I fratelli Tetuanui (Capitolo 52)

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"Non pensare di cavartela così facilmente!" esclamarono sette figure di varie stature. Mida alzò lo sguardo: davanti a lui vi erano sette uomini maori, ognuno con una statura diversa dall'altro. Le loro altezze e forme erano inversamente proporzionate: il più piccolo era il più grasso, mentre il più alto era allo stesso tempo il più muscoloso.

"Maledizione! Loro sono i 7 fratelli Tetuanui. Devo andare ad aiutare Midinho!" borbottò Carlos, ma alcuni detenuti lo circondarono, tenendolo occupato. "Tsk! E voi chi siete? Spostatevi, devo passare!" esclanò Mida, pulendosi il sangue da sotto il labbro.

"Gnieheh! Adesso ci divertiremo con te!" ridacchiò Niihau (il più basso): "Maui, lanciami!". "Subito, fratellone!" rispose il più grande e muscoloso. Afferrò il proprio fratello come una palla e lo scagliò con gran forza contro Mida che, colto alla sprovvista, venne centrato in pieno. "Tocca a voi, Kauai, Kahoolawe!" ordinò Niihau. Il secondo in altezza, lanciò il secondo fratello più piccolo e colpì Mida al volto.

Il ragazzo finì a terra, col naso sanguinante. "Presto, Oahu, Molokai!" esortò i suoi fratelli Niihau. Il terzo in altezza, come avevano fatto in precedenza gli altri, lanciò suo fratello verso Mida, colpendolo in pieno. Niihau, Kauai ed Oahu iniziarono a rimbalzare su Mida, che continuava a subire danni senza contrattaccare. "Tsk! Devo uscire da questa situazione!" pensò, mentre i maori continuavano ad andargli addosso come dei palloni.

Dopo vari minuti, i tre fratelli continuavano a rimbalzare sul ragazzo senza sosta. "Questa è la forza dei fratelli Tetuanui. Rassegnati, ragazzino! Gnieheh!" esclamò Niihau. Approfittando di un momento in cui i tre fratelli erano contemporaneamente in aria, Mida rotolò via dalla loro traiettoria. "No prof, non ho usato i calcoli con la retta, sono andato a casaccio" borbottò il ragazzo, riprendendo fiato.

Rimettendosi in piedi, colpì con un pugno Oahu e lo scagliò contro le mura. "Gnieheh! So cosa stai pensando" ridacchiò Niihau, rimbalzando meno in alto: " 'Adesso che sono scappato posso prenderli tutti a calci'. Ti sbagli, tutto ciò fa parte della tecnica dei fratelli Tetuanui! Perché credi che nostro fratello Lanai non si sia ancora unito alla battaglia?". Dietro al maori, Mida notò infatti che questi si stava riscaldando. L'uomo afferrò e sollevò Molokai con la mano destra.

Girò varie volte su sé stesso e lanciò il proprio fratello verso Mida, colpendolo al fianco destro. Dopodiché fece lo stesso con Niihau ed Oahu, sempre centrando il ragazzo. Nel frattempo, Carlos stava continuando a lottare contro gli altri partecipanti. Usando una mossa della capoeira, calciò la guancia di un avversario. "Tsk! Midinho, ti prego, resisti!" borbottò, guardando lo scontro tra il ragazzo ed i fratelli Tetuanui.

"Fatti sotto, vecchiaccio!" urlò un uomo correndo verso di lui. Carlos lo mise fuori gioco con un calcio diretto al petto. Gli altri detenuti che lo avevano circondato subirono l'attacco di un fendente laterale e caddero inermi a terra. Strisciando la punta della lama della sua katana sul suolo, Schnitter si avvicinò a Carlos: "Sembri interessante come avversario... pulirò la mia lama col tuo sangue!".

"Miguel, ho bisogno del eu tou aiudo!" disse il brasiliano, afferrando il bradipo per la zampa sinistra. Quest'ultimo irrigidì le braccia, in modo da poter essere usato come una spada. Carlos e Schnitter si scontrarono, tenendosi testa. "Scusa amico, ma possiamo continuare dopo? Devo scappare adesso" ridacchiò il brasiliano, senza mollare la presa. "Scordatelo!" esclamò il tedesco: "Quando vado a caccia, non mi faccio scappare nessuna preda!".

Nel frattempo

Niihau ed i suoi fratelli attaccavano Mida senza sosta. Il ragazzo, ormai senza forze e con le gambe tremanti, s'inginocchiò a terra per riprendere il fiato. "Maledizione! Almeno potessi usare il mio braccio bionico!" borbottò. L'ennesimo attacco di Molokai lo prese in volto, facendolo cadere con la schiena a terra. Il ragazzo non aveva più le forze per combattere. "Merda! Sono troppo debole!" urlò dentro di sé.

Si  girò a pancia in giù e, aiutandosi con la mano destra, si rialzò in piedi per pensare ad un probabile contrattacco. Notò troppo tardi che Oahu era a pochi decimetri dal suo volto. Contrattaccare era ormai impossibile, non vi era tempo sufficiente. Mida chiuse gli occhi, pronto al prossimo impatto. Dopo pochi secondi, non sentendo nulla, aprì gli occhi e notò che il maori era immobile a mezz'aria.

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Riuscirà Mida ad escogitare un modo per battere i 7 fratelli? 

Nel prossimo capitolo: "Proposta inaspettata

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