Good intentions.

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Zayn

"Non darmi dell'egoista, Zayn." disse ferita, mia sorella. Alzai gli occhi al cielo, nonostante lei non potesse vedermi, poiché stavamo parlando al telefono.

Perchè non avrei dovuto? Lei era un'egoista. E faceva sempre la vittima quando glielo ricordavo. Io ero disposto a sopportare mio padre e tutti i suoi problemi, ma Safaa non meritava di crescere nella merda in cui ero cresciuto io.

Per Doniya era stato facile, se n'era semplicemente andata a vivere con il suo fidanzato, lontano da tutto questo schifo.

Non aveva idea di quello che dovessi fare per mantenere la famiglia. Ma ero sicuro che se anche glielo avessi detto, non avrebbe fatto comunque differenza.

"Se sostieni di non essere egoista, fa venire Safaa a vivere con te." dissi. 

La sentii sospirare. "Sai che è più complicato di così. È minorenne, non posso semplicemente venire lì e portarla via da papà." disse.

"Perchè no?" sbuffai. Sapevamo benissimo che lui non si sarebbe opposto. 

"Perchè per fare una cosa simile dovrei chiedere l'affidamento. Dovrei discutere la cosa legalmente, Zayn." disse spazientita.

"Hai ottimi motivi per farlo." mormorai, continuando a fare su e in giù per la stanza. 

"È nostro padre, non posso portarlo in tribunale." disse. Le sue parole mi mandarono su tutte le furie e ringraziai che lui non fosse in casa e che Safaa fosse a scuola.

"Dannazione Doniya, ma hai dimenticato tutte le volte che ti ha messo le mani addosso? Hai dimenticato di quando dovevi tapparmi le orecchie per non farmi sentire tutte le stronzate che urlava a nostra madre?" chiesi, alzando decisamente la voce.

La sentii singhiozzare. "Come puoi solo pensare che io sia in grado di rimuovere certe cose?" chiese con voce rotta.

"Vuoi veramente che Safaa cresca così?" le chiesi, calmandomi. 

"Certo che no, ma Zayn.. non è così facile come la vedi tu." insistette. 

"Devo andare a prenderla a scuola. Ci sentiamo." dissi, buttando giù il telefono.

Ero stufo di quelle telefonate, stavano avvenendo troppo spesso. E lei ripeteva sempre le stesse cose e finiva per starsene con le mani in mano.

Ed era già successo due volte che Safaa dovesse assistere al padre ubriaco che torna a casa e cerca di aggredire il fratello maggiore.

Se fosse successo un'altra volta, l'avrei presa e l'avrei portata via con me, non importava dove. Fanculo l'affidamento e tutte le altre stronzate.

Non appena scesi in strada, il mio telefono squillò. Sperai che fosse Doniya, che magari avesse cambiato idea. Ma comunque non rimasi deluso quando non lessi il suo nome.

"Ehi, Ash." dissi, sforzandomi di essere solare per lei. Non mi andava di farla preoccupare o di raccontarle quello che stava succedendo.

"Ehi, come va?" chiese, con altrettanto entusiasmo. "Bene." mentii. 

"Dall'altra parte dell'oceano come vanno le cose?" chiesi divertito. La sentii ridere, il che mi scaldò il cuore.

"Faccio progressi." disse. "Ah si?" chiesi contento. "Si, niente di che.. ma le cose vanno bene, credo." mormorò.

Per lei era qualcosa di nuovo, perciò si sentiva sicuramente estranea a certe emozioni. Ero comunque felice del fatto che pensasse che le cose andassero bene, perchè probabilmente era davvero così.

Just Forget The World | h.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora