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Promettimi che prima di dormire
Qualche volta non tutte le sere
Ti innamorerai
Elisa



Il venticinque ottobre la squadra aveva giocato contro il Verona, e avevamo visto la partita da casa di Paulo. Alicia aveva voluto preparare qualcosa da mangiare da lasciare anche per Paulo, e avevamo cenato tutti insieme, io, Samuele e i gemelli.
Paulo era in ritiro dalla mattina di quel giorno, e ci eravamo sentiti tutto il giorno via messaggi.

Sarebbe tornato a casa dopo la partita, e sarebbe poi tornato al centro sportivo prima di cena, dove sarebbe rimasto fino alla partita del ventotto ottobre contro il Barcellona. Io lo avrei accompagnato e poi sarei ripartita insieme a Samuele.

Mi sarebbe mancato, ma avevo già programmato di tornare a Torino un paio di giorni per il suo compleanno, e mancavano poco più di due settimane.

La partita era stata un chaos totale, fra goal annullati e occasioni sprecate, e si era conclusa con un pareggio che ero sicura avesse lasciato Paulo con l'amaro in bocca.

Inoltre il ventiquattro sera l'attaccante principale era risultato positivo al virus, e Paulo, che non aveva ancora novanta minuti pieni nelle gambe, avrebbe dovuto stringere i denti. E poi il venticinque sera aveva dormito al centro sportivo per evitare, nel caso fosse positivo, di contagiare noi a casa, ed era tornato il venticinque mattina dopo un tampone negativo per stare una mezz'ora con noi.

Per questo quando il venticinque sera, quasi notte, a mezzanotte e mezza, Paulo rientrò finalmente a casa, mi lasciai cullare tra le sue braccia. I gemelli e Alicia erano andati a dormire, e cinque minuti prima Adrien era passato a prendere Samuele, con il quale avevamo deciso di vederci il giorno dopo al centro sportivo prima di ripartire.

Paulo era stanco morto, e andammo dritti in camera. Già in pigiama, aspettai che si cambiasse anche lui seduta sul letto, con solo la luce fioca dell'abajour ad illuminarci. Paulo non aveva proferito parola, e sapevo quanto infastidito fosse da quel pareggio.

Si avvicinò a me dopo un paio di minuti, con una t-shirt bianca e una tuta per dormire. Allargai le braccia, e lui si sedette sul materasso, avvicinandosi pian piano a me. Quando fu davanti a me si abbandonò alle mie braccia, infilando il viso nell'incavo tra la mia spalla e il collo. Gli passai piano una mano tra i capelli, mentre con l'altra gli accarezzavo la schiena.
Lo sentii sospirare e scuotere la testa.

Si tirò su con la schiena dritta, evidentemente scomodo in quel modo.
A quel punto mi alzai, e lo invitai con lo sguardo a fare lo stesso. Alzai le coperte del letto, e mi infilai sotto di esse, lasciandone un lembo alzato con la mano affinché Paulo si sistemasse al mio fianco.
Lui mi seguì e si sistemò al mio fianco sotto le coperte. Mi sedetti con la schiena contro la testiera del letto, e Paulo poggiò la testa sulla mia pancia, sdraiandosi tra le mie gambe.

-Non ho fatto abbastanza.- sussurrò fra se e se, tirando su le coperte per coprirsi.
-Datti tempo.- gli risposi io, accarezzandogli i capelli.
-Non ne ho così tanto. Mercoledì abbiamo il Barcellona, e sembro un ragazzino della primavera.- mi rispose lui, visibilmente scocciato. Gli spostai i capelli dalla fronte.
-Ascolta il tuo corpo, Paulo. Dagli il tempo che richiede. Ogni tanto ti sento ancora tossire per il virus, e hai smesso due giorni fa di prendere l'antibiotico. Per non parlare del problema alla coscia. Una cosa alla volta e con calma.- cercai di tranquillizzarlo.
-Ma perché tutte a me?- si lamentò, lasciandosi cullare dalle mie carezze.

-Passerà, Paulo. Piano piano, poco alla volta. Io sto qua, non mi muovo. E a breve sarò sempre qui anche fisicamente.- gli sussurrai, cercando di calmarlo.
-E non vedo l'ora. Come farei senza di te...- sospirò piano, alzandosi e poggiando la testa sul suo cuscino.
-Vieni qua.- mi sussurrò poi. Mi avvicinai a lui e posai la testa sul suo cuscino. Lasciai aderire la mia schiena al suo petto e mi lasciai circondare dalle sue braccia.

Million Reasons||P.D.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora