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Ho fatto un incubo ed ero da solo
E sembrava non sapessi chi sono
La tua voce non aveva quel suono
Cosa si prova a saltare nel vuoto?
Psicologi

Madeleine

Quando entrammo nel locale scelto da mia cugina e dalla sua nuova migliore amica, le mie aspettative già abbastanza pessime della giornata erano diventate catastrofiche.
Infondo chi è che non va giornalmente a fare aperitivo con due suoi ex e le loro rispettive fidanzate?

Il brutto presentimento che avevo percepito quella mattina appena sveglia si era poi rivelato affidabile, e per evitare di andarmene e nascondermi in Tibet mi sedetti di fianco a Samuele, così da avere qualcuno dalla mia parte vicino a me.

Nathan dal canto suo era rimasto incuriosito dal saluto fra me e Paulo, e dalla sua espressione capii che aveva scoperto tutto, o se non tutto almeno buona parte del mio segreto. O comunque aveva unito i punti, e dopo la sera prima e ciò che era appena successo non sarebbe stato difficile da intuire.
D'altronde solo uno stupido non lo avrebbe capito, e in più lo sguardo attento di Paulo su di me non aiutava per niente.

Oriana si era seduta accanto al suo fidanzato, che si trovava, manco a farlo a posta, seduto esattamente davanti a me. Alla mia destra poi,  a capotavola, era seduto Samuele, e alla mia sinistra vi erano in ordine Nathan, Lèo e Viviane, seduta accanto alla mora.

-Cosa ordinate?- ci aveva chiesto il barista, dopo aver squadrato Paulo per bene. Probabilmente tifava Toro, o gli avrebbe chiesto un autografo e una foto.
-Io una Coca Cola.- aveva detto Nathan, senza pensarci troppo.
-Io un Crodino.- aveva detto Lèo, mostrandomi quanto bene avesse imparato l'italiano in quell'anno e mezzo che non ci eravamo visti.
-Io un succo al mango.- disse Oriana, e per poco non vomitai all'idea. Avanti, il succo piaceva anche a me, ma ace, arancia rossa, mela e ananas che era il mio preferito, ma al mango no, che oscenità.

-Io un succo ai frutti di bosco.- come al solito, avrei aggiunto io.
Mia cugina e il succo ai frutti di bosco erano come il pane e la nutella, fatti per stare insieme.
-Io una spremuta d'arancia.- disse Paulo. Lui era l'unico giustificato, insieme alla sua alimentazione sana e la dieta ferrea.
-Io uno spritz, Aperol.- dissi al cameriere, attirando tutti gli sguardi su di me. Ma che volevano? Mi avevano trascinato in quella situazione, lo spritz era il minimo. Forse un po' di alcool in circolo mi avrebbe aiutato a rilassarmi.
-Idem.- disse Samuele, e lo ringraziai con lo sguardo.  Quando il barista si allontanò con i nostri ordini sperai vivamente che avrebbe portato qualcosa da mangiare, o quello spritz me lo sarei ricordato per un po', o forse no, e pensai che dimenticare quella giornata non sarebbe stato poi così male.

-Allora Ori, che si dice qui a Torino?- chiese Viviane, come se noi non esistessimo.
-Tutto bene, anche se sto iniziando ad odiare questa città. Mi manca la mia amata Argentina.- rispose lei.
Sapevo che anche Paulo la pensava allo stesso modo sull'Argentina, ma non per quanto riguardava Torino, che né io né lui avremmo mai potuto odiare, troppo innamorati di quella città e delle sensazioni che ci trasmetteva.
-Mi annoio qui, visto che non ho mai niente da fare.- aggiunse poi.

-Tu, a Milano? Com'è la casa nuova?- le chiese poi la mora a sua volta.
-Oh, Milano è un'altra storia proprio. Mi sto trovando molto bene, e la nuova casa è meravigliosa. Siamo quasi in centro, e la zona è tranquilla.- rispose lei.
-Certo, non è Parigi, ma ci si abitua.- rise. Certo, lei si considerava una parigina, ma la realtà era che viveva e aveva sempre vissuto a Marsiglia, a cento metri da casa dei miei nonni.

-Il lavoro?- le chiese ancora Oriana. -Un po' altalenante, come tutto ciò che riguarda i teatri e gli spettacoli, ma stiamo provando per un nuovo balletto.- le rispose mia cugina.
-E tu Lèo?- chiese ancora Oriana, ma stavolta al ragazzo.
-Io ho iniziato ieri a lavorare come cuoco in un ristorante abbastanza carino. A proposito, prima che partiate per il mare dovete assolutamente venire ad assaggiare la nostra cucina.- propose lui orgoglioso.
La conversazione si incentrò ancora sulle loro vite, e ringraziai di essere fuori dalla conversazione. Non mi andava di parlare con nessuno.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora