This time I'm ready to run
escape from the city and follow the sun
One directionMadeleine
I giorni a Torino erano passati in fretta. Dopo quel piccolo incidente di percorso, se così possiamo chiamarlo, le cose erano andate abbastanza bene.
La sera stessa eravamo rientrati a casa e ci eravamo buttati un'oretta sul divano, mentre Paulo faceva una strana terapia con un macchinario. Avevamo visto un film, anzi, il film preferito di Paulo. Io avevo accettato non tanto perché adorassi "Il Gladiatore", ma per la colonna sonora che era una cosa pazzesca.
Avevamo stoppato il film per preparare qualcosa di leggero, e avevamo cenato insieme davanti alla televisione. Quando poi il film era finito eravamo andati a dormire.I giorni successivi poi eravamo stati io e lui, e poi finalmente il giorno prima della mia partenza aveva fatto una risonanza, che aveva evidenziato un notevole miglioramento della situazione. Mancava poco e sarebbe potuto tornare insieme al gruppo squadra, e non vedeva l'ora.
Ero tornata a casa il sette settembre, e avevo trovato una situazione strana. Luca infatti non era rimasto a casa da noi, ma era andato a stare dai suoi per qualche giorno.Avevo trovato Riccardo abbastanza bene, e ne ero rimasta sorpresa. Quando gli avevo chiesto come fosse andata mi aveva detto che ne avevano parlato, e avevano deciso di rimanere amici.
Sapevo che non sarebbe mai successo niente del genere, e che prima o poi lo avrebbero capito entrambi, ma se in quel momento quella situazione gli aveva dato un equilibrio tranquillo, allora andava bene.La sorpresa più assurda era stata la sera, quando alla mia porta si era presentata mia madre, con al seguito mio padre.
La cosa ancora più assurda? Si erano scusati entrambi. Mi avevano chiesto scusa per non avermi capito quando più avevo avuto bisogno di loro, e io mi ero scusata di non avergli mai detto nulla su Viviane e Lèo.Gli avevo raccontato di come era nata la storia con Paulo, sin dai primi sguardi, passando per la famosa partita contro l'Atletico fino a Capodanno, quando avevamo chiuso. Gli avevo raccontato di quando la sua ragazza ci aveva scoperto e di come ci avesse smascherato davanti a Viviane. E poi gli avevo raccontato di quando Paulo si era presentato sotto casa mia e di come le cose avevano iniziato ad andare per il meglio.
E gli avevo anche spiegato che sarebbe stato presente alla mia laurea, due giorni dopo. Loro avevano semplicemente annuito. Non ne erano chissà quando entusiasti, e lo capivo, ma volevo che lui fosse con me.-Non voglio affrettare le cose, ma voglio che sia con me. Non voglio o pretendo che ci siano presentazioni forzate o inviti di cortesia se non volete, fate finta che sia un mio amico, va bene?- gli avevo chiesto, e loro avevano semplicemente annuito. Lo avevo apprezzato davvero. Eppure l'idea di avere intorno i miei genitori e i miei nonni con Paulo, nello stesso ambiente mi spaventava, nonostante mi piacesse da morire.
Alla fine i miei avevano mangiato da noi, ed erano tornati a casa. Samuele, una volta andati via, mi aveva abbracciato forte contento, ed era stato lì che avevo capito che non era mancato il suo zampino in tutta quella storia.
Paulo e Adrien erano arrivati a Roma la sera del giorno dopo, e avevano preso la stanza in un b&b vicino casa nostra. Normalmente non sarebbe servito, visto che un letto per Adrien c'era, e Paulo avrebbe in ogni caso dormito con me. Ma poi avevo pensato ai miei, che avevano appena accettato il fatto di vederlo alla mia laurea. Gli sarebbe preso un infarto secco se avessero anche solo immaginato che dormivamo nella stessa casa, figuriamoci nello stesso letto. Era giusto per non far impanicare i miei, nonostante io e lui avessimo ormai oltrepassato di gran lunga quello step.
Io e Paulo ci eravamo salutati da poco meno di due giorni, ma nonostante ciò vederlo entrare a casa mi aveva scaldato il cuore. Alla fine, anche se non avrebbe dovuto, era rimasto a dormire da me nella mia stanza. Avevamo infatti visto tutti un film in sala tutti insieme, e poi, senza svegliare Adrien, Riccardo e Samuele che ronfavano sul divano, eravamo sgattaiolati nella mia stanza per stare un po' soli. A Paulo piaceva la mia stanza. Lo avevo capito già la prima volta che era venuto a casa mia, quando aveva iniziato a fissare con uno sguardo sornione tutte le mie foto da bambina, o qualche poster sparso qua e là. Effettivamente lì dentro c'era la mia vita. Dalle foto di quando ero bambina, passando per vari poster dei cantanti e boyband della mia adolescenza fino ad una serie di foto più recenti, alcune delle quali proprio del primo viaggio a Torino. E non c'era nemmeno tutto, visto che gran parte delle cose erano ancora nella mia camera a casa dei miei.
Anche quel giorno Paulo aveva avuto modo di curiosare un po' tra le mie cose, e poi dopo qualche minuto passato a ispezionare foto e poster, si era buttato di pancia sul letto, poggiando la testa sul mio addome. Avevamo iniziato parlare, e avevo allo stesso tempo iniziato ad accarezzargli i capelli, e i respiri l'uno dell'altro ci avevano cullati.
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Million Reasons||P.D.
FanfictionIN CORSO Può un viaggio tra amici cambiare il destino di due persone che non si sono mai conosciute? Madeleine, per gli amici Maddie, è una ragazza italo-francese proveniente da un piccolo paesino di collina, che vive nella sua splendida Roma. La s...