Arrivo al carcere (Capitolo 47)

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"Non le è sembrato un po' eccessivo condannare a morte quel ragazzo con data da definire?" domandò il Guardiano di Marsiglia, tenendo le mani in tasca. "Ma che vuoi che sia" rispose Julio Gonzalez: "Tanto l'Ordine dei Guardiani non ha perso nessuno d'importante!". I due, insieme ad altri Guardiani, scoppiarono a ridere.

Lucia, dopo aver origliato la conversazione, strinse i pugni, dirigendosi verso i Guardiani. Angel l'afferrò per il braccio sinistro, portandola a sé: "Ma sei matta? Che vuoi fare?". "Quei bastardi si prendono gioco di Mida! Lo condannano alla pena di morte nonostante sia un ragazzino e lo prendono pure per il culo!" singhiozzò la ragazza, stringendo la maglia del ragazzo e continuando a piangere.

"Ti ha presa in giro tutto questo tempo, non cadere nella sua trappola" disse Angel, abbracciandola: "Ha recitato la parte del bravo ragazzo solo per portarti dalla sua parte. Non preoccuparti, adesso ci sono io. Andiamo a casa ora". Il ragazzo salutò con la mano i Guardiani ed il Giudice Gonzalez. Il ragazzo uscì dall'Accademia insieme a Lucia, la quale non accennava a smettere di versare lacrime.

Oceano Atlantico, un paio di giorni dopo

"Quanto ci vuole ancora?" domandò una guardia. "Almeno un altro paio di giorni" rispose un membro dell'equipaggio della nave-prigione che trasportava Mida. Dentro lo scafo, il ragazzo era accucciato a terra in una grossa gabbia. Vicino ad essa, un vassoio con del cibo e dell'acqua non era stato toccato.

Si guardò i palmi delle mani. Anche se sembravano pulite, per lui erano macchiate del sangue della sua famiglia. Se le mise in mezzo ai capelli, stringendoli ed urlando istericamente. Non riusciva a togliersi dalla testa quella scena. La pozza di sangue, gli spari, i corpi che cadevano a terra.

Furioso, iniziò a prendere a testate le sbarre della cella, sperando di rompersi il cranio e farla finita. Deng. Deng. Deng. Un suono continuo. All'ennesimo colpo, con il sangue che gocciolava dalla sua fronte, si fermò. Le sbarre si erano piegate verso l'esterno. Mida se ne stava lì, ammanettato, col fiatone ed un gran senso di colpa che lo schiacciava. Delle guardie entrarono e, pensando volesse scappare, lo addormentarono sparandogli dei sonniferi.

Penitenziario McBurn, 3 giorni dopo

"Fate entrare la gabbia con il nuovo prigioniero" disse una voce da un alto parlante. Le gigantesche porte a scorrimento in acciaio del carcere si aprirono. Dei militari entrarono. Circondata da loro, vi era una grossa gabbia di metallo nera con dei contorni giallo fosforescente.

"È arrivato?" domandò una voce. "Sì, direttore" rispose una guardia: "Il responsabile del disastro di Reggio, Mida Faggin". Lupo che Corre, con la gamba destra che era stata sostituita da una protesi bionica, si avvicinò alla gabbia. Una cicatrice che partiva dalla fronte e arrivava al mento segnava il lato sinistro del suo volto.

Una guardia digitò un codice su un tastierino e la porta della cella si aprì. Da essa uscì Mida. Aveva uno sguardo spento, fisso nel vuoto. "Tsk! Mi aspettavo chissà chi" commentò Lupo che Corre, con tono deluso. Due guardie afferrarono il braccio bionico del ragazzo, scollegandolo dal meccanismo che aveva sopra il gomito. "Quello non ti servirà qui dentro" disse il Sioux, mettendogli una strana pettorina in ferro al petto. Non era molto grande, arrivava a malapena allo spazio degli addominali. Al centro, vicino al cuore di Mida, vi era una specie di contenitore circolare viola.

"Portatelo alla sua cella, la BZ102" disse il direttore a due guardie, che eseguirono all'ordine e portarono il ragazzo alla cella. Una volta entratovi, Mida venne incatenato al muro. Le guardie uscirono ed il ragazzo fece un gran sospiro. "Perché non mi sono fatto gli affari miei quella volta?" borbottò: "Potevo lasciare la città a quello lì. Tanto non sembra sia cambiato qualcosa...".

Un improvviso rumore metallico, come delle catene, interruppe i suoi pensieri. Qualcuno nella stanza sbadigliò. "C-C'è qualcuno?" domandò Mida, guardando il lato buio della stanza.

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Chi o cosa avrà fatto questo rumore nella cella di Mida?

Nel prossimo capitolo: "Compagno di cella"

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