Fatti sotto, marmocchio (Capitolo 31)

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"Fatti sotto, marmocchio!" esclamò il Guardiano. Mida rispose alla provocazione lanciandosi all'attacco. I due si scambiarono vari colpi: alcuni andavano a segno, altri venivano bloccati, altri ancora venivano schivati. "Tutto qui quello che sai fare?" ridacchiò l'energumeno. "Devo ancora vedere quanta forza ho a disposizione; è la prima volta che lo uso" rispose il ragazzo.

Quando quest'ultimo ebbe la guardia abbassata, Vincenzo Romeo lo afferrò per una gamba, lo sollevò ed iniziò a roteare su sé stesso. "UOOOOOH! EHI CHE VUOI FARE?" esclamò Mida, dopodiché venne lanciato in aria con una forza spaventosa. Il Guardiano balzò in aria e, raggiungendo la sua stessa altezza, lo colpì con un calcio che lo fece volar via.

Il corpo di Mida continuava a fendere l'aria ad una velocità altissima. Dopo quasi trenta secondi di volo, il ragazzo precipitò sulla Via Marina bassa, lasciando un solco di un paio di metri sul terreno. Mentre si stava rimettendo in piedi, atterrò anche Vincenzo Romeo. "Quindi oltre alla tua forza è aumentata anche la resistenza" disse l'uomo, guardandolo.

Entrambi si caricarono con una spallata, cercando di prevalere sull'altro, ma senza risultato. I passanti, che stavano passeggiando o erano seduti ai tavoli dei bar e ristoranti vicini iniziarono a correre via; altri invece riprendevano la scena. Vincenzo Romeo afferrò il volto di Mida e lo schiantò a terra ripetutamente. Dopo un paio di volte, il ragazzo gli bloccò il braccio, afferrandolo saldamente. E colpì poi il Guardiano con un pugno sotto al mento.

Mida stesso era stupito della propria forza. Si era ispirato alle parole di Lucia: non sarebbe più scappato, sarebbe diventato sempre più forte in ogni situazione. "Se non ci fosse stata lei, adesso non sarei qui" pensò, scagliando poi un Colpo dei 100 tori in volto a Vincenzo Romeo, che stava tentando di attaccarlo. Il calabrese fece un volo di quasi una decina di metri, irrompendo dentro un ristorante.

Scilla

"Presto, andiamo ad aiutare Don Romeo!" gridò un uomo, mentre faceva partire il motore della sua auto. Un'onda d'urto distrusse la parte frontale del veicolo. "Ho detto che nessuno intralcerà il loro scontro" disse Lucia con tono fermo, dopo aver mandato al tappeto un altro membro della famiglia Romeo.

"Ti conviene toglierti di mezzo, mocciosa" disse un uomo, facendo scrocchiare le mani. "Oh? Vuoi combattere? Sembri forte" ridacchiò la ragazza, preparandosi allo scontro.

Reggio

Messo letteralmente con le spalle muro, Mida era diventato il sacco da boxe di Vincenzo Romeo, il quale continuava a sferrargli decine di colpi. "Merda! Devo trovare il modo di uscire da questa situazione o questo mi fa secco!" pensò. Il muro a cui era appoggiato si frantumò, facendolo cadere dentro la stazione ferroviaria interna della città.

Con un balzo, si lanciò dall'altra parte dei binari per riprendere fiato. Una striscia di sangue che partiva dalla fronte e arrivava fino alla guancia gli segnava la parte destra del volto. La camicia era macchiata da alcune gocce di sangue, mentre il gilet, per far sì che riuscisse a respirare, era stato sbottonato.

"Dov'è quella forza di cui ti vantavi fino a poco fa, moccioso?" disse con tono da sfottò il Guardiano. "Proprio qui, davanti ai tuoi occhi" rispose il ragazzo, dopo averlo atterrato con un pugno. L'uomo lo afferrò per il colletto della camicia e, successivamente, al volto. Gli fece sbattere la testa sul muro ed iniziò a correre, consumando il volto del ragazzo sui mattoni.

La struttura iniziò a cedere ed i pochi presenti scapparono fuori. Vincenzo Romeo lanciò in aria Mida, il quale iniziò a roteare su sé stesso. Il Guardiano balzò in aria per colpirlo, ma venne anticipato da un pugno del ragazzo, che lo scagliò addosso a delle macchine. "Dopo stasera avrò un grosso mal di testa" borbottò Mida, passandosi la mano sulla fronte una volta atterrato a terra.

Alzò lo sguardo e vide un'auto che volava verso di lui. La bloccò afferrandola e, dopo averla posata a terra, un calcio di Vincenzo Romeo lo prese in pieno volto: "Hai la forza di volontà, ma ti manca l'esperienza, ragazzino!".

Come risposta, l'avambraccio bionico di Mida si staccò e, attaccato con una catena, colpì l'uomo in volto. "Ha messo pure gli accessori che gli avevo chiesto, grande Chesnay!" pensò il ragazzo.

Scilla

"*Anf anf* Per quanto vuoi continuare mocciosa?" chiese l'uomo che si stava scontrando con Lucia: "Avresti dovuto approfittarne quando te ne sei andata a gambe levate prima". "Per tua informazione, me ne sono andata perché non volevo combattere mezza nuda!" rispose la ragazza, che si era cambiata con una maglietta ed un paio di pantaloni neri.

"Tsk! Poco importa!" disse l'uomo, lanciandosi verso la mora che, con un pugno, gli ruppe il setto nasale e lo mise al tappeto. "Vito! Impossibile, lui è uno dei migliori allievi di Vincenzo Romeo!" urlò qualcuno dalla folla: "Chi accidenti sono quei due ragazzi?!". Addosso a Lucia si lanciarono vari uomini armati, che vennero messi tutti fuori gioco da lei.


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Lo scontro tra il Guardiano del Mezzogiorno e Mida procede senza sosta; chi riuscirà ad avere la meglio?

Nel prossimo capitolo: "Gli ultimi due minuti"

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