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I can see you're lonely down here, don't you know that I'm right here?
Harry Styles

Io e Paulo, da quando ci eravamo messi insieme in estate, non avevamo mai avuto problemi di gelosia.
O meglio, Paulo non era mai stato geloso di me con qualcuno al punto tanto da farmi preoccupare.

Sapevo che non adorava quando io abbracciavo Adrien per più di tre secondi, così come ero consapevole del fatto che odiasse, anche se non lo aveva mai fatti notare in modo esagerato, quando qualcuno mi fissava insistentemente in sua presenza. Era successo una volta, in giro per Torino, quando eravamo andati a fare shopping per la mia laurea. Un ragazzo infatti che lavorava in un negozio di abbigliamento aveva iniziato a sorridermi e a fissarmi in modo insistente. Paulo semplicemente mi aveva dato un bacio con tanto di schiocco finale, ma non aveva proferito parola.

Ma quella volta, davanti a Mirko, con Paulo vicino a me, avevo avuto seriamente paura che il mio ragazzo, con tanto di tutore al ginocchio incorporato, saltasse al collo del ragazzo di fronte a noi, che ci scrutava con un'espressione alquanto fastidiosa.

Le sue mani familiari erano posate sui miei fianchi, con una salda e intensa presa.  La fronte di Paulo era solcata da una ruga d'espressione, che gli usciva fuori quando era accigliato. Era sulla difensiva. Lo avevo intuito dal suo piede destro posizionato più avanti del sinistro, e dal suo fiato pesante che sentivo sbattere contro il mio collo. Percepivo poi la sua agitazione, perché lo conoscevo fin troppo bene ormai.

Mirko era entrato e suo fratello era corso ad abbracciarlo. Martina, senza farlo a posta era andata in bagno proprio in quel momento, e il piccolo Elia ci aveva fatto un cenno di saluto con la mano frettolosamente, prima di andare verso la porta e svoltare verso il bagno anche lui.
Possibile che soffrissero tutti di incontinenza?

Guardai meglio il ragazzo davanti a me. Non era cambiato di una virgola dall'ultima volta che lo avevo visto, ma tenni quel commento per me.
La sua espressione saccente poi era identica a quella che aveva in macchina, mentre mi guardava e cercava di sedurmi secondo qualche strana sua idea di approccio funzionale.

-Beh? Non parli?- mi stuzzicò Mirko, e sentii la presa sui miei fianchi stringersi. Paulo era furioso. La realtà era che non gli era mai passata da quando gli avevo raccontato di quel pomeriggio di qualche mese prima.

-Sono qui per qualche giorno.- risposi soltanto, sperando di vederlo uscire dalla porta il prima possibile.

-Com'è la vita a Torino? Ho visto che ormai ti sei stabilita lì.- continuò lui.
Mi accigliai anche io.
-Una meraviglia.- gli risposi, poggiando la mia schiena contro il petto di Paulo per tranquillizzarlo.
Mirko era bravo a individuare i nervi scoperti, ed ero sicura che non ci avrebbe messo molto ad attaccare Paulo con le sue battutine insulse.

-Vai in giro con il cane da guardia, ora?- sputò velenoso, probabilmente infastidito dalla scena.
Sospirai. Lo sapevo.
Lo guardai male.

Non risposi.
-Che c'è, non parli se lui non ti da il permesso lui?- mi sbeffeggiò lui.
Paulo sbuffò pensantemente, segno che, se prima aveva provato a essere paziente, in quel momento la pazienza era bella che finita. Non che ne avesse chissà quanta quei giorni, con la storia dell'infortunio.

Gli afferrai una mano e la strinsi alla mia, cercando di non dare troppo nell'occhio. Volevo solo che si calmasse, ma sapevo anche che Mirko non era dello stesso avviso.

-Mi piace che fai anche il duro. Con quelle gambe da ragazzina che ti sfasci una volta si e l'altra pure dovresti solo stare buono.- rise Mirko, sotto il mio sguardo furioso. Era troppo.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora