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È rancore e mal di testa, su una base un po' distorta
Lorenzo Fragola

Il mattino dopo mi alzai, contenta che finalmente fosse arrivata la vigilia di Natale. Mi piaceva il Natale, anche se preferivo Pasqua. Mi piaceva vedere la mia famiglia tutta riunita, e passare del tempo insieme a coloro che non vedevo mai. Julien era dello stesso parere, e quella mattina sembrava carico come una molla.

Per la mattinata e il pranzo non avevo indossato niente di che. Un paio di jeans scuri, un maglione azzurro ceruleo e un paio di stivaletti bassi. Sapevo che avrei dovuto aiutare mia nonna in cucina, e non mi dispiaceva. Anzi, come ogni anno, io e Julien avremmo pensato al dolce, e quell'anno ci saremmo superati. Non che avremmo fatto chissà che, ma negli ultimi due anni avevamo notato che quello schifo di gel al limone fatto da Viviane stava avendo più successo del nostro fantastico tiramisù. Per questo quell'anno avremmo preparato delle mini porzioni di millefoglie. Mentre Julien si era occupato della parte solida, io avevo preparato la crema e alla fine avevamo unito il tutto in delle piccole porzioni che avevamo definito grazie alle scodelle del servizio medio di nonna. Si era categoricamente rifiutata di farci anche solo avvicinare al servizio buono, e potevamo capirlo, data la quantità elevata di goffaggine che ci distingueva dalla massa.
Ovviamente la mattinata si era conclusa con una seconda doccia, per colpa di Julien che mi aveva riempito di farina, e io lo avevo riempito di crema.

Quando finalmente fui pronta di nuovo presi il telefono. Risposi a Samuele, promettendogli che dopo pranzo gli avrei fatto chiamare nonno Franco.
Incontrai Julien per il corridoio, e sentii delle voci al piano di sotto. Notai lo sguardo di Julien raggiungere il mio, e capii che era il momento. Julien era l'unico a cui avevo parlato della situazione con mio fratello, oltre ai miei genitori e Nathan.
-Madeleine, c'è Romèo!- sentii dopo poco mia madre.
-Arrivo.- le risposi.
Guardai Julien preoccupata. Poi presi un respiro profondo, e andai verso le scale.
-Souhaite moi bonne chance.- chiesi a Julien di augurarmi buona fortuna, prima di scendere il primo scalino.

Vedere Romèo dopo mesi sarebbe stato difficile. Sarebbe stato complicato non tirargli contro ogni cosa io avessi intorno, e sarebbe stato impossibile sistemare le cose in due minuti.
Mentre scendevo le scale sperai seriamente che fosse solo. Sperai che non vi fosse alcun esemplare di Valerie in giro per casa, perché avevo seriamente bisogno di discutere con lui, con lui e basta.
Sperai che si fosse tagliato quel pizzetto orrendo che si era fatto crescere recentemente, da quello che avevo potuto constatare dalle foto sul profilo della sua ragazza, e mi augurai da sola di riuscire ad avere una discussione decente con lui senza scoppiare a piangere dopo due minuti come una bambina. Ma come facevano gli avvocati a discutere senza scoppiare in lacrime dopo due secondi?

Quando poggiai entrambi i piedi sul pavimento guardai davanti a me. Mia madre era girata verso di me, e teneva stretta a sé una figura dai ricci capelli rossi. Romèo. Notai, mentre lui era di spalle, che aveva fatto palestra dall'ultima volta che lo avevo visto. Le sue spalle sembravano più grosse, e sembrava più alto. Aveva lasciato crescere i suoi ricci un po' di più rispetto al solito, e potevo sentire il profumo che metteva sempre anche da un metro e mezzo di distanza.
Mia madre non mi aveva visto, e ne fui felice, perché mi diede il tempo di osservare meglio Romèo e tutti i suoi cambiamenti.
Sentivo la presenza di Nathan dietro di me, e quando mi voltai verso di lui aveva il mio stesso sguardo sorpreso. Mi passò accanto, posandomi un bacio sulla tempia, che apprezzai. Alla fine, nonostante da piccoli fossimo praticamente cane e gatto, io e Nathan avevamo un bel rapporto.
Nathan fece un passo avanti, ma fu bloccato dall'apparizione di una figura alta e slanciata dai capelli corvini.
Rimase poco più avanti a me, con lo sguardo fisso su quella figura a noi estranea.

-Maman, c'est Valérie.- disse Romèo, presentando una delle persone che avrei voluto evitare di conoscere a mia madre.
Mia madre tirò fuori uno dei suoi sorrisi migliori, consapevole che la sua presenza avrebbe scatenato il panico fra me e Romèo, e le strinse la mano, ma non sentii cosa le disse.
Vidi solo mio fratello Nathan guardarmi un'ultima volta, prima di girarsi di nuovo e andare verso Romèo.
Approfittai di quei pochi secondi per osservare Valérie. I suoi capelli neri a caschetto erano perfettamente piastrati, senza neanche un capello fuori posto, nonostante fuori ci fosse un'umidità pazzesca, che mi aveva fatto abbandonare l'idea di stirare i capelli quella mattina. Quando poi si girò di profilo notai le sue lunghe ciglia sbattere in modo ammaliante, e notai ancora di più il suo fisico slanciato e perfetto. Portava un paio di stivaletti alti con il tacco e un paio di parigine scure sopra le calze chiare, che sparivano sotto il cappotto color cammello. Era letteralmente perfetta.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora