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So baby let's just turn down the lights
And close the door
Oh I love that dress
But you won't need it anymore
No you won't need it no more
Let's just kiss 'til we're naked, baby
Bruno Mars

Arrivare a casa di Paulo mi aveva lasciato delle sensazioni insolite.

Ripercorrere quel vialetto di campagna dopo mesi era stato strano, ma quella volta avevo trovato in me una consapevolezza diversa di me stessa e della mia vita.

La casa, poco fuori città, apparteneva ad un complesso di villette in collina, immerse nel verde ma comunque ben collegate a Torino.
Lì vicino abitavano anche Matt e Adrien, e qualche altro ex giocatore come Claudio, con il quale Paulo ogni tanto si vedeva.

Notai subito al nostro ingresso come le cose fossero cambiate.
I muri, prima spogli e rovinati, erano stati sistemati e pitturati di bianco, e le finestre, che sicuramente erano state cambiate, risaltavano a contrasto con il colore chiaro dei muri. La casa era circondata da un grande giardino ben curato, e notai come Paulo lo avesse diviso in due come aveva spiegato nel video di MTV in modo da evitare che Kaia distruggesse tutto.
-Mi ha già bucato tre palloni, e per due giorni che le ho lasciato l'intero giardino ha rosicchiato la porta piccola che uso per migliorare la precisione.- mi aveva spiegato una volta.

Paulo aveva parcheggiato la Jeep nel garage e poi tutto fiero mi aveva mostrato le due macchine.
-Mi spieghi cosa ci fai? Le abbini al look del giorno?- lo avevo preso in giro.
-La Jeep è quella che uso per portare Kaia dal veterinario o quando mi serve spazio. L'altra è più elegante, ma comunque dipende da come mi gira la mattina.- mi aveva risposto lui. Riccone.

Ma come diceva sempre nonno Franco, se non li spendevano loro i soldi, chi lo doveva fare?

Che poi Paulo, in fin dei conti, non era nemmeno troppo preso dai soldi. Certo, aveva una bella casa, aveva due macchine oltre a quella aziendale e spendeva nel vestiario quando ne aveva bisogno. Gli piaceva viaggiare e quando poteva non si faceva problemi. Ma non ostentava mai troppo ciò che aveva, e anzi, era solito fare beneficienza ad associazioni con cui collaborava sin dai tempi di Palermo.

L'incontro con Kaia era stato qualcosa di spettacolare.
Paulo infatti, una volta certo di aver chiuso il cancello, si era avvicinato al cancelletto che collegava esternamente le due parti del giardino, mentre la cagnolina si muoveva da tutte le parti, allegra di rivedere il suo padrone. Marcel da dentro la macchina osservava la scena impaziente.

Paulo mi aveva spiegato quanto fosse attaccata a lui da quando Oriana era tornata in Argentina, e sperai di riuscire a colmare anche se di poco quel vuoto.

Kaia iniziò a saltellare lungo tutta la recinzione, fino a che, una volta controllato che il cancello fosse chiuso, Paulo non aprì il cancelletto del giardino posteriore. Kaia prima si fiondò sul suo padrone, e si lasciò accarezzare per bene, e soltanto dopo aver scroccato qualche coccola, si diresse verso di me.
-Ma come sei bella!- la richiamai con voce dolce, e lei subito mi saltò con le zampe sul petto, sbattendomi letteralmente a terra. Iniziò subito a leccarmi la faccia, e mentre io ero scoppiata a ridere, Paulo si era impanicato e l'aveva sgridata. A quel punto mi ero alzata, le avevo fatto due carezze sul muso, e poi avevo lasciato scendere dalla macchina anche Marcel, che si era adattato subito alla nuova compagnia.

-Io direi che possiamo lasciarli.- mi aveva sussurrato Paulo all'orecchio. Io mi ero girata verso di lui avevo trovato quello sguardo furbo e ammiccante che mi mandava il cervello in pappa. E poi non mi capacitavo di come fosse in grado di passare da un'espressione dolce e premurosa, a tratti bambinesca, ad una che di bambinesco aveva poco. Il bello? Entrambi i lati mi facevano impazzire e mi piacevano da morire.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora