17.

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Io ho fatto quello che potevo
E il tuo silenzio lo capivo
Ma siamo biglie sulla sabbia
Senza una direzione vera
Ultimo


Quando quella mattina salii sul treno avevo acquisito delle consapevolezze che non pensavo avrei trovato alla mia partenza.
Mi sistemai meglio sulla poltrona, e posai la mia borsa sul tavolino. Mi strinsi nel mio giaccone pesante, e mi rannicchiai con le ginocchia al petto. Afferrai il telefono dalla tasca del giaccone insieme alle mie auricolari bianche e le infilai nelle orecchie, facendo partire la mia playlist.
Sul treno si ghiacciava nonostante i riscaldamenti accesi, e mi sentivo un po' congelata anche io. Congelata in tutto, triste, e anche un po' delusa.

Di certo non mi aspettavo che Paulo lasciasse la sua ragazza il giorno stesso, così come inizialmente non avevo neanche creduto che lui potesse preferire me a lei. Però poi le sue parole, i nostri momenti e le sue promesse mi avevano fatta ricredere. Avevo creduto che prima o poi saremmo stati solo io e lui, e che saremmo stati bene. Avevo creduto che lui avrebbe fatto quel grande passo per stare con me, e che non avrebbe fatto il doppio gioco con entrambe.

Poi, inspiegabilmente o forse giustamente, lei era tornata, e non avevo potuto fare nulla, se non farmi da parte.
Nessuno sapeva che aveva intenzione di presentarsi, tranne Mel, che, da brava amica, a quanto pare le aveva consigliato di venire a vedere la partita per stare vicini e supportare il suo fidanzato.
Ma quando lei era tornata, lui non aveva fatto niente. Anzi, aveva fatto finta di niente. Aveva solo mandato Rodrigo a casa sua a prendere tutte le mie cose, scaricandomi come un pacco postale a casa di uno dei suoi compagni di squadra, senza neanche parlarne con me. Mi ero sentita usata, e forse anche un po' tradita.

La cena era stata un completo disastro. Adrien, per quanto gentile e premuroso non sapeva cosa si stava scatenando nella mia testa, e Annekee lanciava sguardi di fuoco a Paulo, che aveva iniziato a rendersi conto della situazione alla fine della serata.
Matthijs era piuttosto imbarazzato dalla situazione, e cercava di tenere a bada la sua ragazza che stava facendo fumo dalle orecchie e dal naso.
Annekee era stata un'amica fantastica per quei due giorni, e speravo di poter mantenere il rapporto che si era creato, e di poterla in futuro presentare anche ai ragazzi.

Samuele mi aveva scritto tutto il tempo, e ringraziai che Paulo fosse seduto dalla parte opposta del tavolo, perché Samuele non si stava tenendo nulla dentro, ma proprio nulla, riguardo tutta la situazione. Se lo avesse avuto davanti probabilmente gli avrebbe tirato più di una cinquina.
Anche se Samuele sarebbe stato anche capace di prendere il primo treno per Torino e presentarsi, anche se gli avevo detto di non farlo.

La cosa che mi aveva fatto più strano era vedere come Paulo non avesse neanche provato a parlarmi durante la cena, o anche solo a cercare il mio sguardo per mandarmi un qualche minimo segnale. Zero.
Per tutta la sera non aveva alzato minimamente lo sguardo, cosa che invece non ero riuscita a fare io. Avevo visto come lei lo guardava, e come lo toccava, lo accarezzava e lo sfiorava. Ma lui non aveva mosso un muscolo, non si era né spostato né si era irrigidito. Era stato come se nulla fosse mai successo.
Era rimasto lì, tutto il tempo, seduto accanto a lei a ridere e scherzare con Mel e Rodrigo, seduti accanto a loro. Lei invece aveva alzato lo sguardo un paio di volte su di me, e a un certo punto l'avevo sentita chiedere a Paulo chi fossi. Anche se stavano parlando in spagnolo, riuscii a capire più o meno la sua domanda, e anche la risposta di Paulo.
-Chi è lei?- avevo sentito dire alla mora in spagnolo, che si era poi girata a guardarmi.
-Un'amica dei ragazzi.- aveva risposto lui.
Un'amica dei ragazzi.
Era riuscito a ridurre tutto ad una sola frase. Era riuscito a sminuire tutto quello che era successo tra me e lui con una sola frase. A quel punto Annekee mi aveva guardato, e alla fine, essendo ormai a fine cena, aveva fatto cenno al biondo di fianco a lei, ed eravamo andati via. Avevo salutato Adrien e Rodrigo, promettendo ad entrambi che sarei tornata presto, e che alla prima trasferta a Roma ci saremmo visti. Salutai con un cenno Paulo e le due ragazze, sperando veramente che capisse cosa mi passava per la testa.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora