47.

566 25 0
                                        

It’s a church of burnt romances
And I’m too far gone to pray
It’s a solo song and it’s only for the brave
Louis Tomlinson

Mi svegliai sentendo un movimento lieve del letto. Aprii piano piano gli occhi, infastidita anche dalla luce che entrava dalla finestra di casa, e notai Paulo seduto sul bordo del letto, intento a smanettare con il telefono.

Paulo era di spalle, e mi mostrava la sua bellissima schiena nuda. La sua pelle ambrata era liscia e perfetta, senza il minimo graffio o la minima bolla.
Allungai il braccio, allacciandolo intorno alla sua vita, e tirandolo più vicino a me.
Paulo sembrò sussultare un secondo, per poi girarsi e lasciarsi trasportare tra le mie braccia sotto il lenzuolo.
Sentii il suo naso strofinare contro il mio collo e mi rilassai quando iniziò a lasciarmi dei piccoli baci.
Gli accarezzai dolcemente i capelli, per poi tirarlo su alla mia altezza per lasciargli un bacio sulle labbra.
-Buongiorno.- sussurrai, tra un bacio e l'altro.
-Buenos días nena.- mi rispose lui, ancora troppo addormentato per parlare in italiano.

Il giorno precedente era stato uno dei più belli della mia vita.
Appena avevo staccato le mani dal pianoforte, con le lacrime agli occhi, mi ero voltata verso la commissione. Una professoressa, o meglio, quella di solfeggio che avevo avuto al triennio, aveva gli occhi lucidi, e dopo poco si erano alzati tutti in piedi applaudendo. A quel punto, ancora più commossa, mi ero girata verso i miei ospiti. Lì mi ero sciolta ancora di più. I miei, con sguardo orgoglioso mi sorridevano, insieme ai miei nonni. Mio nonno Franco muoveva le braccia in aria contento, mentre nonna Agnes mi sorrideva.
Nathan e Romèo battevano le mani con grande energia, mentre Valerie saltellava contenta battendo le mani. Riccardo, Adrien e Luca mi guardavano con la faccia di chi aveva vissuto con me gli ultimi mesi, orgogliosi di ciò che avevo fatto.
Samuele ormai stava annegando nelle sue stesse lacrime. Era un mix di lacrime e sorrisi, alternati a movimenti verso destra e sinistra della testa insieme alle mani che battevano.
Era la mia persona.

A quel punto avevo cercato di prendere un respiro profondo, per affrontare al meglio il discorso finale.

-Volevo dedicare questo pezzo e la fine di questo mio percorso a chi è qui con me. In primis alla mia famiglia, e quindi ai miei genitori, che hanno sempre fatto tanti sacrifici per permettermi di studiare musica, portandomi ovunque per le lezioni e conceeti.
Ai miei nonni, che hanno sempre fatto il tifo per me e mi hanno sempre sostenuta e ai miei due fratelli, che mi hanno sopportato anche nei periodi peggiori, quando non sapevo nemmeno come si suonasse un pianoforte.
E poi a Val, che negli ultimi mesi è stata come una sorella per me.

Ci tengo a dedicare tutto questo ai miei amici, e quindi in primis a Samuele, il mio gemello mancato, che mi ha sempre dato la forza di non mollare mai, a costo di prendermi a calci pur di farmi studiare.- a quel punto si era scatenata una risatina generale.

-A Riccardo, che mi ha sempre sostenuto nonostante a distanza di anni non abbia ancora capito che nel pianoforte ci sono le corde e Luca, che, da musicista anche lui, mi ha sempre dato ottimi consigli e mi ha sempre aiutato senza scocciarsi quando lo tenevo interi pomeriggi a suonare con me. E poi anche Adrien, Matt e Annekee, Federico e Rodrigo, che negli ultimi tempi sono diventati il mio piccolo fanclub.- sorrisi, guardando Adri, intento a fare un video da mandare agli altri.

Quando era arrivato il suo turno, con le mani tremolanti dall'emozione, avevo alzato lo sguardo verso Paulo. Avevo finto di non vedere quanto stesse piangendo durante la mia esecuzione, ma il mio occhio era caduto su di lui dopo le prime dieci battute, e si era mosso raramente. Paulo aveva pianto per me, per la mia musica, e io non avrei potuto chiedere altro. Lo osservai ancora. Era certo che non lo avrei menzionato, ma si stava sbagliando.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora