Il dottor Chesnay (Capitolo 8)

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Padova, luogo dello scontro tra Mida e Ikram

L’aria era piena di tensione. Mida faceva fatica a reggersi in piedi e non sarebbe riuscito a sostenere uno scontro a lungo termine. Dall’altra parte, Ikram non aveva subito molti danni e aveva ancora molte forze a sua disposizione, ma aveva perso un alleato. “Allora, che aspetti? Fatti avanti ‘donna indipendente’!” disse Mida rompendo il silenzio che vi era fino a quel momento.

La ragazza rispose alla provocazione del ragazzo provando a dargli un pugno, che fermò a fatica con la mano. L’eccessiva perdita di sangue gli stava facendo mancare le forze. Entrambi tirarono un calcio, che si scontrarono l’uno contro l’altro: “Eh eh… forse ho fatto male a sottovalutarti…” ridacchiò Mida, ma la ragazza non gli rispose, aveva un’aria fredda e distaccata.
In un momento di distrazione, Ikram diede un pugno sui testicoli a Mida, il quale sbarrò gli occhi, lacrimando e accasciandosi a terra: “Questo non vale…” strillò il ragazzo con voce acuta, tenendosi i genitali con la mano. “Tutto qui quello che sai fare? Sei patetico…” gli disse la ragazza con tono di superiorità, mentre si preparava a sferrare un altro Fulmine del purgatorio, stavolta mirando al volto. Sfortunatamente per lei, Mida arrestò il suo attacco fermando le sue dita infilandole tra l’indice, il medio e l’anulare.

Entrambi erano allo stremo e cercavano di dare il massimo, ma nessuno dei due sembrava prevalere. Mida ebbe per un attimo un mancamento causato dalla troppa perdita di sangue. Per fortuna, Ikram lo colpì solo di striscio sulla parte destra del torace. Approfittando del fatto che la ragazza si era sbilanciata, Mida, con tutte le sue forze rimanenti, tirò un calcio sul fianco destro dell'altra, scagliandola sul marciapiede opposto, a pochi metri da lui.

“Pensavo sarebbe stato più forte, cazzo!” borbottò Mida: “Spero non riesca ad alzarsi per un po’…” poi guardò il braccio sinistro: “Merda, devo fasciarlo, altrimenti rischio di perdere troppo sangue…”. Di fronte a lui, intanto, Ikram tentava di rialzarsi in piedi, ma il dolore alla ferita la fermava. Si reggeva con le mani e sputava sangue, lanciando a Mida uno sguardo d’odio nei suoi confronti. “Eh eh eh, te l’ho fatta, stronzetta…” pensò quest'ultimo, alzò il dito medio verso la ragazza e poi perse i sensi.

Ikram, a fatica, si rialzò in piedi e si avviò verso il ragazzo, zoppicando: “Questa te la faccio pagare brutto bastardo! Per colpa tua, il povero Simone è stato ammazzato da Ares…” delle lacrime passarono sul suo volto. “NON LO RIAVRO’ MAI PIU’!” urlò piangendo, volendogli sferrare il colpo di grazia.

Mentre stava per scagliare il colpo, sentì qualcosa appoggiarsi alla sua spalla sinistra. “Basta così” disse una voce dietro di lei. Ikram si girò e vide lo sguardo serio ed arrabbiato di Darian: aveva visto le condizioni in cui riversava Mida. “Non ho tempo di combattere, devo portare Mida da qualcuno che riesca a curarlo”. Si avvicinò al ragazzo, caricandoselo sulla spalla: “Quindi stavolta ti lascerò scappare, ma la prossima volta non avrò pietà. Adesso che noto come sei ridotta, non ti conviene combattere contro di me, sparisci”. La ragazza rimase lì immobile a guardarli, colma di rabbia.

“ALLORA? NON MI HAI SENTITO? SPARISCI!” le urlò Darian. Ikram constatò anche lei che non era nelle condizioni di combattere e scappò creando un portale, che poi scomparve.

Ospedale di Padova, un’ora dopo

Mida aprì piano piano gli occhi e si accorse di essere in una sala operatoria. Non sentiva nulla, l’anestesia stava ancora facendo effetto. Sembrava che l’intervento fosse già finito da un paio di minuti, sentiva i chirurghi farfugliare qualcosa, ma non riusciva a capir bene cosa stessero dicendo e provò a riaddormentarsi.

C’era qualcosa che però gl’impediva di addormentarsi, qualcosa come una voce, ma non riusciva a riconoscerla. Aprì ancora gli occhi e vide che davanti a lui c’era Darian: “Allora sei sveglio. Di’ un po’, com’è andata?” chiese allegramente. “E adesso che vuole questo?” pensò il ragazzo, ma la sua attenzione cadde su qualcos’altro; si era ricordato di aver perso il braccio. Si voltò subito per vedere come stesse, ignorando completamente le domande di Darian.

Vide che, al posto di esso, aveva qualcos’altro: una specie di mezzo meccanico. Sembrava si dovesse collegare qualcosa ad esso, ma non capiva cosa. “Oh, quello? Il Guardiano Furlan ha chiesto all’ospedale che ti venisse impiantato. Tranquillo, abbiamo già avvisato la tua famiglia” disse l'uomo. “Su alzati, dobbiamo andare all’Accademia” Mida, ancora confuso dall’anestesia, gli chiese: “Ma non devo restare ancora per gli accertamenti?” “Nah, se ne sono già occupati, dai andiamo”.

Dopo aver firmato le ultime carte, Mida e Darian uscirono dirigendosi all’Accademia. Una volta entrati, Darian condusse il ragazzo in una stanza, di cui Mark gli aveva solo accennato.
Sembrava un laboratorio; in una scrivania bianca v’erano delle ampolle contenenti strane sostanze chimiche, in altre parti della stanza invece vi erano vari marchingegni, alcuni completati, altri da finire. Darian si avvicinò alle ampolle per capire cosa contenessero, ma una voce lo fermò: “Non provare ad avvicinarti Darian, ho trovato il modo di creare una bomba che possa farti fuori, quindi fossi in te starei attento a non ficcare più il naso nelle mie cose”.

Da dietro un macchinario, uscì un uomo di statura media, aveva capelli e barba rasati a zero, indossava un paio d’occhiali e un camice bianco: “Quindi è lui il ragazzo di cui mi avevi parlato. Piacere, dott. François Chesnay, dirigo il laboratorio dell’Accademia di Padova.” disse porgendo la mano a Mida, che ricambiò presentandosi anche lui.
“Allora, è pronto il gioiellino che ti avevo chiesto?” chiese Darian con aria impaziente. “Certamente, devo andare a prenderlo là dietro. Mida, so che può sembrare inopportuno, ma ti chiedo cortesemente di controllare che Darian non faccia nulla di stupido mentre non ci sono.” disse Chesnay. “E dai! Ti prometto che stavolta non tocco nulla” gli disse Darian, anche se non sembrava avrebbe mantenuto la promessa.

Dopo un minuto, Chesnay tornò con in mano qualcosa coperto da un velo: “Non capisco perché, ma Darian mi ha chiesto di far del mio meglio. Spero vada bene” disse e poi tolse il velo dall’oggetto misterioso. Mida rimase sorpreso: era un braccio bionico identico ad uno vero. Lo attaccò al pezzo meccanico che aveva al braccio sinistro e vide che si attaccò perfettamente. “Quel gancio che hai sul tuo braccio è collegato al tuo sistema nervoso, quindi dovresti riuscire a controllarlo come un normalissimo braccio. La sua forza di pressione dovrebbe aggirarsi attorno ai seicento chili per centimetro quadrato” gli disse lo scienziato, lanciandogli delle noci: “Prova a romperle con un solo pugno”.

Il ragazzo, con nessuna fatica, riuscì a romperle stringendole nel proprio pugno: “E’ fantastico! Grazie mille dott. Chesnay!” esclamò entusiasta il ragazzo. “Ehi, ma l’idea di darti un braccio bionico è stata mia!” disse Darian, ma venne ignorato. Mida e Chesnay si fecero gli ultimi controlli per vedere se il braccio funzionasse correttamente. “Non preoccuparti, può trasmettere le emozioni ed è stato configurato per la battaglia” gli disse lo scienziato.

Heraklion, Isola di Creta, Grecia

Nel frattempo, Ikram, che risentiva ancora dello scontro con Mida, si accingeva ad incontrare Ares. Stava camminando in una piccola strada e, per evitare di cadere a terra, metteva la mano su un muro, appoggiandovisi. Scivolò e tentò di rialzarsi, invano.
Vladimir, che l’aveva vista arrivare da lontano, si avvicinò a lei: “Cosa ti è successo?” chiese stranamente preoccupato l’uomo. “Quel ragazzino… Mida… è stato lui…” spiegò con voce debole Ikram. “Tranquilla, ti cureremo, ma dov’è Simone?” domandò il russo. Appena sentì quel nome, la ragazza scoppiò a piangere: “L’energie donategli da Sua Eccellenza Ares erano troppe per il suo fisico… e poi… sempre quel Mida… l’ha fatto fuori…” rispose singhiozzando.

Vladimir, che fino a quel momento non aveva ancora preso neanche in considerazione Mida, iniziò da quel momento a covare rancore nei suoi confronti, ma allo stesso tempo provava emozioni contrastanti nei confronti di Ares che, indirettamente, aveva fatto fuori un suo compagno.
L’uomo caricò Ikram sulle proprie spalle e la portò a medicarsi. “Mida? Mi ricorderò quel nome. Devo allenarmi per avere la certezza di esser nettamente superiore sia a lui che a Darian; non lascerò mai più che un mio compagno subisca quello che hanno subito loro oggi”
Promise a sé stesso che sarebbe diventato il più forte di qualsiasi altro Guardiano sul pianeta.

Accademia di Padova, 20 marzo, 15:49

Mida, per beneficiare del fatto di poter accaparrarsi il posto migliore alla lezione di Controllo Emotivo, era arrivato in anticipo. Proprio mentre stava per entrare in aula, si ricordò del fatto che Darian doveva dirgli qualcosa di importante, ma non aveva capito di cosa si trattasse.

“Oh, eccoti qua!” esclamò Darian “Ho una buona notizia per te!” continuò; “Sputa il rospo” gli rispose Mida. “Andrai ad allenarti in un altro posto.” gli disse l’uomo con un sorriso stampato “EH?!” esclamò Mida: “E questa sarebbe una buona notizia?”.
“Oh, tranquillo, è solo una cosa temporanea e abbiamo già avvisato la tua scuola e la tua famiglia. Ti spiego: passerai qualche settimana sull’Altipiano di Asiago ad allenarti con un eremita. Stai migliorando, è vero, ma sono sicuro che lì farai grandi progressi” gli spiegò Darian. “Con un eremita? Mhhh… sembra interessante…” affermò pensieroso Mida.

“Tieni questa mappa, qui è indicata la sua posizione. Oggi non serve che tu sia presente alle lezioni, parti domani mattina, quindi ora va’ a casa a prepararti” gli disse Darian. “Domattina?!” esclamò il ragazzo, che corse subito verso casa: “Allenamento individuale con un eremita? Non vedo l’ora” pensò e uscì dall’Accademia.
“Sei sicuro che sia pronto?” chiese Mark a Darian. “Certo che è pronto” rispose: “Sono sicuro che sarà proprio all’altezza della soluzione” Darian e Mark scoppiarono a ridere e ognuno si diresse verso le proprie aule.


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"Allenarmi con un eremita? Fantastico, non vedo l'ora!"

Mida si metterà alla ricerca di questo fantomatico eremita, ma a quanto pare qualcuno lo seguirà.

Nel prossimo capitolo: "In viaggio verso l'eremita"
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