I was waiting for you.

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Harry

Quando suonai il campanello, non mi aspettavo che Christopher venisse ad aprirmi così in fretta. Mi dedicò un ampio sorriso e si fece da parte per farmi entrare. "Robin ti sta aspettando al piano di sopra." disse, dandomi una pacca amichevole sulla spalla.

"Va bene, grazie." gli risposi, ricambiando il sorriso. Salii le scale, ormai conoscevo quella casa tanto quanto la mia.

"Harry?" mi voltai, non appena sentii il mio nome. Proveniva dalla camera di Liam, ed era stato proprio lui a chiamarmi. Aprii del tutto la porta, dato che era accostata, e mi affacciai nella stanza.

Liam era seduto sul suo letto con una pallina da ping pong in mano e la tirava in aria. Mentre seduta sul letto a fianco, c'era Ashley, con il volto immerso nelle pagine di un libro.

"Sei ancora qui?" chiese seccata, alzando gli occhi al cielo. Incrociai le braccia ed appoggiai la spalla allo stipite della porta, prima di dedicarle un sorriso divertito.

"Mi vedrai spesso in giro." dissi, riferendomi al fatto che fino alla fine dei lavori, avrei frequentato spesso casa sua. "Che bella notizia." disse, con il sorriso più falso del mondo stampato in viso.

Scossi la testa divertito. I suoi sbalzi d'umore mi avrebbero fatto venire il mal di testa prima o poi. "Sono annoiato." disse Liam, tirando nuovamente la pallina in aria, prima di riprenderla tra le mani. A giudicare dalla sua attività, lo era davvero.

"Sento di cosa ha bisogno Robin e poi andiamo al Rammer Jammer. Può andare?" proposi. "Qualsiasi cosa pur di uscire di casa." sbuffò Liam.

"Ti unisci a noi?" chiesi ad Ashley, nonostante conoscessi già la risposta. "Neanche per sogno." disse, come se solo il pensiero fosse ripugnante.

"Non avevo dubbi." dissi ridendo, prima di uscire dalla stanza e salire altre scale.

"Oh, Harry. Eccoti." disse Robin, appena mi vide.

Quando mi aveva chiesto di dargli una mano per quel progetto, ne ero stato più che felice. Fin da piccolo avevo ammirato il suo lavoro. Era quello che mi aveva permesso di accettarlo completamente in famiglia.

Dopo il dolore che mio padre ci aveva procurato, avevo visto quell'uomo come una minaccia e non potevo permettergli di far soffrire ancora mia madre.

Ero molto piccolo quando entrò a far parte della nostra vita e ricordo bene, che la prima cosa che notai, fu quanto si impegnasse a lavoro.

Era un architetto e grazie al suo stipendio, non ci aveva mai fatto mancare niente. Anche se mia madre non aveva mai smesso di lavorare, rifiutando l'idea di essere mantenuta da un uomo.

La passione che metteva in quello che faceva, aveva reso quel mestiere affascinante, ed ero onorato di potergli in qualche modo essere d'aiuto.

"Dovrai farmi da imbianchino, ragazzo." disse divertito, colpendomi scherzosamente la schiena. "Io cosa?" chiesi perplesso. La prospettiva non era delle migliori.

"Una volta che saranno innalzati i muri divisori, ho bisogno di qualcuno che li imbianchi." mi spiegò. "E perchè spendere altri soldi, quando puoi farlo tu gratuitamente?" chiese sorridente.

"Già, perchè?" chiesi, con meno entusiasmo. "Potrebbe rivelarsi un'esperienza utile." disse. "Non si può mai sapere nella vita." aggiunse sarcasticamente. Sospirai. In ogni caso non potevo rifiutarmi.

Ashley

Il pomeriggio trascorse lentamente ed io non mi alzai mai dal letto. Mi limitai a leggere le pagine di un libro trovato nella libreria di Liam, nonostante lo trovassi poco interessante.

Just Forget The World | h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora