Usa gli occhi del giaguaro! (Capitolo 57)

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Gli spettatori continuavano a borbottare, cercando di capire cosa fosse successo. "Ehi! Guardate lì!" urlò qualcuno, indicando il campo di battaglia. Lupo che Corre volò indietro di qualche metro, solcando il terreno con i piedi. "Quindi è questa la tua vera forza..." borbottò il direttore, studiando con lo sguardo Mida, che aveva usato il Cringe di 2° livello per liberarsi.

"Ma cos'è successo a Midinho?" pensò Carlos, guardando stranito il ragazzo: "Doping? Steroidi? Si è allenato alla velocità della luce senza che noi riuscissimo a vederlo?". Mida si lanciò verso Lupo che Corre, dandogli un destro sulla guancia sinistra, facendolo sanguinare. L'uomo provò a contrattaccare, ma il ragazzo, "sgonfiandosi", lo schivò abbassandosi.

Passò al Cringe di 1° livello e scattò via dal direttore. Una volta raggiunta la giusta velocità, saltò sul muro, correndo verso il soffitto. In tutto ciò, gli spettatori e Carlos guardavano la scena a bocca aperta. Arrivato al soffitto, Mida si lanciò verso il suolo, roteando su sé stesso. "Colpo dei 100 tori roteante!" esclamò il ragazzo, prendendo in pieno Lupo che Corre.

Il ragazzo atterrò in piedi nella sua forma normale. Dopo qualche secondo, il direttore si rialzò: "Non male, ma non basta". Prese Mida per il collo per strangolarlo, ma qualcosa esplose vicino al suo volto. "Midinho! Miguel ha trovato la tua protesi!" urlò Carlos, che aveva calciato una bomba verso Lupo che Corre. "Davvero? Grazie!" disse il ragazzo sorridendo: "E comunque, non chiamarlo protesi!".

Il piccolo bradipo, appeso a dei cavi sul soffitto dell'Arena, lanciò il braccio bionico a Mida, che riuscì ad afferrarlo. Dal fumo dell'esplosione di prima, uscì una mano che, con un colpo secco, colpì l'avambraccio del ragazzo. Quest'ultimo mollò la presa dal braccio bionico e si accasciò a terra, urlando dal dolore. "Pensi davvero che ti dia un'altra possibilità per diventare più forte, marmocchio?" domandò Lupo che Corre, dandogli un calcio in faccia. Con la mano sinistra gli afferrò il collo, mentre con l'altra si preparava a sferrare il colpo di grazia.

"Midinho! Rialzati!" urlò Carlos. Il ragazzo non riusciva più a muoversi. Il suo braccio formicolava ancora per l'attacco subito prima ed iniziava a mancargli il fiato. Quando il pugno di Lupo che Corre era a pochi centimetri dal viso di Mida, il direttore vide che qualcos'altro era a pochi millimetri del proprio occhio. "Trovao chocante!" con un attacco a mani unite, Carlos lo colpì in viso, facendo sì che mollasse la presa sul ragazzo.

I due iniziarono a scambiarsi vari attacchi. Carlos iniziava a sentire la stanchezza degli scontri precedenti e venne colpito da un montante del direttore allo stomaco, inginocchiandosi a terra dolorante. "Midinho" balbettò, tossendo a terra del sangue: "Devi fare come facciamo in Brasile! Usa gli occhi della tigre!". Il ragazzo fece uno sforzo e si girò verso l'uomo: "Ma in Brasile non ci sono tigri..." borbottò. "Allora usa gli occhi del giaguaro!" esclamò l'uomo. "Posso essere un capibara?" domandò il ragazzo, con tono infantile. "No, giaguaro!" rispose Carlos, spazientito: "Il capibara sono io!".

Con un colpo di zampa, Miguel passò a Mida l'arto bionico. Questi lo attaccò alla protesi sul braccio sinistro e, una volta collegato al suo sistema nervoso, si rialzò in piedi. "Hai ancora voglia di combattere, ragazzino?" domandò Lupo che Corre, guardandolo con freddezza. "Certamente!" rispose affannatamente Mida: "Devo raggiungere una persona a me molto cara *anf anf* non posso perdere altro tempo qui dentro!".

Mise la mano sinistra davanti a sé. Il ragazzo pensò a tutto ciò che aveva subito in quei mesi: dover scappare dall'ordine dei Guardiani, l'arresto, le torture in prigione e altro ancora. Poi pensò a Lucia e Darian: "Non posso lasciare che quel bastardo li tradisca!". Aprì leggermente la mano, da cui iniziarono a crearsi varie scintille.

"E adesso, cos'è quello? Ti sei messo un braccio bionico difettoso?" domandò Lupo che Corre, non capendo cosa stesse succedendo. "Adesso sperimenterai cos'ho provato in questi mesi!" esclamò il ragazzo: "Fulmine della Fatica!". Mida scagliò l'attacco verso lo stomaco del direttore, folgorandolo con una scarica potentissima, che illuminò tutta l'Arena. I presenti, per non venir accecati, si coprirono gli occhi. Quando il fulmine scomparve pochi istanti dopo, nessuno riusciva a credere ai propri occhi: il direttore del penitenziario McBurn, Lupo che Corre, era stato folgorato in pieno dall'attacco di Mida.

I capelli del Sioux erano stati bruciati, come la pelle, che fumava. Dopo aver tossito del fumo, l'uomo cadde a terra a pancia in giù, privo di sensi. Intanto, Mida stava saltellando: "Mi sento leggero come una piuma!" esclamò: "Ci voleva proprio! Grazie mille Miguel!".

"Presto Midinho!" disse Carlos, tossendo a terra del sangue: "Approfittiamone per scappare!". Il ragazzo fece sì con la testa e si caricò sulla schiena il brasiliano ed il piccolo Miguel, il quale poi schiacciò un pisolino.


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Questa è l'occasione perfetta per evadere. Riusciranno Mida, Carlos e Miguel a fuggire dal penitenziario McBurn?

Nel prossimo capitolo: "Verso l'uscita"

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