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E tutto il bello che c'è
Se ti guardo so che
Ora è vicino a me
LDA

Casa di Annekee mi aveva sempre trasmesso tranquillità. Lei era una persona molto calma di indole, e casa sua la rispecchiava in pieno.
I mobili chiari in tinta con le pareti, i tulipani colorati al centro del tavolo della cucina e del salone, le varie piante sparse e ampie finestre trasmettevano un senso immenso di pace e serenità, e pensare che un infortunio potesse rompere un po' quella serenità mi spaventava.

Mi spaventava soprattutto perché se riusciva a farlo con Matt e Anne, che erano praticamente la coppia più zen e tendenzialmente perfetta, cosa sarebbe potuto succedere a me e Paulo?

I cuccioli di casa De Ligt erano uno più dolce dell'altro, e Marcel si era subito ambientato, e lo avevo visto più energico. Forse gli avrebbe fatto bene davvero. Avevano iniziato ad inseguirsi per l'ampio prato e avevano giocato insieme.

Io e Anne ci eravamo sedute in veranda, al sole.
Annekee era entrata in cucina e ne era uscita con una grande brocca di limonata e degli spiedini alla frutta.
-Matthjis ne beve un sacco, e ne preparo almeno una brocca al giorno.- mi aveva spiegato, versando un bicchiere di limonata nel bicchiere.

Aggiunse che i limoni erano dell'albero che avevano in giardino.
E che giardino.
Era pieno di alberi da frutta, tra cui limoni, pesche, mele e ciliegie. Poi
Per non parlare dei sentieri adiacenti alla casa.
Era totalmente immersa nel verde, alla larga da giornalisti e traffico della città.
Anne mi aveva raccontato di quanto lei e Matt adorassero passeggiare ore e ore tra quei sentieri, insieme ai loro cani.

Respirai il profumo di gelsomino che si trovava nella veranda della villetta.
-Ti piace tanto...- mi disse Anne. La guardai confusa.
-Il gelsomino, dico. Ti piace.- si spiegò meglio. Annuii.
-Il gelsomino è il fiore dei miei nonni. Si dice che porti buona fortuna alle spose, e infatti se ne mette sempre un rametto nel bouquet il giorno del matrimonio, ma per un errore la fioraia non lo mise in quello di mia nonna Agnes. Allora nonno Franco ne prese delle piantine e le piantò ovunque a casa loro, per rimediare a quella mancanza. Casa dei miei nonni sa di gelsomino, e ogni volta che sento questo profumo inspiegabilmente mi calmo e riesco a ragionare meglio.- le spiegai.

Il gelsomino era sinonimo di casa, e anche nel mio appartamento a Roma avevo trovato il posto per farne crescere una piantina.

-Allora, come sta andando con Paulo?- mi chiese lei.
Bene, incredibilmente bene.
-Stiamo bene. Io mi sento bene, almeno, e sono felice. Oltre l'universo proprio, e delle volte non ci credo nemmeno io. E non perché è Paulo Dybala il calciatore, ma perché è lui, e finalmente dopo tutto quello che è successo possiamo amarci come vogliamo. E non c'è cosa più bella, credimi.- ammisi.

-Ti brillano gli occhi quando ne parli.- constatò Annekee.
-Me lo dice anche Samuele.- ammisi, ridendo.
-Tu non lo sai ma io e Samuele siamo più affiatati di quello che credi.- rise.
-Fino a che non fate a schiaffi va bene.- le risposi ridendo anche io.
-Beh, se prova a dire ancora che io e te non siamo amiche lo prendo a ceffoni.- aggiunse.
-Fate quello che volete, basta che non ci finiamo di mezzo io e Paulo.- le risposi.
Sorrisi imbarazzata ma allo stesso tempo consapevole.
Quel ragazzo occupava i miei pensieri come pochi.

-Non vedo l'ora di vederlo.- ammisi.
-E ci credo, infatti ora andiamo a prenderli, anche perché gli allenamenti sono quasi finiti.- disse lei guardando l'orologio al suo polso.

Rimisi il guinzaglio a Marcel e salimmo di nuovo in macchina, stavolta dirette verso il centro sportivo.
-Stai da lui?- mi chiese la bionda, mentre metteva in moto la macchina. La osservai fare una manovra perfetta prima di uscire dal cancello e imboccare la strada sterrata che ci separava dalla strada asfaltata.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora