We'll be a fine line
Harry StylesArrivai a Torino il ventisei settembre.
Due giorni prima avevo inviato la domanda per le supplenze per insegnare pianoforte alle scuole medie. Avevo inserito la provincia di Roma e quella di Torino, sperando in qualcosa di inaspettato e nuovo.
Samuele mi aveva dato una mano, felice di vedermi realizzare i miei sogni nel cassetto.I miei nonni erano ripartiti tre giorni dopo la mia laurea, insieme a Romèo e Valerie, che avevano definitivamente deciso di sposarsi l'estate successiva.
Ce lo avevano comunicato quel giorno a pranzo, e Romèo mi aveva ufficialmente chiesto di fargli da testimone. Io avevo accettato stra felice, ovviamente.Paulo dal diciannove di quel mese aveva ripreso gli allenamenti di squadra, nel pieno della sua felicità. Aveva saltato ovviamente la partita del venti, ma era stato molto contento anche solo di allenarsi di nuovo con i suoi compagni e iniziare a lavorare con il nuovo allenatore.
Ci eravamo sentiti tutto il tempo, alternando messaggi a chiamate e videochiamate.
Mi scriveva un buongiorno tutte le mattine e non c'erano sere in cui andassi a dormire senza dargli la buonanotte.
Tutti i giorni, tranne quella mattina.Ci eravamo salutati la sera prima, dopo un'intera giornata passata a programmare le seguenti, che avremmo passato insieme.
La mattina dopo mi ero alzata presto, verso le cinque circa, e portando con me Marcel, avevo preso il treno per le sei precise, impaziente di rivedere la mia persona preferita.
Persona preferita di cui ero stra orgogliosa, dopo il premio che aveva vinto, che gli era stato dato durante la partita precedente.Paulo avrebbe avuto gli allenamenti tutta la giornata, motivo per cui lo avrei visto soltanto la sera, quando sarebbe tornato a casa. Mi aveva lasciato le chiavi nascoste in un vaso fuori casa, e mi aveva mandato un messaggio con le indicazioni per i cani e per disattivare l'allarme.
Non ero preoccupata per Paulo, o meglio, ero preoccupata per la sua situazione generale, che lo vedeva comunque appena rientrato in allenamento con un allenatore che conosceva molto poco, e una squadra molto diversa da quella che aveva lasciato.
In più negli ultimi due giorni lo avevo sentito leggermente più giù di morale, a tratti quasi freddo, e quella mattina era sparito totalmente.
Sapevo che il rientro per lui era stato strano, senza alcuni compagni e con qualcuno di nuovo. Sapevo che l'infortunio lo teneva ancora sulle spine, ma sapevo che era perennemente in buone mani lì, e sapevo quanto fosse benvoluto da tutti.Quando arrivai in stazione a Torino afferrai il trolley con una mano e il guinzaglio di Marcel con l'altra, e scesi dal treno.
-Dai, ora cerchiamo Anne.- parlai con il beagle.
Lui sembrò capirmi e iniziò ad annusare tutto ciò che aveva intorno.Anne era nel parcheggio, con i capelli raccolti in una coda alta, in tuta e felpa. La cosa divertente? Era ugualmente raffinata ed elegante pure vestita in quel modo.
Quando mi vide, la sua espressione concentrata che le veniva quando stava pensando a qualcosa si tramutò in un dolce sorriso luminoso.
Le andai incontro, e lasciai il trolley quando fui davanti a lei per abbracciarla.-Mi sei mancata tanto, Annie.- le dissi, chiamandola con il soprannome che le avevo dato.
-Anche tu, Maddie.- mi rispose lei, prima di prendere in braccio Marcel, che le stava saltando sulle gambe.
-E si, anche tu.- rise, mentre lui le leccava tutto il viso.-Avanti, salite!- esclamò allegramente mentre caricava la mia valigia nel bagagliaio.
Salii nel sedile del passeggero, tenendo Marcel vicino alle mie gambe.
Anne salì poco dopo, sorridendo.
-Allora, signorina da centodieci e lode, come stai?- mi chiese lei allegramente.
-Non ci lamentiamo, dai. Tu che mi racconti? Com'era l'Olanda?- le risposi.
-Tutto bene. La settimana prossima Matt riparte, come penso pure Paulo, e penso che mi annoierò un sacco qui a Torino da sola senza di lui.- ammise.
-Per il resto l'Olanda mi era mancata da morire, e ti ci devo portare. Magari in estate organizziamo.- mi disse, allegramente.
-Certo. Non ci sono mai stata, ma mi incuriosisce.- ammisi.
-E comunque Paulo mancherà da morire anche a me. Ti direi di scendere a Roma, ma sarò a Venezia per provare con l'orchestra. Mi aspettano almeno sei o sette giorni di prove sfiancanti.- le spiegai.

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Million Reasons||P.D.
FanfictionIN CORSO Può un viaggio tra amici cambiare il destino di due persone che non si sono mai conosciute? Madeleine, per gli amici Maddie, è una ragazza italo-francese proveniente da un piccolo paesino di collina, che vive nella sua splendida Roma. La s...