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Quella sera Changbin era particolarmente annoiato e affamato, nonostante avesse mangiato qualche ora prima, il suo stomaco reclamava cibo.

Il suo coinquilino non era ancora arrivato, ciò significava che nella stanza c'era solo lui per cui anche se fosse rincasato tardi nessuno si sarebbe lamentato.

Si infilò le scarpe e una felpa, prese portafoglio e telefono, e lasciò la stanza diretto verso il market poco fuori il campus.

Entrò nel negozietto diretto a passo spedito verso il reparto salato, necessitava di fare scorta delle sue patatine preferite e perché no, anche qualcosa di dolce.

Prese i sacchetti, del ramen istantaneo e si spostò al reparto dolci, più precisamente ai freezer che contenevano gelati di ogni tipo. Ne prese un paio sciolti da provare e una vaschetta con i suoi gusti preferiti.

Contento dei suoi acquisti si spostò alla cassa per poter pagare. Davanti a lui c'era solo un ragazzo per cui non avrebbe dovuto aspettare molto.

"Cazzo ho dimenticato il portafoglio." Lo sentì imprecare e al suono di quella voce gli si illuminarono gli occhi, si trattava di Felix.

"Posso pagare io il tuo cibo," gli propose avvicinandosi.

Felix girò lo sguardo verso la voce alle sue spalle e roteò gli occhi sbuffando quando riconobbe il viso di Seo Changbin.

"Non mi servono i tuoi soldi." Fece una smorfia disgustata rivolgendosi poi al commesso mezzo addormentato. "Lascio la roba." E senza dire altro uscì dal negozio.

"Pago io!" Sorrise Changbin, l'altro annuì passando la spesa. Pagò e poi uscì notando il grigio poco più lontano.

Con una breve corsetta lo raggiunse, porgendogli la busta con un sorriso.

Il più alto lo guardò con un sopracciglio alzato. "Avevo detto di non aver bisogno dei tuoi soldi."

"Non ti ho visto a mensa stasera quindi deduco tu non abbia mangiato."

"Sei il mio stalker? E comunque non ho fa-," nemmeno il tempo di finire la frase che il suo stomaco brontolò rumorosamente tradendolo e facendolo arrossire.

"A me sembra proprio tu sia affamato," rise. "Comunque non sono il tuo stalker! Semplicemente presto molta attenzione a ciò che mi circonda, specialmente a ciò che è particolarmente carino." Sorrise regalandogli un occhiolino.

Senza dire nulla e con le guance rosse prese la busta dalle mani dell'altro e iniziò a camminare verso il parco lì vicino.

Il moro ridacchiò e lo seguì. Camminarono uno affianco all'altro in silenzio e raggiunsero la loro destinazione. Si sedettero su una panchina e - ognuno col proprio snack - iniziarono a mangiare.

Erano le ventitré circa, la notte era calata da un paio d'ore e il cielo scuro era pieno di stelle che facevano da sottofondo ai giovani.

Quando il grigio finì di mangiare si pulì le labbra con un fazzoletto. "Grazie," sussurrò.

"Come? Hai detto qualcosa?" Lo guardò confuso. 

"Grazie per il cibo," lo ripeté più ad alta voce.

"Figurati," gli sorrise.

Felix roteò gli occhi sbuffando. "Perché sorridi sempre? Non ti fa male la bocca dopo un po'?"

"No e comunque mi piace sorridere alle persone! Molte volte mi è stato detto che con il mio sorriso e la mia allegria rallegravo le giornate altrui. Quindi perché smettere?" 

"Mi viene il diabete," fece una smorfia.

Il moro rise scuotendo la testa, "dovresti sorridere più spesso anche tu."

"Mai."

"Almeno provaci. Hai sempre quell'espressione dannatamente seria e glaciale. Fai quasi paura."

"Non ci proverò e comunque non mi dispiace fare paura alle persone. Più mi stanno lontane meglio è."

"Ma come- è così bello essere circondati dalle persone."

"Sì, fino a quando non diventano estremamente cattive e ti fanno soffrire in ogni modo possibile immaginabile." Una risata amara lasciò le sue labbra.

Il moro era confuso e incuriosito da quelle parole dette con tanta tristezza e rabbia. "Felix..."

"Non dire nulla." Si alzò con la busta in mano." Devo andare, grazie ancora."

Changbin non ebbe il tempo di dire nulla che l'altro era già sparito dal suo campo visivo. Si appoggiò alla panchina e fissò il vuoto.

Varie domande stavano invadendo la sua mente e le parole del grigio erano come impresse nella sua mente. Che si fosse esposto in quel modo per poter essere capito?

Con la confusione dipinta in viso decise di alzarsi e tornare al campus. Quando raggiunse la sua camera lasciò le scarpe accanto alla porta, poggiò la busta sulla scrivania - dopo aver sistemato i gelati - e si buttò sul letto.

Fissò il soffitto per un tempo indefinito per poi addormentarsi, la testa piena di dubbi e pensieri.







A/n

Possiamo considerare questo capitolo di passaggio, volevo inserire la changlix per iniziare a dargli una svolta dopo questa "confessione" di Felix. So che non è il massimo e per questo mi scuso.

Il prossimo sarà l'appuntamento di Jisung e Mia la psicopatica, cercherò di renderlo il più interessante e divertente possibile.

E niente, ci vediamo al prossimo aggiornamento!



Moon💫

i hate you ~ minsung ~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora