"Non hai anche tu la sensazione che qualcuno ci stia seguendo?" domandò Mida. "Ora che ci faccio caso, mi sa che hai ragione" rispose Lucia. I due si fermarono voltandosi e facendo passare davanti a loro un ragazzo, il quale inizialmente esitò un attimo nel superarli.
Mida e Lucia, mantenendo una distanza di un paio di metri, seguirono il ragazzo cercando di non farsi notare. Quest'ultimo girò a destra, andando dietro ad un edificio. Dopo aver svoltato anche loro a destra, videro che il ragazzo non c'era più. "Dov'è finito?!" esclamò Mida: "Non può aver fatto in tempo a seminarci!". "Avrà usufruito di qualche tecnica. Vuol dire che allora ci stava pedinando davvero!" commentò Lucia.
Qualcosa colpì da dietro la gamba sinistra di Mida. Sembrava che qualcuno lo avesse colpito con una mazza. Il ragazzo si abbassò, passandosi la mano dove era stato colpito. "Per caso hai capito cosa ti ha attaccato?" domandò Lucia. "No, non fatto in tempo a vederlo" rispose Mida. La ragazza ricevette un colpo sul fianco destro; Mida intravide una sagoma, che però scomparì poche frazioni di secondo dopo.
"Dobbiamo stare all'erta!" esclamò Mida: "Siamo sotto attacco!". I due si coprirono le spalle a vicenda, ma continuarono a venir colpiti. "Ngh... sta iniziando ad usare anche delle lame!" disse Lucia, guardando il suo braccio sinistro, dove vi era appena stavo fatto un taglio. Il ragazzo sollevò di peso la ragazza e la lanciò a pochi metri da sé: "Se restiamo vicini, c'è una maggiore probabilità che ci attacchi!" disse. La ragazza fece un cenno con la testa e corse via.
Mida, invece, si diresse dalla parte opposta. "Mhh... vediamo... quale potrei usare stavolta? magari gli shuriken?" borbottò il ragazzo che stava dando la caccia ai due, nascosto sul tetto di un palazzo. "Gordias, cosa stai facendo?" chiese una voce proveniente dall'auricolare che aveva nell'orecchio sinistro. "Due ragazzini volevano ficcare il naso negli affari di Don Romeo. Mi sto occupando io di loro" rispose la voce. "Ricevuto. Ma non dare troppo nell'occhio, a Don Romeo non piace quando si fa troppa confusione". La telefonata terminò.
Mentre Mida continuava a cercare il nemico con lo sguardo, qualcosa gli si conficcò sul fianco destro: era uno shuriken lanciato da Gordias. "Merda!" esclamò: "Fa un male cane!". Dopo poco, una mazza lo colpì in faccia, rompendogli gli occhiali da sole. "Fa niente, tanto li ho presi dal vucumprà in spiaggia" disse, gettandoli via. Altri oggetti affilati lo colpirono, stavolta dei chiodi.
Quando i chiodi smisero di colpirlo, Mida si rialzò in piedi. "Sembra che qui a terra non ci sia nessuno. Dovrò controllare dall'alto" disse, attivando il Cringe di 1° livello. Con un balzo si lanciò in aria, atterrando sul tetto di una casa, dove cominciò a guardarsi intorno.
Intanto, Gordias stava cercando con dei binocoli dove fosse finito. Tutt'ad un tratto sentì un leggero venticello, seguito pochi istanti dopo da un fortissimo colpo alla testa, che lo spedì contro un camino. "Allora eri tu" disse Mida, guardando a terra i vari chiodi e coltelli. Alzò lo sguardo per vedere in faccia il proprio avversario, ma era scomparso. "Sono qui dietro!" esclamò Gordias. Mida si voltò, venendo colpito in pieno volto da una mazza di ferro e cadde dall'edificio, precipitando su un'auto.
"Ho una sensazione di deja vu..." borbottò il ragazzo, passandosi la mano sulla testa. Un pugnale gli trafisse la mano destra, lasciandolo attaccato al tettuccio del veicolo. Provò a staccarlo, ma non fece in tempo perché una ventina di chiodi gli cadde sulla schiena, trafiggendola e riempiendola di sangue.
Il telefono squillò e Mida rispose. "Hai scoperto chi è?" chiese Lucia. "Non sono riuscito a vederlo bene in faccia, ma credo di aver capito come funziona il suo potere" ridacchiò il ragazzo. "Cos'hai scoperto?" domandò la ragazza. Mida sputò un po' di sangue prima di rispondere: "Teletrasporto. Però non riesce ad usarlo a piacimento o almeno, non del tutto". "Che intendi?". "Non l'hai notato prima? Ci attaccava due volte e poi lasciava un intervallo di circa una ventina di secondi. Dobbiamo attaccarlo in quel preciso limite di tempo".
Nascosto dietro ad un muro, Gordias, che aveva sentito le parole di Mida, deglutì ed iniziò a sudare freddo. Anche stavolta, lanciò dei chiodi a Mida, che stavolta li schivò. "Sapevo li avresti tirati da lì" disse: "So anche che hai esaurito i teletrasporti per il momento". Le gambe di Gordias iniziarono a tremare. Con una voce tremolante dal terrore, provò a dire: "P-Per favore... abbi pietà di m-". Non fece in tempo a concludere la frase, che venne colpito da un pugno sul naso.
Mida lo colpì altre due volte: al torace e sulla mascella. Dopo essersi allontanato dal ragazzo, Gordias si teletrasportò via. Finì in mezzo ad una strada, vicino a Lucia. "Questa dev'essere la ragazza che era con lui" pensò: "Non penso riuscirei a batterla, devo provare a fregarla!". Lucia girò lo sguardo verso di lui.
"Diamine, che dolore che fa!" urlò Gordias: "Dei chiodi mi sono arrivati addosso dal nulla". Lucia rimase impassibile. "Se la sarà bevuta?" si domandò il ragazzo. "Ce la fai ad alzarti?" chiese la ragazza. Gordias fece finta di non farcela, così lei lo aiutò. "Allora sei tu" borbottò, osservando il corpo del greco. Il ragazzo fece una faccia confusa e venne colpito allo stomaco con un pugno. "Non è possibile!" penso: "Come ha fatto a capire che sono io???".
"Credi che quell'idiota di Mida ti abbia colpito in quei punti per puro caso?" domandò Lucia: "Ci eravamo messi d'accordo che, nel caso fosse riuscito a trovarti, ti avrebbe colpito sul naso, sul torace e sulla mascella, in modo che potessimo riconoscerti". Gordias impallidì: "Maledetta putta-" la ragazza lo colpì di nuovo, stavolta al volto. "Come scusa? Non ho sentito" disse, piegandosi e mettendo la mano vicino all'orecchio. Il ragazzo cercò di allontanarsi lentamente dal Lucia, ma quest'ultima gli diede un altro calcio sul viso, facendogli fare un volo di un paio di metri.
Dopo essere andato contro un palo, Gordias riutilizzò il teletrasporto, ritornando sul tetto del palazzo dove aveva lasciato le sue armi. "*Anf anf*... maledetta puttana! Questo dovrebbe andar bene!" disse, prendendo un arco e delle frecce.
"Un'arma originale" commentò una voce. "Eh sì. Con questo beccherò quella maledetta sul petto!" rispose Gordias. Pochi istanti dopo, il ragazzo girò lentamente la testa verso la voce che aveva sentito. Dopo essersi voltato, vide Mida seduto su un muretto lì vicino, mentre dondolava le gambe. Il greco sbiancò e spalancò gli occhi.
Mida si scagliò contro di lui, dandogli vari colpi al busto ed al volto, facendogli cadere l'arco a terra. Con un occhio nero, il naso colante di sangue e circa due/tre denti mancanti, Gordias si teletrasportò ancora una volta, a circa una ventina di metri da Lucia. "*Anf anf*... non penshavo che queshti maledetti fosshero così difficili da far fuori. Maledizione, ho lasciato tutto il mio arshenale lì" disse mettendosi le mani tra i capelli.
"Quindi il tuo teletrasporto ha pure un determinato raggio d'azione. È un po' noioso così, o sbaglio?" domandò Mida al greco, girato di spalle. "Ho notato che ti sei spostato solo di quaranta metri, vuol dire che i tuoi poteri variano in base al tuo stato di salute? Eheh, interessante" ridacchiò Mida, facendo scrocchiare le dita. "T-Ti prego... s-shcusa! A-Abbi pietà! G-giuro che non mi farò vedere mai più!" singhiozzò Gordias.
"Nah, troppo facile così" rispose l'altro: "Devo ancora ripagarti per i chiodi che mi sono finiti sulla schiena". L'ombra del ragazzo oscurò Gordias, il quale venne investito da una scarica di colpi potentissimi e finì a terra, lasciando un piccolo cratere nell'asfalto. Con il volto ricoperto di sangue ed il corpo inerme disteso a terra, il greco poteva considerarsi sconfitto.
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Mida e Lucia sono riusciti a sconfiggere Gordias, cosa li attende adesso?
Nel prossimo capitolo: "Minacce"
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Emotion
AventuraMida è un ragazzo 15enne normale. Un giorno incontra Darian che, dopo avergli salvato la vita, gli farà scoprire il potere generato dalle emozioni. Saranno raccontate le loro avventure ed i loro scontri con la Squadra Zubinov, un'organizzazione che...