Family.

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"Adesso fai un respiro profondo, rientriamo e.." Iniziò.

"Porca troia, Harry." E quando le parole uscirono dalla bocca, le lacrime fecero lo stesso dagli occhi.

Lui si interruppe e mi guardò con le labbra schiuse mentre io mi portavo le dita fra i capelli.

"Come cazzo faccio, spiegamelo, spiegami come può un respiro profondo prepararmi psicologicamente a rientrare e ad affrontare l'uomo che mi ha cresciuta come se fossi stata sua figlia, l'uomo che ho accusato di avermi rovinata per sempre, facendomi vivere in un'enorme bugia, l'uomo che ho guardato dritto negli occhi e che ho rinnegato come padre, lo stesso uomo che in seguito mi ha ordinato di uscire da casa sua!" Gridai, cadendo sulle ginocchia.

I singhiozzi mi spezzarono il respiro facendomi ritrovare  nuovamente senza fiato.

"Io gli volevo bene, mi sentivo tradita." Piagnucolai a testa bassa con meno rabbia e con più dolore, incrociando le braccia al petto e stringendo le mie mani attorno alle spalle.

"Non volevo ferirlo, non volevo.. e ora lui mi odierà per sempre, ma cosa potevo fare?" Chiesi ad Harry, sperando che mi confortasse dicendomi che la mia reazione di allora era stata forse eccessiva, ma lecita.

Solo che quando alzai gli occhi lui non c'era più, al suo posto c'era invece Brandon, con le labbra serrate e gli occhi lucidi, attorno a noi nessun altro.

"Non potrei mai odiarti, bambina mia." Disse con la voce spezzata, mentre lottava contro se stesso per non scoppiare a piangere.

Si chinò di fronte a me e mi liberò dall'abbraccio che mi stavo dando, prendendomi le mani e stringendole nelle sue.

"Ho sbagliato Ashley, ho riversato su di te tutta la rabbia che in realtà provavo nei miei confronti per aver gestito male la situazione." Mi disse, asciugandosi gli occhi con l'avambraccio.

"Avremmo dovuto dirtelo prima, avremmo dovuto.. non lo so, farti parlare con qualcuno più capace di noi.. avremmo dovuto proteggerti e invece ti abbiamo inflitto forse il più grande dolore della tua vita, tradita da quelli che credevi essere i tuoi genitori, oh mio Dio.. perdonaci, perdonami Ashley."

Mai lo avevo visto così afflitto in vita sua, si era sempre guardato bene dal mostrarsi debole ai miei occhi. Era il tipo di padre che ti diceva che tutto sarebbe andato bene con un sorriso stampato in volto e che poi alle tue spalle faticava in segreto per far si che andasse veramente tutto bene.

"Oh papà." Dissi, liberandomi dalla sua presa e gettandogli subito dopo le braccia al collo.

Mi strinse così forte che credetti di soffocare, eppure a me sembrava di aver appena ripreso a respirare.

"Mi sei mancata così tanto." Disse, affondando il viso nell'incavo del mio collo.

Io non dissi niente, mi limitai ad annusarlo. Si annusarlo, perché sapeva di papà, sapeva di infanzia, di bei ricordi e di casa, sapeva di casa.

"Non è che potrei unirmi?" Chiese, una voce rotta dal pianto ma vagamente felice.

Aprii gli occhi e la mia mamma era lì, la mia dolce mamma, sempre impacciata e in ansia, ma sempre pronta a perdonarmi ogni capriccio. Era dimagrita, tanto. Mi sentii responsabile e mi maledissi per averle negato una risposta alle lettere.

Non appena allargai il braccio lei si fiondò a terra e si tuffò in mezzo a me e a Brandon.

"Amore mio, mi sei mancata come l'ossigeno." Singhiozzò, poi si sollevò, allontanò leggermente Brandon e mi prese il viso fra le mani, spostò i capelli, asciugò le lacrime e mi guardò.

Just Forget The World | h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora