"Che ci fai qui?"
Inspirai e poi sospirai rumorosamente, con fare scenico, come se mi fossi recato lì con l'idea di svelare un grande segreto, come un ispettore che si reca dal colpevole per dirgli "Lo so che sei tu l'assassino". Era tutta scena, volevo prendere tempo per riuscire ad inventarmi una scusa plausibile, ma nulla mi venne in mente e così svelai la verità.
"Non lo so nemmeno io"
"Che intendi? È una cosa normale per te venire in ospedale di notte?"
"No, certo che no, ma io..." chiusi gli occhi e mandai indietro la testa "...insomma, io sentivo il bisogno di venire qui"
"Perché?" alzò leggermente il tono e aggrottò le sopracciglia, il bianco si avvicinò al rosso.
"Per sapere se era vero che eri un paziente, se dormivi qui o se venivi solo per dei controlli" confessai e mi sentii come un condannato a morte. Aspettavo che qualcuno mi mettesse le manette e mi portasse verso la sedia elettrica. Probabilmente avrei accettato la sorte, sapevo di essere colpevole, ma in un certo senso sapevo anche che, se ne avessi avuto la possibilità, non avrei cambiato nulla del modo in cui avevo agito. Tutte quelle mie azioni sconsiderate mi avevano portato ad aggiungere un pezzetto in più al puzzle che rappresentava il passato di Shoto e non avrei rinunciato per nulla al mondo a quel pezzetto frastagliato che nella mia mente aveva la forma della cicatrice che gli incorniciava l'occhio sinistro.
"Tu non sei normale" mi rispose con un leggero disprezzo, ma non mi importava, stava cambiando tutto nella mia vita, io sentivo quel cambiamento inseguirmi per rendermi una persona diversa.
"E tu sei gravemente malato" alzai la voce, gli puntai l'indice contro il petto e lo feci indietreggiare di un passo. Non sapevo se fosse stato l'istinto a farlo muovere, se fossero stati gli insegnamenti che aveva dovuto apprendere durante la sua infanzia a portarlo a muovere quel passo, un singolo movimento che lo aveva distanziato dal mio tocco, come se stesse ponendo una distanza di sicurezza, un vantaggio per una successiva fuga. Ma non fuggì, anzi.
"Questo non lo sai" si oppose, fece forza con il proprio corpo e mi restituì quel passo, facendomi indietreggiare.
"Ho letto la tua cartella" mi resi conto troppo tardi di ciò che mi ero fatto sfuggire. Avevo detto l'unica cosa che avrei dovuto tenere per me stesso, l'unica cosa che mi sarei dovuto portare fin nella tomba.
"Nessuno ti ha dato il permesso di farlo" stringeva i pugni e io immaginai il sangue delle pellicine macchiare quei palmi bianchi. Mi immaginai il modo convulsivo con cui avrebbe poi strofinato le mani sotto l'acqua corrente per pulire quei palmi e farli tornare al loro colore naturale, leggermente pallido, proprio come il resto del suo corpo, fatta eccezione della cicatrice che invece spiccava come se tutto il sangue affluisse solo in quel punto.
"Che farai, mi denuncerai? Fallo, sono qui, chiama la polizia, digli che ho violato la legge e fammi arrestare. Nulla di tutto ciò mi fermerà" ero spavaldo, o almeno speravo di sembrarlo. Volevo dimostrare di essere sicuro di me, di esser certo di aver fatto la cosa giusta, peccato che avevo davvero infranto la legge e che sarei potuto finire davanti a un poliziotto a giustificare le mie azioni.
"Dal fare cosa?" era esasperato, come se stesse parlando con un pazzo esaurito. Non volevo che mi considerasse pazzo, non volevo che pensasse di trovarsi di fronte solo un altro folle che credeva di poter sconfiggere ogni cosa sulla propria strada, anche Dio in persona se fosse capitato. Non volevo esser classificato come uno dei tanti che era andato da lui a parlargli della sua stessa malattia, come se lui non sapesse effettivamente nulla sulle proprie condizioni, mentre io ero un genio che aveva dedotto tutto semplicemente leggendo la cartella. Non volevo che vedesse in me un pazzo, ma non avevo modo di fargli capire quanto fossi serio. Così decisi che le mie intenzioni avrebbero assunto un valore maggiore se urlate. Urlai.
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L'imperfezione della necessità
FanfictionQuando odi una persona le auguri i peggiori mali al mondo, ma, quando scopri che nasconde un segreto e che il male vive accanto a lui, tutte le tue certezze crollano e vorresti solo esser rimasto all'oscuro di quel pesante segreto. Una enemies to l...