5.

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Ti sentirai
sempre più giù
E aspetterai
soltanto un cielo blu
Thomas

Quella mattina mi svegliai di soprassalto, quasi cadendo dall'enorme letto. Avevo fatto un incubo, di questo ero sicura, ma non ricordavo nulla. Odiavo svegliarmi così la mattina.
Guardai l'orologio sul comodino. Erano le dieci e diciassette del ventotto ottobre. Era il gran giorno per i ragazzi che stavano letteralmente impazzendo.
Il giorno prima avevamo girato Torino, ed eravamo saliti sulla Mole. Stranamente era piaciuto anche ai ragazzi, ma quella mattina potevo sentire la loro agitazione con tutta la porta chiusa. Avremmo passato la mattina nella spa, perché i ragazzi avevano appuntamento con due americane, così io e Samuele avevamo deciso di provare un particolare tipo di massaggio.

La mattinata passò in fretta. In pochissimo eravamo già a pranzo, e poi dopo altro poco tempo in camera. Guardammo altre due puntate di stranger things, e poi mi andai a buttare in camera mia. Avremmo fatto tardi quella sera, quindi decisi di rilassarmi il più possibile.
Per prima cosa avevo fatto un bel bagno nella meravigliosa vasca nella mia stanza. Poi ancora con l'accappatoio addosso mi ero lanciata sul letto. Rimasi così fino alle cinque e mezza, quando iniziai a prepararmi.
Indossai un paio di skinny jeans neri, una maglietta a lupetto nera, e la maglia della squadra con il numero 10. Infilai le doctor martens e legai i capelli in due trecce alla francese, e poi mi truccai leggermente. Sicura che avrei avuto freddo sfilai nuovamente la maglia e scambiai il lupetto con una dolcevita sempre nera più pesante e a collo alto. Portai con me un cappotto nero che avevo comprato il giorno prima.

Inutile dire quanto i ragazzi fossero euforici. Via instagram, Federico aveva mandato a Riccardo le istruzioni per la serata. Poi ci aveva fatto recapitare il giorno prima in hotel un pacco contenente quattro pass, i biglietti e un biglietto con scritto buon divertimento. I ragazzi non stavano nella pelle.
Dopo aver visto la partita poi alcuni ragazzi della squadra sarebbero andati a cena, solo per passare un po' di tempo insieme, e avevano invitato noi quattro. Ovviamente Samuele, Riccardo e Luca erano impazziti sapendo che quasi tutta la squadra sarebbe stata presente.

I ragazzi erano pronti. Avevano tutti addosso le maglie della squadra, me compresa, e nello specchio dell'ascensore scattammo una serie infinita di selfie, che erano uno più buffo dell'altro.

Luca spense la macchina nel parcheggio dell'Allianz Stadium. Ci avevano fatto parcheggiare nella zona riservata agli ospiti dei calciatori e ai calciatori stessi, e avevamo dovuto mostrare il pass.
Scendemmo dalla macchina abbastanza di fretta, e ci recammo con molta calma all'interno della struttura. Mancava una mezz'ora alla partita, e la zona nella quale noi stavamo era praticamente vuota. Federico lo aveva detto a Riccardo. Stranamente quella sera la tribuna riservata avrebbe accolto noi e forse massimo altre cinque o sei persone. Lo stadio per il resto invece era pieno. Anche lì scattammo una marea di foto, una più bella e divertente dell'altra.

-Pronostici sulla partita?- chiesi ai ragazzi che stavano aspettando che i ragazzi salissero in campo per riscaldarsi.
-Non lo so, anche se ho un buon presentimento.- mi rispose Riccardo.
-La squadra è fiacca ultimamente, ma credo che possiamo farcela, e poi con Ronaldo in campo abbiamo buone possibilità.- continuò.
Guardai Samuele.
-Non vedo l'ora che inizi, anche se non so come andranno. - disse Samuele.
-È bello vedere il vostro ottimismo...- risposi sarcastica.
-Mad, qui non si tratta di ottimismo. È una squadra che normalmente fa miracoli, ma se non riusciamo a vincere contro il Lecce, non lo so come sarà con il Genoa.- mi rispose Samuele.
-Beh però siamo qui per supportarli, quindi facciamolo. Fino alla fine.- disse Luca, guadagnandosi un sorrisetto degli altri due.

Se mi avessero detto che avrei provato così tanta ansia guardando una partita della Juventus contro il Genoa, probabilmente sarei sbottata a ridere.
I ragazzi avevano urlato come dei pazzi, e io insieme a loro.
I primi ottanta minuti della partita erano stati dei punti morti, salvo i due gol che erano stati fatti dai bianconeri, ma il Genoa si era difeso abbondantemente. Il goal al novantaseiesimo aveva fatto impazzire tutti, e i ragazzi erano saltati in aria urlando. Si erano abbracciati e si erano saltati addosso tra di loro, mentre i ragazzi lo facevano in campo. Poi tutti contenti erano usciti saltellando, e si erano sfogati prima di vedere i ragazzi, evitando di fare figuracce con loro. Ma tanto le avrebbero fatte ugualmente.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora