Harry
Le sue parole si infilarono sotto la pelle come lame affilate. Ma presto il dolore svanì, perchè doveva essere sicuramente una stronzata, una bugia che si era inventata sul momento.
"Non è possibile." mormorai. Ashley assottigliò le labbra. "È quello che ha detto." disse poi.
Ingoiai il groppo che mi si era formato in gola. "C'è altro?" chiesi, ma lei rimase in silenzio. "C'è altro?" chiesi di nuovo, questa volta alzando la voce.
Lei sospirò frustrata. "Prima di lasciarti, lei.. ti ha tradito con Louis." disse, facendomi ridere.
Si, ridere, perchè quella doveva essere una battuta o qualcosa del genere. Me ne sarei accorto se mi avesse tradito, no?
"Non è vero." dissi poi, con assoluta certezza.
Ashley mi guardò indignata. "Sei stato tu a chiedermi di dirti quello che sapevo." disse poi.
"Intendevo la verità, Ashley. Non le tue bugie inventate." dissi con rabbia.
Le sue labbra si schiusero ed assunse un'espressione offesa.
"Come, scusa? Ti ho appena riferito con esattezza le parole che mi sono state dette da lei." disse irritata.
"Hai una fervida immaginazione, Ashley." dissi divertito, cercando di respingere l'idea che potesse dire in qualche modo la verità.
Rimase a guardarmi allibita per una manciata di secondi.
"Perchè dovrei mentirti?" chiese poi.
"Perchè tu non puoi sopportare l'idea che qualcuno vicino a te sia felice. Te lo dimostra il fatto che non vuoi che Sophie e Zayn stiano insieme anche se si amano o il modo in cui ti ostini a trattare chi ti vuole bene." fu la rabbia a parlare al posto mio e le parole uscirono più velenose del dovuto.
Si immobilizzò e mi guardò con odio, più di quanto avesse mai fatto.
"Va all'inferno." sputò poi con rabbia, prima di uscire velocemente dalla stanza.
Ashley
Non ci pensai due volte, entrai in camera e dopo aver gettato a terra i vestiti sporchi, ne indossai altri.
Slegai i capelli e noncurante del mio aspetto, scesi velocemente le scale. Una volta che ebbi raggiunto l'ingresso, presi il cappotto, ed uscii.
Ormai il cielo era scuro e si era abbassata la temperatura, ma non mi importava. In ogni caso la distanza da casa al centro della città, era davvero breve.
Ero stata una stupida se avevo pensato di poter avere una conversazione normale con Harry. Era ovvio che non riuscissimo a parlare senza finire sempre a discutere. Perlomeno questa volta non era stata colpa mia.
Avrei potuto evitare di spifferare tutto quello che mi aveva raccontato Katy, ma alla fine era stato lui ad insistere.
E come se non bastasse, dopo avermi obbligata a parlare, mi aveva anche incolpata di essermi inventata tutto. Certo, perchè il mio scopo nella vita è trovare un modo per farlo soffrire, come no.
Vogliamo parlare della stronzata riguardante il fatto che io non posso sopportare l'idea che qualcuno vicino a me sia felice? Il suo fottuto stato d'animo è l'ultimo dei miei problemi.
Quando alzai il viso, mi trovai davanti alla porta, ormai familiare, del Rammer Jammer. Entrai e fui grata del fatto che fosse semi vuoto. Non avrei sopportato la confusione in quel momento.
"Ehi." mi salutò Grace, non appena mi vide. Sforzai un sorriso e raggiunsi il bancone del bar, prima di sedermi su uno degli sgabelli che lo affiancavano.
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Just Forget The World | h.s.
FanfictionLei, irrimediabilmente diffidente. Lui, irrimediabilmente convinto di poter farla tornare quella di una volta. Loro, irrimediabilmente legati l'uno all'altra. Alcune esperienze ti portano a chiuderti in te stessa. E innalzi muri insormontabili, obbl...