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"Cosa cazzo ti è venuto in mente?" alzai di scatto la testa dal libro che stavo leggendo e guardai con un sopracciglio inarcato Shoto, che aveva invaso la mia stanza senza nemmeno bussare. Fosse arrivato urlando qualsiasi altra cosa, io mi sarei alzato e gli sarei corso incontro per baciarlo, ma non quello, non dopo che aveva mostrato la furia che imperversava in lui.

"Non so a cosa tu ti riferisca" chiusi il libro e me lo poggiai sulle gambe che tenevo stese sul letto. Avevo cominciato quel romanzo da poco e ormai ero quasi alla fine, mi aveva coinvolto tanto da farmi dimenticare di mangiare o bere, ma avevo comunque sentito la mancanza di Shoto durante i pomeriggi dedicati alla lettura. Mi era mancato il suo dito sulle pagine, i suoi cigolii quando capitava qualcosa di emozionante al protagonista, il suo calore sulle mie gambe. Forse, anche senza alcun libro, sarei stato bene per delle ore con lui. Senza forse, ne ero certo. Invece, ormai, dovevo aggrapparmi semplicemente alle pagine di carta, alle righe di inchiostro e alle vite di personaggi immaginari per provare a dimenticare la sua assenza nella mia vita reale.

"Credi che sia idiota? Quando hanno detto che quel tizio era stato picchiato, ho capito subito che eri stato te e ora non hai nemmeno la decenza di nascondere quella mano fasciata" indicò la mia mano destra che, effettivamente, Denki mi aveva dovuto fasciare dopo aver disinfettato le nocche sulle quali si erano aperte delle ferite che bruciavano all'aria aperta. Fossi stato stupido, avrei nascosto la mano dietro la schiena e avrei finto che avesse visto male, ma non potevo di certo prendere in giro quel ragazzo, però, non quando mostrava quella rabbia mista a qualcosa di indecifrabile negli occhi. Così mi feci coinvolgere dalla sua furia e risposi con tono alterato anche io.

"Come credi che avrei dovuto reagire nel vederlo?" nervoso mi alzai in piedi per avvicinarmi a lui, che era rimasto in mezzo alla stanza, con lo sguardo fisso contro di me e le mani chiuse a pugno lungo i fianchi.

"Come una persona civile"

Risi amaramente e distolsi lo sguardo. Non riuscivo a reggere il giudizio di quel paio di iridi spaiate. Volevo mantenere saldo il ricordo del loro sguardo dolce, del modo in cui scorrevano lungo il mio corpo con premura e amore. Non volevo che il ricordo venisse trascritto con quella nuova immagine di loro.

"Non ho resistito, va bene?" allargai le braccia e tornai a guardarlo, ma non negli occhi, cominciai a studiare la piega innaturale della sua bocca.

"No, non va bene. Mi stai dicendo che ora non controlli la rabbia?" mosse un passo verso di me e, con un paio di dita, mi sollevò il mento costringendomi a guardarlo negli occhi. Cosa voleva che vedessi nelle profondità del suo sguardo?

"Se si tratta di te, no, non controllo la rabbia, è un problema?"

"Certo che è un problema, Bakugou"

"PERCHÉ?" urlai esasperato, distanziandomi da lui e da quelle poche dita con cui mi sfiorava e mi indeboliva, perché sì, lui aveva la capacità di rendermi debole e fragile e, in quel momento, non volevo diventare facilmente malleabile, dovevo rimanere marmo.

"PERCHÉ NELLA VITA HO GIÀ AVUTO A CHE FARE CON UNA PERSONA CHE NON SA GESTIRE LA RABBIA E MI HA LASCIATO UN SEGNO INDELEBILE ADDOSSO" si coprì l'occhio sinistro, quello marchiato dalla crudeltà del padre, e compresi finalmente il motivo per cui si fosse alterato così tanto con me per come avevo agito contro il corvino. Mi ammorbidii e mossi quel paio di passi che mi separavano da lui, gli portai la mano al volto e scostai la sua, che ancora copriva l'occhio color turchese. Mi avvicinai e gli baciai il contorno della cicatrice con delicati tocchi delle labbra e finii col baciargli la palpebra dopo che l'aveva abbassata, come se avesse saputo che quello sarebbe stato il mio obiettivo finale.

"Mi dispiace, ho agito senza pensare" mi scusai, pur sapendo che, probabilmente, se fossi tornato indietro, avrei agito nello stesso identico modo, quello stronzo si meritava tutto ciò che avevo fatto.

L'imperfezione della necessitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora