancare gli occhi. Uno, due, tre colpi di tosse. L'uomo si girò e, dalla rabbia, i suoi occhi s'iniettarono di sangue.

"*Coff coff* Eheheh ce ne vuole per farmi fuori, Guardiano delle mie palle!" lo insultò Mida, rimettendosi in piedi. L'uomo venne colpito al petto da una gomitata del ragazzo, che gli fece perdere il ritmo del respiro: "Maledetto!". Alzando lo sguardo, il calabrese vide le nocche del sedicenne, che rilasciarono un Tuono dello schifo. L'attacco lo ferì, facendogli sputare del sangue.

L'uomo si rimise subito in piedi ed iniziò uno scambio di attacchi con il ragazzo. Ogni volta che i loro pugni si scontravano creavano un rumore sordo. I pochi passanti che non erano scappati erano a bocca aperta: sembrava uno scontro di Dragon Ball.

"Ti vedo col fiatone ragazzino. Che c'è, non reggi il ritmo?" domandò Vincenzo Romeo. In effetti Mida stava facendo fatica a tenergli testa; continuava a sudare e ad avere il fiato corto. "Merda! Non pensavo avesse una resistenza così grande. Gli avversari che ho affrontato in passato non sono niente in confronto a lui!" pensò.

Vicino ai due si fermarono delle macchine dei Carabinieri a sirene spiegate. "Mani in alto!" urlò un agente, puntando la pistola verso i due. "Fermi, scappate! Siete in pericolo!" urlò Mida, senza però che i militari gli diedero retta. Con la sfera di energia usata prima contro il ragazzo, Vincenzo Romeo fece saltare in aria le quattro volanti con all'interno i Carabinieri.

"Maledetto!" esclamò Mida stringendo i pugni. Si lanciò verso il nemico, ma quest'ultimo lo anticipò con una gomitata sul lato sinistro del volto. "Non mi sono mai divertito così tanto!" rise l'uomo: "Questa sensazione... mi fa capire quanto sono superiore a chiunque altro!". Il ragazzo si scagliò di nuovo contro di lui, facendo partire un'altra raffica di colpi.

Scilla

"Adesso mi porti dove stanno combattendo Mida e Romeo, oppure ti faccio saltare la testa!" disse Lucia, puntando con l'indice alla tempia di un uomo. Era nel sedile posteriore di un'Alfa Romeo 147 nera, dietro al conducente. "V-Va bene" rispose l'uomo terrorizzato, facendo partire l'auto e imbucando poco dopo l'autostrada.

"Adesso devo fare una telefonata, se fai qualche movimento strano ti sciuppo a' testa" disse la ragazza con tono di minaccia. Il conducente, ancora terrorizzato, annuì con la testa. Lucia prese il telefono ed iniziò a comporre il numero.

Reggio

Con la stanchezza che continuava a farsi sentire, Mida e Vincenzo Romeo continuavano a scambiarsi colpi decisi. L'uomo, con un calcio, fece abbassare la guardia al ragazzo, che incassò un paio di pugni prima di rispondere con una spallata, allontanandolo.

Mida si accasciò a terra: "Ho ancora due minuti, ma dubito possano bastare!" pensò. "I tuoi muscoli hanno iniziato a sgonfiarsi, non l'hai notato?" commentò il Guardiano. Il ragazzo si rimise in piedi, ma venne colpito da un diretto all'addome. Sputò del sangue, che gocciolò a terra. Ormai stava terminando le forze e faceva fatica a muoversi.

Quando Vincenzo Romeo iniziò a colpirlo ripetutamente al volto, gli ritornarono in mente le parole di Lucia: "La vita è fatta di vittorie e sconfitte, ma se ti arrendi al primo ostacolo vuol dire che non hai capito niente". Pensò anche a Sofia e al negoziante. Cosa sarebbe successo se avesse perso? Avrebbero continuato a soffrire come prima, come molti altri soffrono senza potersi difendere.

Il Guardiano teneva il ragazzo per il collo, pronto a sferrare il colpo di grazia. Il suo pugno si fermò a pochi centimetri dal suo volto. "Eh? Come fai ad avere ancora la forza per reagire?" chiese l'uomo, sorpreso. "Non posso lasciare che un essere come te, che dovrebbe proteggere la pace e difendere la giustizia faccia soffrire altre persone!" rispose Mida, colpendolo con un destro sul volto.

L'uomo mollò la presa ed il ragazzo scagliò un sinistro sulla bocca dello stomaco, poi un altro destro sul volto. "Tsk! Insolente!" gridò l'uomo, scagliando un pugno che il ragazzo schivò. "Non posso permettere che tu infanga ulteriormente la figura dei Guardiani! COLPO DEI 1000 TORI!" un pugno circondato da un bagliore rosso acceso prese in pieno il petto di Vincenzo Romeo, che fu spedito lontano con una forza inaudita.


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Mida sembra in difficoltà in questo scontro. Con quest'ultimo attacco sarà riuscito a ribaltarne l'esito?

Nel prossimo capitolo: "Un odio coltivato da anni"

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