Io t'ho detto, "Vai", tu m'hai detto, "Rimani"
E ho tirato quel pallone in mezzo ai rami
Franco126L'ingresso di casa di Paulo mi fu familiare.
Il viaggio in macchina era stato silenzioso. Avevo voluto lasciargli il tempo per sbollire la rabbia. Era pensieroso, e con il giusto silenzio si potevano quasi sentire i neuroni di Paulo litigare fra di loro.Quando parcheggiò, scesi dalla macchina un secondo dopo di lui, non permettendogli di aprirmi lo sportello. Lui sbuffò un attimo e andò verso l'entrata. Mi fermai un secondo. Fare l'offesa non mi sarebbe servito, e neanche a lui. Promisi a me stessa di darmi una calmata.
Poi seguii Paulo, che stava aspettando che l'ascensore arrivasse. Salii in ascensore dopo di lui, e non appena me porte si chiusero, lo abbracciai ancora, e lo sentii rilassarsi.
Poi tirò fuori le chiavi del portone dalla tasca dei pantaloni, e litigò un po' con il portone, prima di aprirlo.Quando entrò, buttò il borsone che aveva in spalla nel primo angolo vuoto, poi si avvicinò al divano e vi si lanciò sopra. Si sedette prima normalmente, e poi si chinò in avanti, poggiando i gomiti sulle ginocchia e guardando il pavimento.
Lo osservai. I suoi capelli, poco più lunghi del solito, gli scendevano sulla fronte ingrugnita, mentre le braccia, piegate, mettevano in risalto i suoi muscoli. Già, perché lui in pieno autunno andava in giro a maniche corte.
Le labbra erano leggermente pressate fra di loro, quasi a creare un broncio carino, che mi stava dando al cervello. Ma mi dovevo contenere, e non buttare benzina sul fuoco. E per me, di fuoco ce ne era tanto in quel momento.Mi avvicinai a lui, e dopo averlo osservato un attimo, mi sedetti a terra sul tappeto davanti a lui, e mi posizionai davanti alla sua faccia.
Allungai una mano e gli accarezzai il viso.
Lui lo alzò verso di me, e i nostri occhi si incontrarono ancora.
Lo sentii muoversi, e dopo poco si sedette accanto a me sul tappeto.
Si sistemò, e poi mi fece cenno di avvicinarmi a lui. Quando fui abbastanza vicina mi prese per i fianchi e mi sistemò in braccio a lui, mentre iniziavo ad accarezzargli i capelli.
Mi strinse a sé, e posai la testa sulla sua spalla. Lo sentii sospirare ancora.
-Cosa mi fai, ancora non lo so. Mi calmi incredibilmente tanto, e non so come fai, perché non ci è mai riuscito nessuno così tanto, Madeleine.- mi disse piano, mentre mi teneva stretta a sé.
-Mi piaci incredibilmente tanto, Mad.- aveva sussurrato poi.
Io ero arrossita.
-E mi piaci anche quando arrossisci.-Un'ora dopo, una volta mangiato qualcosa e perso il conto degli abbracci eravamo sul divano. Avevamo preparato qualcosa di semplice, per non appesantirci, e con la scusa avevo fatto assaggiare a Paulo la mia versione del petto di pollo. Non che fosse molto diversa dalla sua, ma gli era piaciuta.
Lui era sdraiato, e io ero accanto a lui, sotto una coperta, stretta dalle sue braccia. Ero in paradiso praticamente. Ma non eravamo andati oltre. Forse perché nessuno dei due si sentiva realmente pronto a fare una cosa del genere, perché era troppo presto o perché entrambi eravamo consapevoli che quella casa non fosse abitata solo da Paulo.
Ma avevamo riso tanto, avevamo mangiato una semplice insalata con un petto di pollo, e poi avevamo deciso di vedere un film. Avevamo deciso di vedere Forrest Gump, uno dei miei film preferiti, ma avevamo prestato attenzione alla televisione per cinque minuti forse. Poi mi ero rannicchiata meglio fra le sue braccia, trovandomi vicino alle sue labbra, e lì avevamo smesso di guardare il film. Ci eravamo stretti meglio sotto la coperta, ed eravamo rimasti abbracciati.
Ogni abbraccio, ogni carezza, ogni singolo tocco e ogni sorriso scatenava in me una serie di sensazioni mai vissute così intensamente.-Che impegni hai prossimamente?- gli avevo domandato.
-Per ora le partite qui, e l'undici parto per l'Argentina. Abbiamo il ritiro con la nazionale e torno qui a Torino il sedici.- annuii.
-Quando riparti?- mi aveva chiesto a un certo punto.
-Il dieci novembre.- avevo risposto. Già, ma mancava pochissimo.
-Non voglio che te vai.-
-Nemmeno io.-
-E allora rimani.-
-Si, e poi chi lo spiega a Marcel?-
Lui aveva riso.

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Million Reasons||P.D.
FanfictionIN CORSO Può un viaggio tra amici cambiare il destino di due persone che non si sono mai conosciute? Madeleine, per gli amici Maddie, è una ragazza italo-francese proveniente da un piccolo paesino di collina, che vive nella sua splendida Roma. La s...