Umorismo: arma a doppio taglio (Capitolo 22)

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Il mattino seguente

Mida aprì piano piano gli occhi e, con le palpebre che sembrava pesassero tonnellate, si girò alla sua destra per controllare l'ora sulla sveglia. Erano le 8:40. Si strofinò gli occhi e sentì qualcosa toccargli il piede sinistro. Si voltò e vide che c'era qualcun altro sdraiato con lui, precisamente una ragazza.

Prima di vedere chi era, controllò con lo sguardo la stanza, per assicurarsi che fosse la sua. Alzò leggermente un piccolo ciuffo di capelli della ragazza per vederla in volto. D'improvviso, il suo volto s'impallidì e i suoi occhi sgranarono: era Lucia.

Alzò le lenzuola e scoprì di essere nudo. Voleva urlare, ma non lo fece per non svegliarla. Si alzò lentamente dal letto ed entrò in bagno, chiudendo la porta. "Ma come cazzo è successo?" si domandò. Sul lavandino notò che vi era appoggiata una bottiglia di un alcolico. "Oh, adesso è tutto più chiaro" borbottò con tono calmo.

"Ma perché proprio con lei?" si domandò. "Ma perché non lei?" chiese una voce nella sua testa. "Non che non sia carina, ma non mi aspettavo lei..." rispose a sé stesso. "Ora dimmi" domandò quella voce nella sua testa: "Quante probabilità avremmo avuto con altre ragazze?". "Beh, ha senso anche questo" borbottò il ragazzo.

Sentì la porta del bagno bussare e prese un colpo. "Quanto ti ci vuole ancora?" chiese Lucia con voce assonnata e gli occhi socchiusi. Mida uscì dal bagno, cercando di non incrociare lo sguardo della ragazza, la quale non ebbe nessuna reazione particolare.

Più tardi, uscirono per continuare le indagini. Mida cercava di non incrociare lo sguardo di Lucia, la quale gli chiese che cos'avesse. "Niente" rispose il ragazzo. "Sicuro? Sembri uno che si vergogna perché ha sognato di aver fatto sesso con una persona che conosce" disse la ragazza. "Ok, quindi l'Accademia dovrebbe essere da quella parte" disse il ragazzo, cercando di sviare il discorso.

"Perché vi interessa sapere dove si trova l'Accademia?" domandò una persona, la quale si mise davanti a loro, appoggiandosi sul muro di un palazzo. Era Riccardo Romeo, il ragazzo che la sera prima era a casa di V. Romeo. "Siete voi quelli che devono indagare su mio fratello?" chiese ridacchiando. "FRATELLO?!" esclamarono nella loro mente Mida e Lucia.

"Se volete intromettervi nei suoi affari, dovrete prima passare sul mio cadavere!" disse il ragazzo. Poco dopo, Mida e Lucia si scagliarono contro di lui, la prima con un calcio, il secondo con un pugno. I due, però, non riuscirono a colpirlo e rimasero ad una decina di centimetri dal suo volto. Sembrava che qualcosa, come una barriera, lo stesse proteggendo.

"Sapevo che mi avreste attaccato" disse: "Per questo ho attivato da subito il mio potere. Calci, pugni ed armi non hanno effetto su di me". Mida provò a colpire con la fronte la barriera. "E, ovviamente, neanche le testate" continuò: "L'unico modo per sconfiggermi è battermi in una gara di battute". I due ragazzi avevano un'espressione spaesata: "Una gara di battute?".

"Esatto" rispose Riccardo Romeo: "A differenza di mio fratello, non mi piacciono molto gli scontri fisici. Diciamo che preferisco quelli psicologici". "Accetto la sfida" disse Mida con voce interessata. "Davvero vuoi partecipare a questa pagliacciata?" domandò Lucia. "Certamente. Sai che il saper fare giochi di parole ed inventare battute è un sintomo d'intelligenza? E poi tranquilla, da quando siamo partiti ho visto vari video di Maurizio Merluzzo, quindi ho una modesta riserva a mia disposizione!".

Il fratello di Romeo continuò: "Vedi quel marchio rosso che si è formato sul tuo petto? Significa che possiamo subire danni quando l'altro farà una battuta. Guarda, ce l'ho anch'io". Si alzò la maglietta e continuò: "Le battute non avranno tutte la stessa intensità d'attacco". "Cosa vuol dire?" chiese Mida, confuso. "Il danno di ogni battuta sarà direttamente proporzionale a quanto fa ridere l'altro. Ecco un esempio: So' Lillo".

"Non ho sentito nulla..." disse Mida. "Esatto" rispose Riccardo Romeo: "Questo perché non fa ridere, ma alcuni non vogliono capirlo". "Ah beh, su questo hai ragione" ribatté il ragazzo. "Prima dell'inizio dello scontro, sceglieremo una categoria di umorismo. Dato che sembri una persona con un buoni gusti, darò a te l'onore della scelta".

Davanti a Mida comparirono degli ologrammi, simili a delle schede, dove vi erano varie scritte. "Per scegliere l'oggetto della sfida devi solo toccarne una" disse l'uomo. Il ragazzo, dopo aver dato un'occhiata, scelse: FREDDURE E GIOCHI DI PAROLE. La scheda si colorò di verde. "Ottima scelta" commentò il fratello di Romeo. "Se mi permetti, vorrei iniziare io" disse. Mida acconsentì, facendo un cenno con la testa.

"Un uomo entra in un caffè, splash!" disse Riccardo. Mida reagì facendo uscire dell'aria dal naso. Sulla sua guancia sinistra si creò un taglio dalla lunghezza di un paio di centimetri. "È il tuo turno adesso" disse l'uomo. Il ragazzo, dopo aver pulito il sangue dalla ferita, disse: "La mamma chiede a Pierino: 'Pierino hai mangiato tu la torta?' lui risponde 'No mamma'. E INVECE L'AVEVA MANGIATA! AHAHAHA".

Lucia fece un'espressione stranita, chiedendosi quasi come avesse fatto a trovarsi in quella situazione ridicola. Il fratello di don Romeo, invece, rise di gusto alla freddura di Mida e venne investito da una scarica di colpi al torace, che lo fece indietreggiare di un paio di passi. "Eheh, ho riso alla tua freddura, ma sai dove avrebbe molto successo?" ridacchiò. Mida fece una faccia confusa. "Di sicuro in Cina, perché lì hanno molto riso" disse l'uomo. Il ragazzo non poté fare a meno di lasciar andare una piccola risatina. Subito dopo, qualcosa lo colpì forte al volto, precisamente sotto al mento.

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Cos'è successo tra Mida e Lucia? Riccardo Romeo metterà alle strette il ragazzo? Quale umorismo prevalerà sull'altro?

Nel prossimo capitolo: "Black humor"

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