Vecchie conoscenze (Capitolo 6)

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C’era tensione nell’aria e si percepiva chiaramente. Simone era ancora inginocchiato a terra e si teneva il braccio rotto poco fa da Darian: “Che potenza e che velocità! Non l’ho visto arrivare, l’ho sentito solo quando mi ha afferrato il braccio. Ecco perché Sua Eccellenza Ares non voleva che mi scontrassi contro di lui…” pensò mentre respirava affannosamente.

“Allora? Tutto qui?” disse Darian con fare scocciato, fissandolo ancora con quello sguardo pietrificante.

“È decisamente centinaia di volte più forte di me… ma sembra sia ferito, forse sono dello scontro di prima… se fosse così, allora Faccia da idiota è più forte di quanto pensassi.” pensò Simone. I due erano immobili, c’era un silenzio assordante, la tensione già presente da prima sembrava stesse aumentando. Era la calma prima della tempesta.

Ad una velocità inimmaginabile per i movimenti di una persona normale, Simone lanciò un fendente color rosso sangue addosso a Darian, mirando alla testa. Quest'ultimo lo evitò senza problemi inclinando semplicemente la testa all’indietro. “Capisco, vedo che la tua emozione più potente è l’odio. Hai solidificato il sangue di Mida che era sul tuo braccio e me l’hai scagliato addosso. Non è una mossa da principianti.” disse Darian, poi, dopo aver messo la mano destra davanti a sé e alzando l’indice ed il medio, continuò: “Userò il 2% della mia potenza, non di più”.

Simone, nonostante non avesse più l’uso di un braccio, prese la situazione sottogamba e pensò che Darian lo avesse detto solo per intimorirlo. “Ah sì? Il 2%? Allora fatti sot-“. Non fece in tempo a finire la frase, che un colpo fortissimo gli arrivò allo stomaco, era stata una ginocchiata.

Appena il ragazzo abbassò lo sguardo per rendersi conto della situazione, non lo vide più. Darian non era più davanti a lui, ma alla sua sinistra. Mida, che stava assistendo allo scontro, pensò incredulo: “Ma com’è possibile? Non l’ho visto muoversi… sa fermare il tempo? Teletrasportarsi?”.
L'uomo girò di poco lo sguardo e, col pugno sinistro, colpì violentemente il volto di Simone, il quale volò a terra per poco più di un paio di metri, lasciando dietro di sé una scia di gocce di sangue ed un paio di denti a terra.

“Come cazzo è possibile? Che sta succedendo? Non lo vedo quando si muove, sento solo i suoi colpi” pensò confuso Simone, l’aria da sbruffone che aveva fino a poco fa era ormai svanita. Si voltò per accertarsi che Darian non si fosse mosso e infatti era ancora nel posto in cui lo aveva colpito al volto. Nascose dietro di sé la mano destra, con cui stava caricando lo stesso colpo che avrebbe dovuto infliggere a Mida: la mano era aperta a dita unite, col pollice che si piegava verso l’interno.
Darian, per provocarlo, gli fece segno con la mano di farsi avanti. Il ragazzo si alzò in piedi e si lanciò contro di lui: “Lancia del peccato” disse, ma Darian con la mano destra gli bloccò il braccio. Simone cercava si scappare dalla presa con tutte le sue forze, ma non ci riuscì. Darian tirò verso di sé il braccio del ragazzo, facendolo avvicinare e, con il pugno sinistro, gli scagliò in pieno volto un Colpo dei 100 tori imbufaliti.

In quel momento, Simone provò un dolore allucinante: la mascella e la mandibola erano gravemente danneggiate. Dopo questo colpo, non poteva più incassarne altri, sennò avrebbe rischiato di morire. Cadde a terra e, cercando di tenersi su la mascella con la mano, rimase scioccato da tale potenza. “Tsk… per sbaglio sono salito al 2,3%... devo stare più attento” disse Darian.
“Non sono abbashtanza forte… ho shottovalutato la shituazione… devo chiamarli…” borbottò terrorizzato Simone, poi prese la spilla della Squadra Zubinov e premette un pulsante sul retro.

In un luogo indefinito, quella che sembrava una radiotrasmittente iniziò a lampeggiare una lucina rossa. “Cos’avrà combinato stavolta?” chiese una voce femminile. ”Se ha mandato a monte il piano, lo ammazzo di botte” le rispose una ferma voce maschile. Quella femminile rispose: “In ogni caso, dobbiamo andare a prenderlo, sarà nei guai.”.

Simone si alzò ancora una volta in piedi, tremante e borbottò: “Shtanno per arrivare… per adessho devo limitarmi a schivare e bashta…”. Darian si pulì l’uniforme dalla polvere, ignorando quella che stava dicendo l'altro. “Allora, cono o coppetta?” chiese, rivolto a Mida. Simone, irritato da ciò, gli urlò: “MI PRENDI PER IL CULO? BRUTTO BASHTAR-“ il dolore alla mascella lo bloccò. Darian, dandogli le spalle, gli disse: “Sai meglio di me che, se ti colpissi un’altra volta, creperesti. Ti faccio una proposta: rinuncia a Zubinov, se deciderai così, ti risparmierò e forse potrei allenarti per poterci aiutare a distruggerli. Altrimenti mi vedo costretto a mandarti al Pronto Soccorso per qualche settimana.”

Appena finì di parlare, vicino a lui, Simone e Mida si aprì un portale. Uscirono due figure: una era una donna non molto alta, con un fisico a clessidra, i capelli bianchi e con un neo sulla guancia sinistra. Avrà avuto dai venti ai trent’anni. Insieme a lei, c’era un uomo molto alto rispetto alla media, almeno due metri e quaranta, aveva un’aria seria e concentrata, indossava un lungo cappotto, che nascondeva quello che sembrava un fisico da pugile professionista. “Sembra più grosso di Mark” pensò Mida. L’uomo aveva un paio di scuri baffi folti e teneva le braccia conserte, con le mani dentro a dei guanti color beige. Darian e l’uomo si sfidarono con lo sguardo.

Simone, nel mentre, si avvicinava zoppicando ai due appena arrivati. Mida, che nel frattempo aveva ripreso le forze, si alzò. Era deciso a fermarlo e, se fosse stato necessario, combattere al fianco di Darian.
“Oh, poverino, che ti hanno fatto questi idioti qui?” chiese la ragazza rivolgendosi a Simone, il quale capì che era stato detto a tono di presa in giro. Simone la raggiunse, Mida gli si lanciò contro, ma, davanti a lui, si parò l’uomo coi baffi.

“MIDA, SPOSTATI!” gli urlò Darian che, in una frazione di secondo, si mise davanti a lui. Darian e l’uomo scagliarono entrambi un colpo fortissimo. Entrambi colpirono con un pugno il volto dell’altro. Nessuno dei due sembrava né cedere né prevalere.
“Rispetti le mie aspettative che mi ero fatto, ti faccio i miei complimenti, ‘Demone Bianco’ Darian” disse l’uomo, senza nascondere il suo pesante accento russo. “Anch’io ti faccio i miei complimenti, ‘Macchinaro del Fato’ Vladimir” gli rispose Darian ridacchiando.

“Ne hai ancora per molto Vladi?” chiese la ragazza, annoiata dal fatto che non avesse nessuno da massacrare: “La nostra missione è portare Simone da Sua Eccellenza Ares” concluse sottovoce.
Vladimir, che sembrava deluso dal fatto di non poter combattere contro Darian, le rispose scocciato: “E va bene, ma la prossima volta non ti intrometterai più nei miei scontri, è chiaro Ikram?” guardandola con uno sguardo agghiacciante. “Che noioso…” rispose la ragazza e i tre scomparirono dentro ad un portale.
“Dove state andando? Non abbiamo finito!” gridò Mida mentre si avvicinava a loro, ma ormai il portale si era chiuso.

“Finiscila Mida, in questo stato non riusciresti a tenere testa neanche a Simone. Non sei ancora abbastanza forte” gli disse Darian, con la mano sulla guancia dove Vladimir l’aveva colpito. “Non sono abbastanza forte eh? Smettetela di farmelo notare! Se sono debole allenami! È il tuo compito, no?” Darian capì di aver toccato un tasto dolente e chiese scusa a Mida.

I due, dopo essersi curati le ferite e sistematisi, uscirono per il centro; quel giorno la seconda lezione di Controllo Emotivo non ci sarebbe stata. “Per caso li conosci quei due?” chiese Mida a Darian, mentre se ne stavano seduti su una panchina, con un gelato in mano.
“Sì, tempo fa c’ho lavorato insieme”
“E come mai adesso fanno parte della squadra Zubi-coso?”
“Zubinov”
“Quello che è”
“Comunque, come forse hai sentito, i loro nomi sono Ikram e Vladimir, noi tre saremmo dovuti diventare i Guardiani dei nostri tre Paesi: io il Guardiano d’Italia, Vladimir il Guardiano di Russia e Ikram Guardiano del Marocco.”

“E poi cos’è successo?” chiese il ragazzo, che stava iniziando ad interessarsi alla storia. “Beh, io rifiutai fin da subito di diventare Guardiano” “EH?! Sei serio???” gli chiese Mida stupito.
“Certo, essere un Guardiano non è come sembra, posso combattere solo in determinate situazioni, devo essere presente ad ogni riunione, anche a quelle più noiose. E poi, non potrei allenare gente scarsa come te… noioso, no?” disse Darian. “Beh, ora che ci faccio caso, sì, sembra davvero noioso. Aspetta, hai appena detto che sono scarso?! Ma se ti ho tenuto testa!” gli disse Mida innervosito dalla provocazione. “Buono il gelato che fanno qui” disse Darian cambiando discorso.

“Comunque, ritornando al discorso di prima, circa cinque anni fa mi venne data la notizia che erano morti in missione. Io in quel periodo ero in ritiro con Furlan, il Guardiano del Nord-Est. Non mi sarei mai aspettato di rivederli dopo anni, soprattutto con quella spilla addosso.” Disse con voce seria Darian. “Capisco. Eravate amici, pensavi fossero morti e poi, dopo anni scopri che sono dalla parte dei nostri nemici” disse Mida.

“Però devo ammettere che Ikram è decisamente migliorata in questi anni, all’epoca sembrava una secchiona piatta, ma adesso è decisamente uno schianto” affermò Darian con gli occhi a cuoricino.
“Tsk… con te non si può avere un discorso serio…” mormorò Mida, mettendo poi in bocca del gelato.
“A proposito di ragazze” si ricordò Darian: ”Tu devi ancora convincere la tua insegnante ad uscire con me”. Mida sospirò: “Vedrò se riesco a fare qualcosa, ma se finissi dalla preside dovrai arrangiarti, ok?”
“Niente promesse”.




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Chi sono questi tre ragazzi? Saranno una minaccia per Mida e Darian?

Un nemico già conosciuto ritorna facendo la sua mossa e attacca Mida, riuscirà a difendersi?

Nel prossimo capitolo: "Rabbia e vendetta"

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Ciao ragazzi, è la prima volta che interagiscono con voi, volevo sapere se la storia vi sta piacendo e, nel caso aveste qualche consiglio, non esitate a scriverlo!

Non ho altro da dire, alla prossima domenica

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