Ashley
Non era molto grande, ma a parer mio questo non faceva altro che renderla più intima e accogliente.
Ad attirare subito la mia attenzione furono le pareti, verde acqua, come avevo sempre desiderato e come avevo confessato ad Harry qualche giorno prima. Non potevo credere che mi avesse veramente ascoltata.
La stanza era decisamente quella per cui avevo espresso la mia preferenza.
Il soffitto era inclinato e la cosa più stupefacente era che la libreria si incastrava perfettamente in quel punto, come se fosse stata fatta su misura. Ed era probabilmente così.
Di fianco ad essa, c'era il motivo principale per cui avevo amato fin da subito quell'angolo. La finestra era grande, caratterizzata da una grossa vetrata, alla base della quale c'era una sorta di panca. Sopra di essa erano stati aggiunti dei cuscini decorativi.
Il letto era enorme, incastrato in una testata bianca in ferro battuto e affiancato da due comò, anch'essi bianchi. Di fronte a questo, un armadio ed una scrivania, rigorosamente bianchi.
Stavo quasi per saltare al collo di Harry, nonostante fosse un gesto che non mi sarei mai sognata di rivolgergli, quando il panico si impossessò di me.
Nella libreria c'erano i miei libri e sul comodino, il mio quaderno. Aveva toccato le mie cose. Ero convinta che sarei stata io a trasferirle di sopra, invece erano già tutte lì.
Ero disposta a passarci sopra, lo aveva fatto solo per cortesia, no? Ma non appena notai i quadretti attaccati sui muri, sentii le gambe molli e il volto impallidirsi.
Aveva appeso i miei disegni e il ritratto che mi aveva fatto Zayn, il quale mi ero assicurata di tenere al sicuro, lontano da occhi indiscreti. E adesso era lì, appeso al muro. Di fianco ai miei disegni.
I miei.
Attraversai velocemente la stanza e raggiunsi il quaderno, lo aprii e notai che era praticamente vuoto. Li aveva appesi tutti.
Ebbi un tuffo al cuore quando sul comodino, di fianco al quaderno, riconobbi la foto nella piccola cornice. Era quella che mi era stata data da Judy, quella in cui io sono appena nata e mia madre mi stringe tra le braccia.
Mi voltai ed Harry era sull'entrata che mi osserva, leggermente confuso.
"Come hai potuto?" chiesi, stranamente calma. Corrugò la fronte e fece un passo avanti.
"Di che parli?" mi chiese.
"Mi prendi in giro?" chiesi alzando la voce, per poi indicare il muro decorato dai miei disegni incorniciati.
"Ho pensato che ti avrebbero fatto sentire a casa." disse confuso. "Sei stata tu a dire che volevi dei disegni sulle pareti." continuò.
"Non i miei!" mi sentii pazza quando la mia voce uscì così alta, ma lui davvero non poteva capire la gravità della cosa. Chiuse le labbra e serrò la mascella.
"Mi sembrava di essere stata chiara quando ho detto che erano personali." continuai. Mi sentivo come denudata.
"Non intendevo.." iniziò prima che io lo interrompessi bruscamente. Assunse un'espressione intimorita.
"E chi ti ha dato il permesso di frugare fra le mie cose?" chiesi, sempre più infuriata.
"Non è andata così. Volevo portarlo solamente qui, ma è caduto e si è aperto." mi spiegò, gesticolando.
"Così ti sei sentito libero di appenderli al muro?" chiesi irritata.
"Pensavo fosse un'idea carina, io.." si interruppe da solo ed assunse un'espressione più decisa. "Non essere ingrata, hai avuto tutto quello che volevi." disse poi.
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Just Forget The World | h.s.
FanfictionLei, irrimediabilmente diffidente. Lui, irrimediabilmente convinto di poter farla tornare quella di una volta. Loro, irrimediabilmente legati l'uno all'altra. Alcune esperienze ti portano a chiuderti in te stessa. E innalzi muri insormontabili, obbl...