i hate you ~ minsung ~

9

Il mattino per Jisung fu piuttosto traumatico, la sera prima aveva bevuto parecchio per poi finire in una camera con Jungwoo. Era tornato alle cinque trovando il maggiore che dormiva beatamente e senza nemmeno cambiarsi si era buttato nel letto addormentandosi.

Circa tre ore, e quattro sveglie rimandate, più tardi si decise ad aprire gli occhi. Controvoglia si stiracchiò per poi alzarsi e trascinarsi fino al bagno.

Guardò il suo riflesso allo specchio e si spaventò. Aveva due occhiaie scure che contornavano i suoi occhi color miele, i capelli erano tutti arruffati e i vestiti al contrario. Si spogliò notando i succhiotti sul petto lasciati dal biondino e con un sorrisetto si buttò in doccia.

Quando fu sveglio e pulito si cambiò, avvicinandosi poi al comodino per staccare il telefono dalla presa. Lo sbloccò e per poco non gli venne un infarto quando vide l'orario: erano le 8.55 e le lezioni sarebbero iniziate in cinque minuti.

"Sono un coglione!" Imprecò mettendosi in fretta gli anfibi, prese lo zaino e lasciò la stanza.

Corse verso gli armadietti per togliere i libri necessari e poi riprese la sua corsa verso il lato opposto del campus nel quale avrebbe seguito la lezione di psicologia.

Come ci si aspettava quando arrivò la classe era già piena e il professore aveva iniziato la lezione. Cercando di non essere ripreso si accomodò nei posti dietro e seguì ciò che veniva spiegato.

In quella classe conosceva molte persone per cui alla fine delle tre ore non fu difficile per lui trovare qualcuno a cui chiedere appunti.

"Jungwon," richiamò il moretto.

"Jisung, hey!" Lo salutò avvicinandosi.

"Avrei bisogno di un favore. Ho perso i primi venti minuti della lezione, riusciresti a passarmi gli appunti?"

"Hai fatto le ore piccole?" Chiese togliendo il suo quaderno per porgerglielo.

"Eh già, la festa di Sunghoon mi ha tenuto impegnato fino a notte fonda," rise.

"Immagino, è difficile abbandonarle presto."

"Già. Grazie per il quaderno, te lo riporterò alla prossima lezione." Gli sorrise.

"Figurati, ci si vede in giro" Gli sorrise di rimando, allontanandosi.

L'ora successiva l'avrebbe avuta buca e poi avrebbe raggiunto i tre alla caffetteria. Decise quindi di fare un salto in biblioteca per scrivere gli appunti e dare una ripassata.

Era seduto comodamente su una poltroncina quando si sentì picchiettare un dito sulla spalla. Alzò lo sguardo incontrando il viso del narcisista, in dolce compagnia del suo peggior incubo.

"Che ti serve?"

"Oh, niente di particolare. Conosci Mia, vero?"

Jisung roteò gli occhi. "Sto studiando, Minho. Vedi di farla breve."

"Bene. Tu e lei avete un appuntamento questo sabato. So quanto le piaci e visto che non ti davi una svegliata ho pensato di organizzare tutto io." Un sorrisetto bastardo gli dipingeva le labbra.

Al sentire quelle parole il minore sbarrò gli occhi. Quel bastardo gliela stava facendo pagare per la sera prima e lo stava facendo nel modo peggiore in cui potesse torturarlo.

Gli lanciò un'occhiataccia per poi sorridere falsamente alla bionda, "scusami tanto ma devo declinare l'invit-"

"Non puoi tirarti indietro, è già tutto prenotato e organizzato."

"Sarà bellissimo, Jisungie!" Batté le mani la ragazza, sorridendo ampiamente.

"Vi lascio parlare per organizzarvi. La prenotazione è alle 20:15 al Plaza," sorrise per poi allontanarsi lasciando dietro di sé un Jisung incazzato.

Mia spostò il libro nello zaino di Jisung e si sedette sulle sue gambe, allacciando le braccia al suo collo. "Sono così felice che hai finalmente accettato di uscire con me!" Ridacchiò baciandogli la guancia.

Il ragazzo si allontanò disgustato. Si alzò poggiando la ragazza a terra e prese lo zaino mettendolo in spalla, "ti mando un messaggio sull'orario, ora devo andare." E sparì senza lasciare tempo alla bionda di dire qualcosa.

Uscì furioso dalla biblioteca e si avviò a passo spedito verso la caffetteria. Prese il suo cibo per poi dirigersi dai tre. Sbatté il vassoio sul tavolo sedendosi in malo modo e senza rivolgere parola a nessuno iniziò a mangiare.

"Ciao anche a te, Jisung." Fece sarcastico il moro, guadagnandosi un'occhiataccia in risposta.

"Che ti prende, Ji?" Chiese Bin prendendo un sorso dalla sua bibita.

"Mi prende che vorrei tanto spaccare la faccia a quel narcisista bastardo!" Ringhiò gettando le bacchette nel piatto. Era talmente incazzato che gli era passata la fame.

"Cosa ha fatto stavolta?"

"Mi ha organizzato un appuntamento con Mia, la psicopatica."

Seungmin scoppiò a ridere mentre gli altri due lo guardavano perplessi e dispiaciuti. 

"Stai scherzando?" 

"Magari Hyunjin, magari. Quel bastardo ha già prenotato tutto cosicché non potessi dire no."

"Non puoi lamentarti dopo ieri, Sungie." Continuò a ridere il moro.

"Fottiti, Kim Seungmin." Gli regalò un medio guardandolo male.

"Pensa che sia solo una normale cena. Se provi ha divertiti passerà alla svelta!" Cercò di confortarlo il biondo.

"Mia è divertente quanto uno spino in un fianco, punto primo. Punto secondo: lo stronzo ha prenotato al Plaza."

"Scherzi!? Quel posto è super costoso e lussuoso."

"Lo so, Bin. Lo so." Sospirò.

"Buona fortuna, Sungie." Sorrise Seungmin.

"Sai che sei proprio stronzo?" Gli fece l'ennesimo medio per poi alzarsi col vassoio tra le mani.

"Non farai nulla a riguardo?" Chiese Changbin.

"Penserò a un modo per vendicarmi. Per il momento pensare a come non strozzarmi con un tovagliolo durante la cena."

"Siamo solo a lunedì, dai. Hai ancora tempo per prepararti psicologicamente."

"Molto confortante, sì. Ci si vede." E con un sorrisetto tirato lasciò la mensa, non prima di aver sistemato il cibo avanzato e il vassoio.

Raggiunse la sua classe e seguì le lezioni successive. Una volte terminate si rifugiò nella sua stanza, escogitando il modo perfetto per farla pagare a Minho.

Doveva pensare a qualcosa che avrebbe dato molto fastidio al maggiore, dato ciò che gli aveva fatto lui. Non si sarebbe dovuto limitare a rubargli una conquista da sotto il naso, doveva toccare un tasto dolente per ferirlo nel profondo.

Si guardò in giro per la stanza e sorrise quando l'oggetto dei suoi desideri si posizionò nel suo campo visivo.